XLI • where eagles fly

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«Jungkook?».
Jimin richiamò l'attenzione del ragazzo che aveva appena fatto capolino nel corridoio.

«Non sapevamo fossi qui, noi- davvero...».
Jin provò a mettere in fila due parole di senso compiuto, ma risultò davvero difficile.

Hoseok invece se ne stava imbambolato lì, in piedi, senza far volare una mosca.
Era totalmente scioccato, e Jungkook ne era fin troppo divertito.

«Cazzo, Jungkook!!».
Dal corridoio scuro, dietro le spalle del moro, sbucò correndo anche quella chioma castana fin troppo familiare ad Hoseok.

Kim Taehyung.

«Ecco qua, i tre dell'Ave Maria. C'è anche Yoongi per caso?».
Sbottò il rosso, poi.

Jimin e Jin sgranarono gli occhi, trascinando quasi con fatica le pupille verso la figura dell'amico, che se ne stava in piedi, a braccia conserte e con un'espressione di sfida stampata su quel suo volto angelico.

«Vedo che oggi ti sei svegliato con una particolare vena comica, a quanto pare attaccarti al muro il primo giorno di scuola non ti è stato sufficiente».
Jungkook, velenoso come al solito e noncurante della presenza di Jimin, contraccambiò immediatamente, e Taehyung si ritrovò a dover fare da mediatore.

«Piantatela».
Parlò il castano, dando una leggera spinta sulla spalla di Jungkook.

Poi continuò.
«Mi spiace se... Se vi abbiamo interrotto, ma stavamo passando di qui e Jungkook voleva salutare Jimin, non pensavamo di poter arrivare in un momento così poco adeguato».

Jimin raccolse tutto il coraggio che aveva, ingoiò un fiotto d'aria e poi partì, diretto verso la figura alta e slanciata del suo coinquilino.
«Tu... Adesso vieni con me».
Si aggrappò con forza ad un lembo della giacca, e lo strattonò.

«Non è in lui, fermati».
Taehyung contestò, a denti stretti, afferrando con forza il polso del biondo.

«Cosa significa? Di che cosa state parlando?».
Chiese delucidazioni, sull'orlo di una crisi isterica.

«Jimin, molla la presa».
Sarà stato il tono persuasivo della voce di miele di Taehyung, o forse il fatto che Jimin aveva intravisto degli occhi lucidi, fatto sta che allentò la presa sulla giacca di Jungkook, lasciandola a poco a poco.

Lo sguardo di Jimin scorreva vispo tra i due ragazzi di fronte a lui, e non smetteva di interrogarsi, di chiedersi cosa stesse succedendo.

«Credo di doverti delle spiegazioni, Minnie...».
Jungkook parlò, e una lacrima gli rigò il volto, evadendo ribelle dagli occhi scuri del ragazzo.
Si voltò e iniziò a camminare.

Era la prima volta che Jimin vedeva Jungkook piangere, ma stette in silenzio e seguì il ragazzo per cui provava quei sentimenti così forti lungo l'ampia scalinata che portava ai dormitori.

«Taehyung».
L'attenzione del castano fu attirata da Hoseok, ancora impassibile, a braccia conserte.

«Hoseok, andiamo, smettila! Stava delirando, non puoi dare ascolto a quelle parole».
Jin lo tirò per un braccio, cercando di smuoverlo.

Taehyung si prese il suo tempo per percorrere la distanza che lo separava da quel ragazzo.
A passi lenti, con un sorriso vincente stampato sulla bocca, e con un ritmo a dir poco estenuante arrivò fin sotto la punta del naso di Hoseok, guardandolo dall'alto.

«Sì?».
Quel suono lento, che non sembrava terminare, raggiunse Hoseok come un proiettile.
Il rosso incatenò le sue iridi scure a quelle di Taehyung.

«Parla».
Intimò minaccioso.

«Perché vuoi sapere da me cose che dovresti chiedere a lui?».
Domandò, con tono di sfida e con quel sorrisetto sghembo che riservava solamente per quelle occasioni in cui sapeva di poter vincere a tavolino.

«Parla, ho detto».
Si aggrappò alla cravatta del più grande, trascinandolo alla sua stessa altezza.

Taehyung osservò bene il viso del ragazzo, scrutando ogni dettaglio, per poi lasciar andare una risatina composta.
«Ex-scopamici».
E sorrise ancora.
«Ora sei contento?».

Hoseok dovette trattenersi dal mettergli le mani addosso più di una volta.
«Ex. Significa che non c'è più niente, no?».

«Ah, questo dovresti proprio chiederlo al tuo ragazzo».
Rispose in tono ironico, lasciando che lo sguardo potesse cadergli sulle labbra serrate dalla rabbia del rosso.

«Non è il mio ragazzo!».
Controbatté, ormai su tutte le furie.

«Certo che non lo è. Lui fa così con tutti».
Tornò serio, strattonò via la sua cravatta dalla presa di Hoseok, e con passo lento voltò le spalle e si dileguò.



























"Ti assicuro che tu sei l'ultima delle persone con cui Taehyung farebbe il carino".
Quelle parole gli stavano rimbombando nella testa, insieme ad una doccia fredda di puntini che finalmente si collegavano tra loro.

Taehyung aveva spinto la sua testa sott'acqua per qualche secondo, permettendogli di vedere quell'iceberg insormontabile per lui.

Doveva parlare con Yoongi, al più presto.
Era furioso.

Perché non dirglielo da subito? Cosa ci sarebbe stato di male, se fosse stata solamente una cosa relativa al loro passato?
Perché nascondergliela?

Lui aveva bisogno di vedere ancora qualche scorcio di quella verità sepolta.
Lui doveva saperlo perché non avrebbe mai potuto perdonare Yoongi se avesse scoperto che lui era solamente un rimpiazzo, a cui erano state nascoste delle cose di questo calibro per tutto questo tempo, e chissà che altro.

Chissà che non pensasse a lui mentre... Dio, quella camicia.
Lui, la sua reazione.

Non era stato che un'immenso gioco di prestigio, fin dall'inizio.
In cui Yoongi giocava a non far vedere ciò che voleva ad Hoseok.
Per prima la sua vera identità, ciò che quelle mani realmente avevano fatto, chi era veramente Min Yoongi fuori da quel college: un ricercato.
E adesso la questione della vecchia fiamma mai soffocata, che stava lì dall'inizio e osservava tutto dall'alto, come un'aquila.
Letteralmente il ragazzo più bello che lui avesse mai incontrato, che si fa a pezzi e vende la sua anima perfetta al Diavolo, piuttosto che vivere lontano da quel ricercato.

Yoongi doveva avere davvero qualcosa di speciale.
Sapeva influenzare le persone, senza volerlo, in un modo che Hoseok non aveva mai visto prima d'ora, e di cui non era mai stato neanche lontanamente a conoscenza, finché quell'aquila non l'aveva portato dove volava lei.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora