XI • confession

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«Hai capito tutto?».
Chiese Jungkook, con un tono meno scocciato del solito, appena finì di spiegare tutta matematica al minore.

«Diciamo di sì, grazie mille».
Si affrettò a rispondere, prima di notare lo sguardo intenso del moro, concentrato e puntato fisso sui suoi occhietti dolci.

«Q-qualcosa non va?».
Domandò incuriosito Jimin, ma proprio in quel momento Jungkook parve risvegliarsi da quello stato e volse lo sguardo altrove.

«No, è tutto apposto. Ora che abbiamo finito, levati di torno».

Jimin alzò gli occhi al cielo e tornò verso il suo letto, per poi buttare a terra il quaderno di matematica.

«Pensi che dovrei andare a parlare con Hoseok?». Chiese poi il biondino.

«Ma che ne so... Fai come ti pare».
Sbottò dopo che la sua partita a League Of Legends fu interrotta per la terza volta.

«Senti, se vuoi ti preparo una tisana, che forse ne hai bisogno... pazzo sclerato».
Controbatté indignato Jimin, ma ben presto si rese conto che il suo era stato un grande passo falso.

Difatti Jungkook non ci mise molto a calare su di lui come lo spirito santo e a sbatterlo contro l'armadio, facendone tremare le ante.
«Ti avevo avvisato di non giocare col fuoco, ragazzina. A quanto pare non ti sono sembrato abbastanza serio».

«Cazzo, Jungkook! Sei violento e aggressivo, scollati!».
Urlò di rimando il più piccolo, cercando con tutte le sue sue forze di spintonare Jungkook il più lontano possibile da lui, ma con scarsissimi risultati.

«Violento e aggressivo.... Addirittura, gioiellino?».
Lo provocò, mostrando un ghigno divertito, sapendo già quanto dessero fastidio a Jimin tutti quei nomignoli che gli affibbiava.

Questa volta, invece, Jimin non rispose.
Non osò rimbeccare il maggiore, ma soltanto perché era troppo impegnato a guardare le sue labbra morbide, facendosi notare fin troppo da Jungkook, per poi far incastonare nuovamente i loro sguardi.

«Ehm ehm... credo che andrò a parlare un po' con Hoseok».
Ruppe il silenzio Jimin, liberandosi dalla morsa di ferro dello sguardo più attraente che lo avesse mai guardato.

Ci si poteva scopare con quello sguardo.
Di questo Jimin ne era certo. Era completamente sicuro di essere stato appena privato di ogni indumento da quello sguardo affamato che il suo coinquilino gli aveva appena puntato addosso, eppure aveva addosso ancora tutti i vestiti.

Che fosse uno dei ragazzi più belli che Jimin avesse mai incontrato non c'era dubbio, ma in cuor suo sapeva che probabilmente non era interessato ai maschi e che le probabilità di ricevere un bacio da quello stronzo, che mezzo istituto odiava e mezzo istituto pregava di trovarselo nel letto, erano quasi pare a zero.
In più aveva una ragazza, questo non era da sottovalutare.

Quando bussò alla porta di Hoseok, non fu tanto felice di trovarsi Min Yoongi in boxer, con addosso solo la camicia bianca sbottonata della divisa e con i capelli color menta disordinarti ed intrecciati.

«C'è il coinquilino di Kook».
Annunciò Yoongi, dileguandosi dalla porta di entrata e andandosi a chiudere in bagno.

Hoseok si catapultò come una furia ad abbracciare Jimin.

«Non sopportavo più l'idea di aver litigato con il mio migliore amico, scusami... Scusami tanto, quelli non erano affari miei e non mi sarei mai e poi mai dovuto intromettere...».
Urlò le sue scuse ad un centimetro dall'orecchio di Jimin, mandando letteralmente il suo timpano sinistro a farsi benedire.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora