Chiusi gli occhi per concentrarmi e quando sentii la voce di Dean provenire da dietro la porta seppi di essere tornata nella mia camera, afferrai la felpa grigia da uno dei divanetti e mi sedetti.
<<Puoi aprire?>> chiese bussando <<vogliamo solo parlare>> disse ancora sospirando amareggiato.
Dean era fatto così; era un ragazzo calmo e gentile solitamente.
Non gli erano mai piaciuti i litigi e quando qualcuno litigava in casa, faceva di tutto per risanare la ferita.
Forse era lì per questo o perché pensava, come gli altri, che Charlotte non fosse una tenera fanciulla su di una torre bisognosa di qualcuno a proteggerla.
Lo sapevo anche da sola, certo. Ma preferivo saperla al sicuro.
Puntai un dito verso la porta indicando la serratura, sentii uno scatto e la porta si aprì mostrando il viso di Dean incorniciato dagli occhi verde acqua e i capelli neri.
Si sedette sul divanetto di fronte a quello dove ero seduta io e si schiarì la voce <<sei arrabbiata per?>>
<<Non sono arrabbiata, solo...>> lasciai la frase sospesa per trovare le parole giuste a spiegare quel mio stato d'animo ma lui continuò a parlare.
<<Non sei arrabbiata, ovviamente, hai solamente la frequenza cardiaca, la tensione arteriosa e il testosterone più elevati del solito e il cortisolo basso>> roteò gli occhi al cielo scherzoso.
<<Se fossi arrabbiata avrei le iridi rosse>> dissi con voce ovvia posando i gomiti sulle gambe e le mani sulle guance.
<<Non sempre diventano rosse, lo sai meglio di me. Lo diventano solo se lo vuoi tu o se hai rabbia>> gli puntai un'occhiata <<pura rabbia a stimolarti. Ma non è questo il punto>>
<<Ti ha mandato Ares?>> domandai guardando un attimo la porta.
<<Sei oppressiva con Charlotte>> disse con tono tranquillo.
<<Se ci tenete tanto a dirglielo non sarò io a fermarvi>> mi alzai sospirando.
<<Sto solo cercando di capire perché>>
<<Se vuoi te lo dico il perché>> vidi una scintilla di curiosità nei suoi occhi quindi continuai <<quando morirò>> corrugò la fronte e stava per ribattere <<e sappiamo che succederà presto>> dissi fermandolo <<io lo so: non volete che accada; ma succederà e quando arriverà il giorno del giudizio per me, so che tu ci sarai per Charlotte, so che ci saranno le ragazze, i signori Mill, Jess e Marco. Io so di lasciarle una vita tranquilla, ma...Ares>> feci una pausa <<ci sarà?>>
<<Devi solo fidarti>> disse puntando gli occhi verdi nei miei.
<<Fidarmi?>> lo guardai corrucciando la fronte <<come faccio io a fidarmi se non so neanche come farò ad andarmene?>> scandii bene le parole alzando il volume della voce <<io non so come farò a lasciarla, non so cosa ci sarà dopo ma, nonostante ciò>> feci una pausa respirando profondamente per calmarmi un po'.
<<Nonostante tutto ciò...a me non importa cosa sarà di me. Voglio sapere cosa sarà di lei e non la metterò anche minimamente>> non finii la frase perché mi interruppe.
<<Lei...starà bene>> disse con il suo tono calmo per rassicurarmi.
<<Lo hai visto anche tu, lo hai visto il mio corpo, a terra, senza vita? Il cuore non batteva più>>
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Una "storia a metà"
FantasíaATTENZIONE! Ho scritto questa storia tempo fa e ci sono diversi errori e alcune incoerenza (modo gentile per dire che fondamentalmente fa schifo) , quindi ho deciso di non continuarla. Lascerò questa storia qui intatta perché mi ci sono affezionata...