XXV • let me love you

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Chi aveva salvato Jin e Jimin da quell'inferno, quella sera?
Kim Namjoon.
E quel ragazzo dai capelli viola si era scusato almeno cinquanta volte per non essere riuscito a trovare Hoseok tra la folla tanto velocemente com'era riuscito a fare con gli altri due.

«Non risponde al telefono».
Aveva sentenziato Jimin.

«State tranquilli, state tranquilli. Hoseok sta bene, me lo sento».
Aveva risposto Jin, per cercare di calmare gli animi dentro quella camera.

«State zitti tutti! Sta squillando finalmente!».
Gridò il biondo, quando all'ennesimo tentativo di rintracciare il rosso, il telefono aveva iniziato a dare segni di vita.

"Pronto?".
Una voce metallica, un po' sconsolata, rispose al telefono.

«Hoseok! Dove sei?».
Chiese Jimin, spaventato a morte.

"Sono in macchina con Jungkook, Taehyung e Yoongi. M-mi hanno portato via loro".

«Oh Dio.. Grazie... Grazie... Stai bene? C'è qualche ferito? Come stanno loro? E Jungkook?».
Iniziò a tempestarlo di domande, e venne interrotto solamente da Jin, che con una leggera spinta gli intimò di fermare quella raffica di parole.

"Io sto bene, anche Jungkook, ma Yoongi ha i capillari del naso che non smettono di sanguinare e Taehyung ha un braccio rotto, forse".
Rispose con un filo di voce.

«Avvertiamo noi l'infermeria, e dì a Jungkook che lo aspetto qui in camera».
Concluse.

"Jimin?".
Chiese ridacchiando un po', riferendosi alla fine della frase.

«P-per discuterne, ovvio, d-dobbiamo parlare di questa cosa».
Si corresse velocemente.

"È ok, ora glielo dico, a dopo Chim".
E attaccò il telefono.

Tutti e tre nella stanza tirarono un sospiro di sollievo, prima di incamminarsi verso l'infermeria.

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Appena Yoongi vide con quanta insistenza Jungkook stava cercando di convincere tutti ad accompagnare Taehyung fin sopra il lettino dell'infermeria, si ricordò di come il preside avesse chiaramente esplicitato che non ci sarebbe stato posto per gli ospiti, e la conferma la ebbe quando vide la signora vestita di bianco accompagnare verso l'uscita il moro infuriato.

«Mi lasci! Io resto lì dentro! Sono il suo migliore amico!».
Jungkook protestava, battendo ripetutamente un pugno sopra la porta dell'infermeria.

Decise così di intervenire, per evitare complicanze al voto di condotta già carente di Jungkook.
Non avrebbe voluto vedere un'altra delle solite note che prendeva il moro, magari stavolta una che faceva "il signorino Jeon prende a pugni la porta dell'infermeria cercando di sfondarla".

«Fermati, stai facendo un casino. Non serve qualcuno che stia lì dentro, stanno solo facendo un controllo per poi mandarlo in ospedale se necessario. Io e Hoseok torniamo in camera, ti consiglio di fare altrettanto, Jimin e Jin sono già andati».
Si congedò Yoongi, senza aspettare una risposta, mentre iniziava ad incamminarsi verso il corridoio che portava ai dormitori.

Hoseok, prima di girarsi, agitò la mano per salutare velocemente, e poi seguì Yoongi.

«Si è fermato il sangue?».
Domandò il rosso, mentre l'altro apriva la porta della loro camera, facendogli cenno di entrare.

«Sì».
Rispose secco.

«Prima l'ho visto abbastanza scosso Taehyung, quando lo stavano accompagnando in infermeria».
Hoseok aprì l'argomento, appoggiando leggermente il suo peso sulla scrivania che condividevano in quella stanza.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora