Sentivo le voci in dei sussurri flebili e l'unica cosa che potessi fare per passare il tempo era aprire le porte dei miei ricordi.
Era tutto nero intorno a me, ero avvolta dall'oscurità totale ma ad un tratto, in quella che mi sembrò essere la fine di un corridoio, vidi un porta rossa.
La raggiunsi e girai la maniglia aprendo la porta che emise un leggero cigolio; oltre la porta era tutto verde acqua tranne le porte bianche che spiccavano vivide sulle "pareti" se così si potevano definire.
Decisi che sarei rimasta lì per un po', quindi, tanto valeva ri-esplorarle tutte.
Andai fino alla fine dell'immenso corridoi tappezzato di porte e, tralasciando la porta della mia nascita, entrai in quella a destra.
Mi ritrovai in una camera dalle pareti rosa e piena di giocattoli mentre al centro, c'era un lettino da neonato. Mi ci avvicinai vedendoci dentro una bambina che dormiva beata stringendo a se un pupazzo a forma di orsetto.
Me lo ricordavo bene quanto ero morbosamente attaccata a quel peluche, lo tenevo sempre con me. Nella stanza entrò una donna di media statura, dai lunghi capelli neri e gli occhi azzurri come il mare; indossava un abito bianco lungo e sorrise mentre si avvicinava alla culla.
Prese in braccio la bambina con cautela <<ciao piccolina>> disse cullandola dolcemente, la bambina aprì gli occhi <<buongiorno>> le lasciò un bacio sulla fonte <<adesso ci prepariamo e andiamo da papà>> disse sorridendo continuando a cullarla.
Preparò la piccola e la riprese in braccio portandola fuori dalla stanza. Le seguii ed arrivammo in una sala piena di gente.
Si avvicinò ad uomo alto dai capelli castani chiaro, gli occhi verdi e una barbetta poco accennata <<la mia principessa è qui>> esclamò cercando di prenderla in braccio <<caro, fai attenzione>> lo avvertì la donna <<tranquilla, tra poco dovrà lasciare questa casa per chissà quanto, fammici almeno passare qualche istante>> disse sorridendo alla piccola che rise a sua volta <<lo sai chi sono io?>> chiese con quel solito tono utilizzata dagli adulti per parlare ai neonati <<sono il papà>> la bambina rise mettendogli le mani sulle guance.
Il gruppetto che parlava con l'uomo prima che arrivasse sua moglie con la piccola, rise per le facce buffe interpretate dall'uomo per far ridere la piccola <<Jack>> disse la donna avvicinandosi ad un bambino dai capelli castani e gli occhi grigi <<questa è la tua sorellina>> disse prendendola in braccio e mettendosi all'altezza del figlio.
I due si squadrarono per un tempo che, a dire dei presenti nella sala, sembrò interminabile, prima di corrugare entrambi la fronte, indicarsi ed esclamare ad alta voce:
<<è stupida>>
<<è stupido>>
I presenti risero di gusto mentre i due genitori rimproveravano i figli, i quali, continuavano ostinatamente a guardarsi con disprezzo.
Era impossibile dimenticare il nostro primo incontro. Amore a prima vista in pratica.
Jack diede un leggero pizzicotto alla sorella che subito ricambiò, anche se più goffamente.
Eppure, il clima era quello di una normale famiglia se confrontato a quello che si era instaurato con il passare degli anni.
Un matrimonio di convenienza, fu quello che unì i miei genitori. Con il passare del tempo avevano "imparato" ad amarsi; così dicevano quando il discorso finiva sull'argomento. Ma non era vero e lo sapevano entrambi, come lo sapevo io e lo sapeva mio fratello.
Non ci si può costringere ad amare, succede e basta. Non si controlla e dire "ti amo" non è un gioco. Non sono parole leggere; è più che altro volere il bene dell'altro senza curarsi del proprio.
Qualcuno disse un giorno "ben poco ama colui che può ancora esprimere a parole quanto ami" quindi non credo che si possa davvero dire cosa sia l'amore.
Forse è racchiuso in uno sguardo ma una cosa è certa, tra i miei genitori, non c'è mai stato amore.
Uscii da quel ricordo ed andai nella porta di fronte.
Una luce bianco candido mi avvolse e mi resi conto in che ricordo fossi entrata.
Quando ho incontrato lui...
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Una "storia a metà"
FantasyATTENZIONE! Ho scritto questa storia tempo fa e ci sono diversi errori e alcune incoerenza (modo gentile per dire che fondamentalmente fa schifo) , quindi ho deciso di non continuarla. Lascerò questa storia qui intatta perché mi ci sono affezionata...