XXXI • deal with it

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Yoongi si spingeva sempre più forte dentro di Hoseok, e lui non riusciva a far altro che sentirsi in paradiso, e farsi scappare talmente troppi ansimi da cominciare a sospettare che sotto, nel cortile, avessero iniziato a capire che stava succedendo qualcosa su quella finestra.

«H-hyung».
Il rosso aveva cominciato anche a masturbarsi, e sentiva il suo orgasmo davvero vicino.

Yoongi aveva le guance rosse, i capelli spettinati.
La presa stretta sulla schiena nuda di Hoseok, gli faceva diventare le nocche più bianche del solito.
Aveva il fiatone, ma non riusciva a pensare di poter rallentare anche solo un po'.

Yoongi aveva capito che quella non era la prima volta di Hoseok, ma questo non era assolutamente un problema per lui.

Ben presto anche il menta cominciò a sentire il suo orgasmo costruirsi.
Ormai non ci stava capendo più niente, ed era difficile per lui tenere a freno la lingua.

«Ti ho scopato abbastanza o vuoi di più?».
Ringhiò a voce bassa, mentre aumentava ancora di più il ritmo delle stoccate, facendo ansimare Hoseok ogni volta che raggiungeva la sua prostata, fino a che il rosso non finì tra le sue mani, e Yoongi dentro di lui.

«Cazzo Yoongi... Cazzo!».
Imprecava il minore, mentre si tirava su.

Avevano entrambi gli occhi lucidi e le labbra socchiuse, intenti a riprendere fiato.

Il menta stampò un bacio accanto alle labbra rosse di Hoseok, e poi si lasciò cadere sul letto dietro di lui.

«Ti avevo detto di non dare spettacolo a quelli di sotto».
Ridacchiò poi.

«Scusami hyung».
Disse sospirando, ancora con le guance arrossate.
«Vado a pulirmi le mani e ti raggiungo».
Annunciò poi.

Si diresse verso il bagno e aprì l'acqua.
Mentre la vedeva scorrere, alzò lo sguardo, lì dove c'era lo specchio.

Yoongi gli aveva lasciato un succhiotto ben visibile.
Si guardò negli occhi. Ancora lucidi.
Poi guardò i suoi capelli rossi, spettinati e tirati.
Le labbra rosse e gonfie.
E poi i segni delle sue unghie sui fianchi e sulle spalle.

Sì, Min Yoongi l'aveva decisamente scopato.

Un sorrisino di compiacimento gli scappò, spontaneo.
Poi chiuse l'acqua e si asciugò le mani.

Quando uscì, Yoongi gli fece cenno di raggiungerlo.

«Ah prima mi prendi una maglia pulita dall'armadio?».
Chiese il menta, così Hoseok si accinse a farlo.

Aprì l'anca scorrevole, e iniziò a frugare tra la roba di Yoongi per trovare una maglietta.

«Anche quella bianca va bene».
Indicò il menta.

Hoseok fece per prenderla, quando notò che aveva qualcosa al suo interno.

Quando capì cosa fosse davvero, stampò una manata all'anta per richiuderla, facendo sussultare Yoongi, che scattò immediatamente ritrovandosi seduto.

«Hyung che cazzo è quella roba?!».

«Ma che dici Hoseok, che ro-».

«Yoongi hai una cazzo di pistola dentro il nostro armadio, nella nostra cazzo di stanza?!».
Chiese scandalizzato, con un tono piuttosto alterato, ma pur sempre sconvolto e ferito, quasi sembrava stesse per mettersi a piangere.

«Stai fermo, c'è una spiegazione!».

Urlò cercando di fermarlo dal rivestirsi.

«Fammi spiegare!».

«Tu sei pazzo, sei matto... che cosa cazzo pensavi di farci? Oh Dio, non posso crederci, togliti».
Lo scansò mentre prendeva la sua copia di chiavi dalla scrivania.

«Hoseok è quella cazzo di pistola che ho dovuto togliere ad Aeri».
Lo afferrò per il polso.

«La dovevo per forza tenere io, gliel'ho tolta di mano io! Dimmi, a chi avrei dovuto darla, eh? Alla polizia? Così appena entravo in commissariato mi facevano la festa? Sai cosa significa che mi cercano da anni quelli? Oppure che cosa facevo, la davo a uno di voi? Che neanche sapete metterci una sicura ad una pistola? Oppure pensavi fosse meglio lasciare Aeri armata? No dimmi, che cazzo pensavi, che facevo una buchetta e ce la mettevo dentro? Magari pure nella scuola, con sopra le mie impronte?».

Hoseok era impietrito, ferito, preoccupato.

Guardava le pupille di Yoongi, alternando tra i suoi due occhi.

«Non mi interessa dove potresti metterla, ti dico solo che non la voglio in camera mia. Dalla a qualcuno o falla sparire, ovunque ma non qui. Io non voglio guai con la scuola».
Spiegò, togliendo dolcemente la mano di Yoongi dal suo polso.

«Se davvero ci tieni a me, e se davvero vuoi qualcosa con me, devi accettare tutto di me. Avevi detto che eri disposto, ma non ti biasimerei nel caso cambiassi idea. Io non proverei mai a far funzionare qualcosa con uno come me».

«Yoongi, io accetto te e quella parte del tuo mondo, ma a patto che non collida con il mio. Avere in camera un'arma che potrebbe potenzialmente farci finire espulsi entrambi e farmi passare guai legalmente parlando, significa collidere il mio mondo».
Spiegò mettendo una mano sulla maniglia, segno che se ne stava andando.

«Ti prometto che entro stasera sparirà da questa camera, ma tu non te ne andare ora, ti prego».
Gli prese di nuovo il polso.

«Vado solo a prendere un po' d'aria, torno per cena... Tu intanto pensa a quella roba lì».
Rispose indicando con lo sguardo l'armadio.

«Come vuoi».
Rispose, freddo come il ghiaccio.

Hoseok si avvicinò per avere un bacio, e Yoongi si scansò ancora.
«Io non posso fidarmi di te, lo vedi come reagisci?».

«Yoongi, come avrei dovuto reagire?».

«Io non ho aspettative sulle persone. Non mi aspetto che tutti mi accettino, o che tutti non abbiano timore.
Però ti chiedo di non avere aspettative neanche tu, su di me».
Lo guardò fisso negli occhi.

«Perché non mi baci?».
Domandò nuovamente, con la mano sulla maniglia della porta.

«Perché non stiamo insieme, ti è sufficiente come risposta?».

«Cosa c'entra?».

«C'entra eccome. Io non prendo per il culo le persone. I baci hanno un grande significato».
Spiegò, voltandosi.

«Ora vai dai, non eri arrabbiato?».
Domandò ancora il menta, stendendosi sul letto.

«Non sono arrabbiato, hyung. Mi sono solo spaventato, per questo voglio stare un po' all'aria aperta».
Finì il rosso, prima di uscire dalla porta.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora