VIII • bath

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Erano passate più di due settimane dall'accordo fatto il primo giorno di scuola con quel dio greco - come lo definiva il biondino - di Jeon Jungkook.

Jimin frequentava assiduamente ogni corso e si impegnava al massimo.
Ci aveva sempre tenuto alla scuola, al rendimento, alla reputazione, alla condotta impeccabile.
Già, la condotta impeccabile.

Jungkook lo sapeva benissimo, era venuto a conoscenza di parecchie cose riguardo al suo compagno di stanza.
Aveva occhi e orecchie ovunque, occhi disposti a dargli qualsiasi vista, pur di stare accanto a lui, e orecchie disposte a donargli qualsiasi suono lui volesse udire, pur di tornargli utile.

Era incredibilmente attraente, questo lo sapeva bene.
E sapeva altrettanto bene come sfruttarlo.

Anche Jimin ne era piuttosto convinto.
Eppure era uno stronzo.

La pace tra loro regnava grazie al loro impegnativo accordo: Jimin obbediva ad ogni sua richiesta, e in cambio Jungkook non lo avrebbe sfiorato neanche con un dito. Nessuna violenza. Né psicologica, né fisica.
Nessuna valigia buttata di sotto, nessun ramen versato sul pavimento della mensa e nessun gesto violento.

Certo, era difficile svolgere i compiti di un ragazzo di terza, Jimin doveva ammetterlo, ma era il prezzo da pagare.

Nessun ostacolo, nessun dialogo, nessun litigio.
Si vedevano solo per dormire, ma nessuno fiatava, neanche per dirgli i compiti da svolgere al posto suo.
Lasciava ogni mattina un post-it sulla scrivania con su scritto tutto.

Erano le 22:30 e Jimin era appena rientrato in camera, dopo aver cenato, e subito si era catapultato nella grande vasca che dominava il loro bagno.

Da quello che aveva capito, nessun'altro aveva una vasca del genere in camera, ma quella stanza la possedeva per il semplice fatto che era stata arredata in parte da Jungkook stesso.

«Pft... Ricchi del cazzo».
Bofonchiò mentre si immergeva nella calda acqua profumata, cercando di svuotare la mente, per concentrarsi su sé stesso e godersi qualche ora per lui e per la cura del suo corpo.

Si era solo dimenticato un dettaglio: non viveva solo.

A spalancare la porta e far svanire nell'aria fredda, che proveniva dal resto della camera, tutto il bel tepore che emanava la sua vasca piena di acqua calda e profumata, fu proprio Jungkook.

«Cazzo, posso avere un momento di privacy o no?».
Sbottò Jimin, schizzando acqua da tutte le parti, e cercando di riaccumulare più schiuma possibile attorno al suo corpo in modo da non mostrarsi nudo.

«Vattene affanculo e lasciami la vasca, ragazzina».
Rispose con tono fermo e severo, ma comunque in qualche modo annoiato e assente.

«No, ci stavo prima io. Ho appena finito tutti i tuoi compiti di biologia molecolare... Ho bisogno di riposo!».
Contestò, cercando di non smuovere troppo la preziosa schiuma che impediva ogni vista al moro.

«E io ho appena finito di allenarmi in piscina, ho bisogno di farmi un bagno! Ho il cloro addosso».
Rispose acido e distaccato.

«Non intendo muovermi di un millimetro».
Affermò il minore, prendendo dei petali di rosa che teneva in un sacchetto apposito per i suoi lunghi bagni ristoratori, e spargendoli nell'acqua per profumarla ancor di più, e soprattutto per mostrare al moro come fosse totalmente indifferente ad ogni sua parola o ordine.

«La vasca è mia, decido io».
Disse poi, prima di iniziare a spogliarsi completamente, lasciando solo i boxer.

Jimin si accorse di quello che realmente stava succedendo solo quando sentì l'acqua della spaziosa vasca smuoversi un po' troppo e la schiuma scoprirlo completamente.

«Ma sei matto?!».
Gridò, girandosi di spalle per coprirsi.

«Esci o fatti il bagno con me, scegli.
Le opzioni sono queste, dato che a causa dell'accordo non posso spaccarti la faccia».
Disse con tono saccente, prendendo una sigaretta dal pacchetto lasciato nella tasca dei suoi pantaloni, ormai accasciati a terra, e portandola alla bocca.

«Potresti passarmi quell'accendino, principessa?».
Lo stuzzicò ancora.

Uscire dalla vasca sarebbe equivalso a dargliela vinta.
E Jimin non perdeva mai.

«Prenditelo da solo».
Rispose con disprezzo, dato tutto quello che gli stava facendo senza un apparente motivo.

Jungkook ridacchiò, squadrandolo, per poi sporgersi leggermente in fuori, per prendere il suo accendino.

La sigaretta iniziò ad emettere fumo, e subito Jimin si lamentò per l'odore fastidioso.

«E sta' zitto, cazzo».
Lo ammonì Jungkook, dopo almeno cinque minuti in cui lamentava come le sue narici si stessero "intasando" di quel "fumo strano".

«Ho fatto tutto quello che mi hai chiesto, perché ora mi stai trattando così?».
Chiese, ad un tratto, il più piccolo.

«No, ragazzina, non hai fatto tutto quello che ti è stato chiesto».
Lo rimbeccò severo, a denti stretti.

«Ho finito tutti gli esercizi sull'acido desossiribonucleico!».
Contestò su tutte le furie il biondino.

«Già, ma a quanto pare non hai capito che l'acido desossiribonucleico differisce dal ribonucleico per il semplice fatto che il primo è il DNA, il secondo è l'RNA. Inoltre non mi sembra che tu abbia compreso appieno mitosi e meiosi.
Quegli esercizi erano errati».
Lo bacchettò con aria saccente.

«È normale che qualcosa potrei averlo sbagliato, sono al primo anno e tu sei al terzo! Già è tanto se riesco a capirci qualcosa dai tuoi stupidi tomi di biologia molecolare e chimica!».
Sbraitò, spazientito dalle numerose critiche appena ricevute.

«E poi, se lo sai, perché lo fai fare a me?».

«Perché non mi va di perdere tempo».
Rispose freddo, mentre spegneva la sua cicca, ormai interamente consumata.

«Quest'università m'annoia... è troppo semplice».
Aggiunse infine, facendo spalancare la bocca a Jimin.

Seguirono attimi di silenzio, prima che Jungkook aprì di nuovo bocca, prima di uscire dalla vasca.
«Comunque cerca di trattenere gli ormoni quando ci facciamo il bagno insieme».

Jimin arrossì immediatamente, e si affrettò anche lui ad uscire dall'acqua, dapprima dando le spalle a Jungkook, che si godette la sua vista afrodisiaca preferita, poi coprendosi definitivamente appena arrivò ad afferrare il grande asciugamano che aveva già puntato da qualche secondo.

«E tu cerca di non guardarmi troppo il culo, la tua ragazza potrebbe farsi venire l'ennesima crisi di gelosia».

«Sai, senza boxer è definitivamente meglio».
Affermò in tutta risposta, cercando di far intimidire Jimin il più possibile, riuscendoci alla grande.

Così il più piccolo sgattaiolò velocemente fuori dalla porta e Jungkook se lo guardò per bene con un ghigno stampato sul volto.

Aveva vinto, di nuovo: Jimin era scappato.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora