XXXV • that gun

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Dire che Jungkook avesse avuto degli occhi che Taehyung non gli aveva mai visto, quel pomeriggio, era dire troppo poco.

Aveva un non-so-che di inquietante, e da quando aveva pronunciato quelle parole, era come se il problema del castano si fosse ridotto ad una briciola.

Taehyung prese un bel respiro.
«Yoongi...».

«Ah bhe, vedo che abbiamo un soggetto in comune nei nostri problemi».
Ridacchiò grottescamente il più piccolo.

«Io... Io non l'ho superata».

Jungkook sgranò gli occhi.
«Cristo, Taehyung! Mi avevi detto che era solo sesso».

«Sai meglio di me, forse, quanto lui crei dipendenza»
Sentenziò, riferendosi a quanto Jungkook avesse cercato di emularlo nel corso degli anni, anche a costo di mettersi nei guai.

«E Yoongi? Dico... ne avete parlato?».
Chiese chiarimenti.

«Sì, prima che finisse lo scorso anno scolastico. Ha chiuso con me, dicendo che io meritavo la felicità e che lui non avrebbe potuto darmela. Quella notte gli dissi che non gli avrei mai dato pace».

Jungkook ascoltava, con gli occhietti tristi e la bocca semi aperta.

«Che avrebbe dovuto farsi la sua vita, ma lontano da me. Che non avrei mai voluto conoscere il mio rimpiazzo.
Ma sai, ormai lo conosci... A meno che tu non abbia una pistola in mano, non sarai mai abbastanza credibile per Yoongi. È abituato così, perciò mi ha ignorato e sottovalutato, perchè quella notte ero armato solo di lacrime, cose che per lui...».

«... Non esistono. Già, non l'ho mai visto piangere».
Il moro finì la frase al posto suo.

«Non ce la faccio più a vederlo con quello lì. Jung Hoseok, l'amico di Jimin. Così oggi in mensa ho rovesciato apposta la salsa piccante sulla sua camicia, e poi gli ho detto di usare la mia come cambio e di riportarmela domattina».

«Speri che Yoongi riconosca il tuo profumo mentre gliela sfila? Non capisco il senso di ciò che hai fatto...». Jungkook chiese delucidazioni, seppur sperasse nel più profondo di essere davvero fuori strada col suo ragionamento.

Invece Taehyung annuì, volgendo velocemente lo sguardo verso il basso, cominciando a giocare con la manica della giacca.

Jungkook sgranò gli occhi e trasalì «È una tortura, Hyung!».

«... Così dolce».
Rispose il castano, visibilmente addolorato, ristabilendo il contatto visivo.

«Stai delirando». Lo zittì immediatamente, facendo tornare lo sguardo di Taehyung sulla manica della giacca blu della sua divisa.

«Non puoi semplicemente andare avanti? Accettare che avete entrambi altre persone e comportarvi da amici?». Riprese Jungkook, aggrottando leggermente le sopracciglia.

«Andresti avanti tu?». Domandò l'altro, come in segno di sfida.

Passò qualche secondo nel completo silenzio, poi Jungkook riprese fiato «Per il quieto vivere di tutti... Sì».

«Ammirevole - davvero - ma la predica non può proprio venire da uno che, pur di non troncare la sua tresca, ci ha quasi fatti ammazzare da una criminale sociopatica». Controbatté lui, alzando di poco il tono della voce.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora