V • obey

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«Mi scusi!».
Chiamò Hoseok da dietro il bancone della segreteria.

«È possibile chiedere un'informazione?».
Ripetè, quando vide un'anziana signora spuntare da dietro la grossa fotocopiatrice.

La donna venne pian piano fin verso la sediolina della reception e poi fece cenno ad Hoseok di parlare.

«Buongiorno signora, volevamo sapere se fosse possibile o meno cambiare coinquilino. È urgente».
Spiegò di getto.

«Non potete cambiare le camere che vi sono state assegnate, mi sembra che su questo discorso il preside sia stato egregiamente chiaro stamani».
Rispose con calma e pacatezza.

«Ma signora, il suo coinquilino lo ha bullizzato di fronte ai miei occhi». Insistette Jin, che prese la parola.

«Non dica sciocchezze, signorino. Non ammettiamo soggetti violenti in questa scuola». Concluse liquidandoli.

«Allora credo che voi dobbiate tenere d'occhio il suo coinquilino, perché non penso rispecchi nessuno dei parametri necessari per frequentare questa scuola».
Puntualizzò Hoseok, con tono di sfida.

«Mi dica il nome».

«Jeon Jungkook».
Accusò Jimin.

«Jeon? Ma scherza? È il nostro migliore alunno».

«Non mi interessa il suo rendimento scolastico, io le sto denunciando un atto di bullismo accaduto, non dovrebbero esserci favoritismi in base alla rendita».
Si intromise ancora Jin.

«I suoi genitori donano regolarmente alla scuola, sono ricchi, suppongo. A nessuno converrebbe ammettere le sue colpe, e di certo non è compito nostro».
Disse un altro signore, che Jimin neanche aveva notato fosse lì.

«Va bene, non mi interessano gli affari burocratici della scuola, mi basta solo che venga cambiato il coinquilino a Park».
Sbottò Jin, dopo aver sentito le parole dell'altro signore.

«Come le abbiamo già detto questo non è possibile, arrivederci».
Chiuse il discorso, e allora Hoseok trascinò via i due amici senza dire una parola, cercando di mordersi la lingua per non urlare quanto gli stessero sul cazzo tutti quanti.

«Ascolta Jimin, alle 17:30 abbiamo il corso di linguistica e ci rivediamo, ma prima dobbiamo tornare nei dormitori.
Chiama appena vedi anche soltanto un minimo comportamento violento di quello stronzo, intesi?».
Si assicurò Hoseok, e Jimin annuì con convinzione.

«Tranquillo, me la caverò... Alla fine è solo un bullo del cazzo».

«O-ok perfetto... a dopo».
Disse, avendo di colpo realizzato di essere stato forse un tantino troppo protettivo nei confronti del biondo.

I tre si salutarono e ognuno tornò nella propria stanza.

Jimin entrò velocemente, e non rivolse minimamente lo sguardo al suo coinquilino stravaccato sul suo letto.

Iniziò a cercare la sua valigia, deciso a sistemare i vari indumenti nella poca parte d'armadio che il maggiore aveva lasciato libera (solo ed esclusivamente perché non aveva abbastanza roba per riempire tutto).

Ma ben presto iniziò a realizzare che la sua valigia non era più dove era stata lasciata.

«Dove cazzo hai messo la mia valigia?».
Chiese ormai stufo del comportamento infantile del moro.

«Non è un mio problema se ti perdi la roba, gioiellino».
Rispose secco, senza degnarlo più di tanto della sua attenzione, continuando a guardare lo schermo del suo pc.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora