XLIX • FLASHBACK • bites

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Taehyung spostò un ciocco di legna ardente dentro al camino, armeggiando con quell'affare in ferro.

«Hyung, serve altra legna?».
Domandò Jungkook, affacciandosi dalla porta in legno della casupola di montagna di proprietà dei Jeon, dove avevano deciso di passere il loro primo capodanno insieme, al primo anno di università.

Ogni volta che qualcuno parlava, una nuovoletta di condensa compariva davanti la bocca, quindi avevano deciso due modi per scaldarsi: accendere il camino e bere.

Avevano appena finito di cenare, e si erano riuniti davanti al fuoco, continuando di tanto in tanto a bere il vino che era avanzato dal pasto.

«Dobbiamo davvero ringraziare i tuoi per averci lasciato usare questa casa per questi giorni!».
Disse Yoongi, poi.

«Oh no, loro non la usano mai, davvero».
Jungkook scosse la testa.

«Allora Yoongi? Alla fine come hai risolto con tuo padre?».
Domandò poi, Taehyung, voltato ancora a sistemare i grandi ciocchi nel camino.

Yoongi squadrò la sua figura da capo a piedi, e prima che potesse degnarlo di una risposta, Jungkook lo interruppe.
«No Yoongi! Raccontaci di quello a cui hai sparato, dai».

«Jungkook, non ho sparato a nessuno»
Rispose ridacchiando, mettendosi le mani in tasca.

«E allora quella storia che girava a Daegu, della rapina in banca...».
Il moro riprovò, lo affascinava sentirlo raccontare da chi l'aveva vissuto in prima persona, quella vita sfrenata, colma d'eccessi, che lui non aveva mai avuto.

«Jungkook lascialo in pace».
Commentò Taehyung.

«Avete preso in ostaggio i dipendenti?»
Chiese ancora, ignorando del tutto Taehyung.

Yoongi alzò gli occhi al cielo.

«E allora dimmi, a Busan correva voce di un grosso carico di cocaina, c'eravate voi dietro vero?».

Taehyung fece cadere a terra la pinza in ferro, producendo un rumore talmente forte da far interrompere il flusso di domande infinito di Jungkook.

«Stai esagerando, lascialo in pace. Anche se fosse non credo possa dirti nulla».
Parlò, poi.

Yoongi lo ringraziò sottovoce.

«Allora è un sì? Cazzo lo sapevo! Che figo! Voglio dire... Tu sei proprio figo, vorrei essere come te».
Jungkook tornava ad essere un quindicenne ogni volta che toccava del vino.
Od ogni qualvolta fosse vicino a Yoongi.

«Oh Cristo, Jungkook! Scollati di dosso».
Pronunciò il menta.

«Ehi... è finita un'altra bottiglia di vino, che ne dite di farci una bella partita ad obbligo o verità? Così Jungkook la pianta con queste stronzate».
Propose Taehyung, su due piedi.
Letteralmente la prima stronzata che gli potesse venire in mente, era stata una cosa impulsiva, solamente perché aveva visto Yoongi agitarsi ed innervosirsi fin troppo.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora