XV • kiss me again

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Jungkook spalancò la porta della sua camera con un calcio, facendola sbattere almeno due o tre volte contro la parete adiacente.

«Sei pazzo o cosa?».
Strillò Jimin, che era appena stato bruscamente svegliato dal suo riposino pomeridiano.

«Mutati Park, ti conviene».
Sputò acido, mentre lo sguardo innocente di Jimin lo seguiva per tutta la stanza, fino alla grande finestra che il moro aprì con rabbia, affacciandosi per prendere una boccata d'aria.

Jimin lo guardava incredulo, con la bocca spalancata, e così rimase per almeno due o tre minuti, finché non decise di rimettersi giù, tentando di ritrovare il sonno.

Lo sentiva camminare su e giù per la stanza, e onestamente, non pensò fosse la cosa più rilassante che gli potesse capitare per conciliare il suo sonnellino.

«In mensa ho visto che i tuoi amici si stavano urlando addosso... Mi dispiace».
Si azzardò a dire dopo almeno dieci minuti, tanto aveva capito che non avrebbe più dormito.

«Perché mi guardi invece di mangiare?».
Domandò il moro, visibilmente irritato.

«Lascia stare».
Preferì chiudere il discorso, anche perché spiegare a Jungkook perché avesse continuato a trovare più interessante guardarlo, anziché mangiare, era parecchio complicato.

«Non volevo farmi i cazzi tuoi, l'ho solo notato».
Aggiunse infine, sentendo che quel "lascia stare" non era stato abbastanza per giustificarlo.

«Ma fa' un po' come ti pare, pensi mi cambi qualcosa?».
Domandò Jungkook, ridendo e aspettando una risposta di Jimin.

Scaricare tutto sul minore lo liberava, e trovava estremamente allettante provocarlo in ogni senso e in ogni modo.
Lo distraeva.
In più il discorso con Taehyung, prima della discussione, lo aveva sbloccato su tanti fronti.

«Assolutamente no, ma dal momento che l'hai notato, si presuppone che anche tu stessi facendo la stessa cosa».
Il biondo rispose a tono alla provocazione.

«Alzati e dimmelo in faccia».
Comandò, alzando il sopracciglio sinistro e appoggiandosi al muro con la schiena.

«Jungkook, non voglio discutere con te».
Il minore si rifiutò.

«Allora alzati e vieni qui a dirmelo».
Ordinò nuovamente, facendo saltare definitivamente tutti i nervi a Jimin, che odiava chiunque gli dicesse cosa fare.

Così il biondino si tirò su dal suo letto, si sistemò i capelli e senza un briciolo di timore e con tono sfacciato si presentò a cinque centimetri dal naso di Jungkook a ribadirgli «Se hai notato il mio sguardo su di te, è perché anche tu mi stavi guardando».

Cazzo se era maturato.
Era entrato dentro quell'università senza neanche il coraggio di opporsi o rispondere al maggiore, e adesso si sentiva fiero in tutto e per tutto dell'atteggiamento che riusciva ad avere nei suoi confronti.

Ma in realtà chi ne era veramente più felice del biondino, era proprio lui.
Perché così lo trovava ancor più attraente.

Se lo squadrò da capo a piedi, e Jimin percepì brividi ovunque.
La tensione tra i due era palpabile e ne erano entrambi perfettamente coscienti, solo che Jimin non poteva credere realmente di fare quell'effetto a Jeon Jungkook.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora