Rapimenti e inviti

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Spalancai gli occhi e scattai a sedere. Guardai in torno: ero in una stanza ma non era la mia e neanche una qualsiasi della casa enorme in cui mi trovavo qualche ora prima.

Abbandonai il letto su cui ero alzandomi, mi avvicinai alla finestra per guardare fuori ma vidi solo case su case. Sembrava un quartiere trascurato.

<<Si sarà svegliata?>>

<<Non credo. Il sonnifero era potente>> sonnifero? mi sarei accorta se qualcuno mi avesse somministrato del sonnifero.

<<Sei sicuro della sua identità? cioè, potremmo averla rapita per niente>> alzai gli occhi al cielo pensando all'ennesimo tentativo di rapirmi.

Aprii la porta e mi incamminai verso le voci con naturalezza <<vogliamo parlarne?>> domandai sedendomi sopra un divanetto <<rapire una quindicenne? siete davvero così disperati?>> chiesi ma loro non aprirono bocca, invece mi guardarono straniti dalla mia calma <<bhe>> mi alzai dal divanetto <<se non avete nient'altro da dirmi credo proprio che tornerò a casa. Ho tante cose da fare e non ho molto tempo da dedicarvi>> mi avviai verso la porta con una naturalezza che per un attimo li lasciò sconcertati ma subito dopo reagirono e mi bloccarono.

<<Tu non esci da qui!>> disse sicuro puntandomi contro un coltello e piazzandosi davanti a me.

<<Credi davvero>> feci un passo verso di lui <<che io abbia paura>> feci un'altro passo <<di te?>> il coltello era a meno di 2 cm  dal mio petto e un solo gesto avrebbe potuto finire la mia vita e forse mi ero messa lì davanti per quello? non riuscivo a capirlo.

<<Ragazzina! non c'è da scherzare>> disse l'altro uomo tirando fuori una pistola 

<<Per favore no!>> mi coprii il volto con le mani iniziando a singhiozzare e loro risero <<non siete così stupidi!>> dissi scoprendomi il volto e guardandoli entrambi con sguardo neutro 

Sferrai un colpo deciso all'uomo che avevo davanti facendolo sbattere contro la porta e facendogli perdere di mano il coltello che finì nella mia mano.

<<Se la smetti di provare a fare il rapitore magari chiudo un occhio>> dissi alzando gli occhi al cielo esasperata. Lui mi guardò con un  ghigno nervoso e poi premette il grilletto puntando la testa. In un nano secondo gli fui davanti e, evitando il colpo, gli sferrai un calcio in pieno petto e lui cadde all'indietro andando a sbattere contro le scale.

"Te la cavi bene"

"Ancora a darmi fastidio?!" 

"Sei peggio degli ecclissidi!" non era propriamente un insulto. Almeno...lo era visto in un altro modo.

Oramai non mi serviva neanche più chiudere gli occhi e concentrarmi per parlare con lui e non ero neanche sicura di cosa significasse. Fino a poco prima neanche sapevo esistesse un'altra persona come me!

"Se vuoi solo darmi fastidio sparisci!" lo intimai interrompendo il contatto.

Dopo aver sistemato i due in modo che non scappassero, uscii da quella casa. Camminai si o no per 15 minuti quando arrivai davanti al cancello trovando 2 uomini in giacca e cravatta.

<<La sicurezza deve essere rinforzata dall'altra parte della casa>> li informai tirando fuori dalla tasca dei jeans una chiave per poi darla a uno dei due. Mi squadrò per un attimo prima di aprire il cancello e farmi entrare.

Corsi nel giardino e vidi che la mia "costruzione" era ancora lì. In effetti avrei dovuto dargli un nome, per ribattezzarla o qualcosa del genere.

Una &quot;storia a metà&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora