Nella casa dei ricordi

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Neanche mi dovetti girare per confutare che non avesse colpito Ares poiché me lo ritrovai davanti, di fianco al reclutatore che non traspariva terrore nonostante la situazione in cui era.

<<Sai>> continuai <<avremmo potuto prenderti quando siamo arrivati>> mi avvicinai <<ma volevamo darti un po' di vantaggio>> sentii un'altro sparo dietro di me e subito dopo il rumore di un calcio.

<<Vai pure avanti>> esordì Jess.

<<A quanto pare>> feci un'altro segno ad Ares che toccò la spalla del reclutatore per poi scomparire <<non è servito a molto>> ero a meno di un metro da lui che mi puntava la pistola contro senza minimo pentimento o pietà.

"Potresti smettere di fare monologhi?" sentii la voce del biondino e roteai gli occhi al cielo.

Guardai l'uomo con sguardo truce <<lascia la pistola>> vidi le pupille dilatarsi e farsi scure, anche se di poco. Gli assestai un calcio allo stomaco e lui cadde all'indietro sbattendo la testa contro la parete.

<<Il vecchio è al sicuro, andiamo?>> il biondo entrò nella stanza incrociando le braccia in attesa. 

Guardai Jess che a sua volta fissava Ares perplesso <<verrò a trovarvi>> lo rassicurai.

<<Ti conviene>> esclamò lanciandomi un'occhiata d'avvertimento. 

Gli passai di fianco prima di afferrare il braccio di Ares; chiusi gli occhi e in un attimo ci ritrovammo nel salotto della casa.

Lasciai il braccio del biondino per togliermi le scarpe, sentii il ragazzo schiarirsi la voce e mi girai verso di lui scoprendo uno sguardo interrogativo.

<<Vorresti spiegarmi chi era quel Jess?>> alzò un sopracciglio aspettando una risposta.

<<Non hai bisogno di sapere più di ciò che sai già>> mi incamminai verso le scale per poi entrare nella mia stanza.

Quell'operazione sul campo era stata più facile del previsto. Era più o meno sempre così, uomini che si credono serial killer di fama mondiale e altri rancorosi che non facevano minimamente attenzione ai dettagli. In ogni caso, tutte le operazioni a cui prendevo parte, finivano in circa 15 minuti dopo aver individuato il colpevole.

Però c'era qualcosa che non mi quadrava, l'uomo che aveva puntato la pistola contro il reclutatore non era davvero intenzionato a farlo fuori e quell'altro  che aveva sparato non voleva colpire Jess o Ares e di sicuro non il suo compare o il reclutatore che era già sotto tiro.

Poi le lettere...le avevo lette quelle lettere di avvertimento.

Non erano state trovate impronte su di esse ed erano completamente pulite.

Un piano elaborato sterminato in poco più di 5 minuti, troppo facile.

Una lampadina mi si accese facendomi rabbrividire al contempo. In quel momento decisi di riutilizzare a pieno i miei poteri, volevo riposarmi un po' in quei giorni ma non avrei potuto farlo.

<<Fate silenzio>> in lontananza sentii la voce di un uomo, stava bisbigliando e aveva degli uomini al seguito.

Aprii l'armadio e presi in tutta fretta i vestiti che ci avevo sistemato dentro per poi buttarli in un borsone nero.

Feci irruzione nella stanza di Ares, il quale cadde dal letto colto di sorpresa <<andiamo>> dissi sbrigativa <<ci hanno trovati>> continuai, strabuzzò gli occhi prima di risistemare le sue cose in un borsone.

Andammo al piano di sotto per prendere le ultime cose. Quando fummo certi di aver preso tutto gli porsi la mano <<guarda che posso farlo io. Dimmi solo dove dobbiamo andare>> 

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora