VI • he never forgives

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«Fai silenzio. E inizia con i miei compiti di matematica, non ne ho voglia».
Disse lanciando un quaderno azzurro tra le mani del biondino, scaraventando una pila di fogli sulla scrivania che avrebbero dovuto condividere, posta accanto la parete a nord della stanza.

«Cosa scusa?».

«Hai detto che avresti fatto quello che dicevo io, no? Quelli sono gli esercizi che ci avevano dato da fare durante l'estate, buon divertimento! Torno alle 17:20, così li prendo e vado a lezione».
Spiegò in fretta e furia, per poi precipitarsi fuori dalla camera, sbattendo la porta.

Jimin non poteva credere ai suoi occhi.

«Che si fotta. Io devo pensare alla mia valigia».
Disse tra sé e sé, assestando un calcio al legno della scrivania, facendo però scivolare a terra tutta la pila di fogli, e mentre guardava come ogni pezzo di carta danzasse aggraziatamente nell'aria, cadendo sempre più verso il basso, iniziò a pensare ad una possibile reazione da parte del moro, e già si vide impiccato fuori dalla finestra.

Prese le chiavi al volo e si precipitò nel cortile interno.

«Jin?».
Chiese un po' allibito, vedendo l'amico con il suo trolley tra le mani.

«È la tua roba vero? L'ho riconosciuta... Io e il mio coinquilino te l'abbiamo messa apposto!».

«Piacere, Namjoon».

Jimin strinse la mano al ragazzo alto e poi si inchinò per ringraziare entrambi.

«È stato Jungkook, vero?».
Chiese Jin, diventando tutto d'un tratto cupo e serio.

«Jungkook? Ma intendete quel Jeon Jungkook?».
Chiese ridacchiando Namjoon, intromettendosi.

«Sì, è il mio coinquilino».
Rispose tutto scocciato Jimin.

«Ah lui è - Sì, lui è di terza se non sbaglio.
È più piccolo di me, per questo non ho mai avuto guai con lui. È uno squilibrato, ovunque ci sia lui ci sono astio e litigi. Stacci il più lontano possibile, non è una buona compagnia, me ne hanno raccontate di tutti i colori su di lui».
Raccontò Namjoon.

Jimin era sempre più preoccupato, così ricapitolò a Namjoon tutti gli accaduti, compresa la novità: aveva buttato a terra tutti i compiti di Jungkook.

«Penso che tu abbia fatto bene a non fare i suoi compiti, ma non dovevi disordinare i suoi fogli... Non la passerai liscia».
Concluse Namjoon.

Già, Jimin aveva raccontato tutto a Seokjin e a Namjoon, ma ovviamente aveva omesso la parte dell'accordo.

Sentiva tutte le parole sgradevoli e gli aggettivi sprezzanti che venivano continuamente affibbiati a quel ragazzo, ma c'era qualcosa in lui, e Jimin non capiva bene cosa, che lo attraeva incredibilmente.
Non gli erano mai piaciuti i bravi ragazzi, ma non ne aveva neanche mai incontrato uno particolare come lui.
Sì, Jimin pensò che "particolare" fosse l'aggettivo giusto.
Nessuna parola fuori posto, nessun insulto.
Solo particolare.

Ma lo conosceva talmente da poco e non poteva permettersi di arrivare a conclusioni affrettate.
Inoltre aveva appena lanciato tutti i suoi schemi e appunti in giro per la stanza, e non aveva la minima intenzione di andare a raccoglierli.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora