CAPITOLO 1

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                                                                                                              A CHI MANTIENE LE PROMESSE

"Nella vita è impossibile riuscire a controllare tutto. È inutile assicurarsi di continuo che tutto vada bene e sia perfetto, controllare eventi senza riuscire a rilassarsi. Perché ci sarà sempre un dettaglio, seppur insignificante, che verrà lasciato al caso."

«Accidenti»

Le chiavi del piccolo portone scivolarono dalle mani di Mayle e rimbalzarono a terra emettendo un tintinnio assordante per tutto il corridoio.

«Ancora non riesco a capacitarmi di quanto io sia maldestra.»

Sbuffò e si piegò per afferrare le chiavi dal pavimento.

«Già so che dovrò attaccarmele al collo per non perderle.» continuò a parlare con se stessa provando a reinserirle nella serratura.

Il tic del portone la fece sorridere.

«Finalmente.» sussurrò trascinando la grande valigia verso di sé.

Il cigolio della porta la fece sobbalzare prima di essere trascinata all'interno dell'appartamento. Un flebile suono spaventato le uscì dalle labbra prima che una mano le coprì la bocca. Sentì un piccolo schianto e un brivido di freddo le attraversò la schiena. Si ritrovò con le spalle al muro ed otto occhi che la fissavano. Lo sguardo di Mayle ricadde sul ragazzo che la tratteneva, o meglio si soffermò ad osservare la pistola che teneva puntata contro il suo corpo.

"Dovrei ringraziare i miei fianchi larghi se il proiettile si fermasse e non mi trapassasse il corpo" pensò.

Cercò di fare dell'ironia ma tutta quella surreale situazione iniziò a farla agitare.

«Sei tu l'infiltrata dei Russi?»

Mayle guardò il ragazzo davanti a sé che le aveva appena tolto la mano dalla bocca. «C...come?» balbettò.

Il ragazzo le strinse il braccio e lei emise un lamento. «Mi stai facendo male.»

«Tu rispondi alla domanda.»

Gli occhi del ragazzo la inchiodarono e Mayle si sentì in soggezione. Era molto più alto e robusto di lei e la teneva talmente stretta che le iniziò a mancare il respiro. Per calmarsi fissò i suoi occhi; avevano lo stesso colore del mare di notte.

«Davvero, non so di cosa tu stia parlando.» continuò.

«Will è soltanto una ragazza, non credo sia lei la persona che stiamo aspettando.» un ragazzo moro si avvicinò a loro cercando di far spostare il ragazzo che la teneva stretta.

"Quindi questo pazzo psicopatico si chiama Will" rifletté.

Will si girò verso di lei «Questo pazzo psicopatico potrebbe tranquillamente piantarti un proiettile in testa.» ribatté lui facendole dondolare la pistola davanti gli occhi.

"Non posso averlo detto davvero a voce alta" pensó lei impaurita.

«I..Io...» cercò di parlare ma l'imbarazzo e la paura le bloccarono le parole in gola. La stretta di Will stava diventando sempre più forte e a Mayle iniziò a girare la testa. Cercò di calmarsi facendo dei respiri profondi ma la paura prese il sopravvento e le gambe iniziarono a tremarle. Non sopportando più il peso del suo corpo si accasciò al muro verso sinistra mentre Will continuava a tenerla stretta per il lato destro. Gli occhi le si riempirono di lacrime e sapeva che l'attacco d'asma non si sarebbe fermato a breve.

«Hey, stai bene?» il ragazzo moro si abbassò accanto a lei. Mayle non riusciva a parlare ma continuava a sbattere le palpebre e a respirare a fatica.

PROMISEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora