XVI • jungkookie

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Quella sera, quando Jimin si mise a letto, notò qualcosa di diverso.
Era la prima volta che Jungkook se ne stava in camera a quell'ora.

«Oggi non vai a scopare da qualche altra parte?».
Chiese ridacchiando il minore, mentre il moro era ancora in bagno.

Ovviamente non ricevette risposta, ma quando Jungkook uscì dal bagno fu difficile distogliere lo sguardo da quell'ammasso di muscoli coperto solo da un accappatoio fin troppo aperto.

Si mise seduto sul suo letto, rivolgendo lo sguardo verso quello di Jimin, attaccando la schiena al muro.

«Minnie».
Chiamò, e Jimin si ricoprì di brividi.

«Cazzo Jungkook, datti un contegno! Sei mezzo nudo su un cazzo di letto».
Lo sgridò, ormai tinto di rosso.

«Perché andare da altre parti, se stasera qui ho te?».
Spiegò ghignando sfacciatamente.

Jimin passò dal rosso al bianco, e per non far notare il suo imbarazzo a Jungkook si voltò dall'altra parte, ignorandolo completamente.

«È colpa tua, della tua faccia da angioletto, del tuo corpo paradisiaco... È colpa tua».

«Smettila di pensarmi in quel modo, Jungkook».
Gridò ancora Jimin.

«Devo lasciarla vero?».
Chiese il moro dopo qualche secondo, riferendosi alla sua ragazza.

«Sì che devi».
Si voltò di scatto, anche se poi se ne pentì subito.
La vista di Jungkook con i capelli bagnati che gli ricadevano dolcemente sulla fronte, seduto in quel modo sul letto con l'accappatoio praticamente aperto, gli fece perdere un battito.

«Sei così bello, cazzo, ti odio».
Si lasciò sfuggire Jungkook.

Jimin non ci stava capendo nulla, ma di una cosa ne era certo: se si fosse alzato e si fosse andato a sedere sulle gambe di Jungkook, quello lo avrebbe divorato vivo.

E perché non provare?

«Dove vai?».
Domandò Jungkook, quando il biondo si alzò dal letto, ma appena lo vide sedersi sulle sue gambe capì tutto.

«Finisce male stasera, ti avviso».
Jungkook mise le mani avanti, cercando di imporsi dei limiti, ma quando Jimin iniziò a muoversi su di lui, cercando più attrito tra le loro intimità, il moro scacciò via ogni freno che si stava ponendo.

«Jungkookie..».

Il moro si sporse verso l'orecchio di Jimin, mordendolo e soffiando leggermente, facendo eccitare ancora di più entrambi.

Le loro intimità continuavano ad entrare in contatto, anche se solamente Jungkook era senza vestiti.
Così il maggiore iniziò a toccarsi e a toccarlo, fino a che Jimin non ce la fece più e iniziò a togliersi la maglia, mentre il corvino gli strappava velocemente di dosso boxer e pantaloni.

Jungkook ci rifletté per qualche attimo, poi si decise a mettere in atto la sua fantasia.
Prese in mano l'erezione del minore e la posizionò accanto alla sua, iniziando a muovere le mani su e giù, coinvolgendo entrambi nel lento movimento estremamente appagante.
Quando poi Jimin iniziò a massaggiargli i testicoli, Jungkook aumento la velocità delle sue mani.

Il biondino pensò di star per toccare il paradiso, e non era tanto il fatto di essere in quella situazione che lo stava mandando in cortocircuito, ma quanto il fatto che le loro intimità stessero così a contatto, e che le mani del moro riuscissero a fare quel lavoro in modo così impeccabile.

Jimin era un disastro: aveva i capelli scompigliati, la bocca rossa e semiaperta, dalla quale uscivano occasionalmente teneri gemiti.
E Jungkook non resistette e iniziò a baciarlo di nuovo, aumentando ancora il ritmo delle sue mani.
Quel bacio era bagnato ed eccitante, e veniva continuamente interrotto dai gemiti di piacere che, incontrollabili, scappavano dalle loro labbra.
Il moro si staccò solo per mordere e baciare il collo del più piccolo, stando però attento a non lasciare segni, non sapendo se sarebbero stati apprezzati o meno.

Quando poi capì che Jimin era quasi al limite, iniziò a stimolarlo sulla punta, giocando con il buco minuscolo, facendolo letteralmente andare in estasi, sentendosi avvolgere, stimolare e strofinare con un ritmo a dir poco perfetto.

«Jungkookie... ci sono quasi».
Avvisò tra un gemito e un altro.

«Pensi che finisca qui?».
Sussurrò con voce roca nell'orecchio destro del minore, mentre toglieva una della mani per andare e stuzzicare i capezzoli del biondo.

«Io ti voglio scopare talmente forte da farti male».

Jimin si sentiva scoppiare, quel sovraccarico di emozioni lo stava mandando al manicomio e l'unica cosa che riusciva a dire era il suo nome, altrimenti solo gemiti più o meno forti.

Ad un tratto sentì solamente del liquido caldo sgorgare tra le loro mani, senza sapere a chi appartenesse, probabilmente perché era di tutti e due, mentre una scarica di eccitazione lasciava il suo corpo e quello di Jungkook, che con la testa poggiata delicatamente sul suo petto, respirava affannosamente.

«Cazzo».
Commentò il moro, guardandolo negli occhi.

«Dio, abbiamo combinato un disastro su questo letto».
Disse guardando in basso.

Erano entrambi venuti, e anche tanto.

Jimin si alzò, attento a non sporcare nient'altro e si avviò verso il bagno per pulirsi e lo stesso fece Jungkook quando l'altro tornò in camera.

«Non volevo sporcarti il letto...».
Disse Jimin sconsolato, guardando in basso.

«Non c'è nessun problema, tranquillo. A parte il fatto che dovremo lavarle e stenderle da soli sperando che nessuno si accorga della loro mancanza... Sai com'è, il preside ha vietato qualsiasi rapporto sessuale all'interno della scuola».
Spiegò ridendosela.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora