XXXIII • FLASHBACK • die for you

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Yoongi se ne stava seduto su una sedia di plastica bianca, posta al centro della terrazza comune dell'istituto.

C'era solo lui, ma solamente perché erano le due o le tre di notte, altrimenti sarebbe stata gremita di gente.

In realtà non gli importava molto di tenere d'occhio l'orario, a lui non interessava dormire la notte. Veramente preferiva di gran lunga farlo la mattina, mentre per quei corridoi c'era un via vai infinito di gente.

Gli piaceva starsene ad oziare al caldo delle sue coperte, mentre tutti gli altri facevano qualcosa.

Questo perché in realtà, nella sua vita, aveva sempre avuto ben poco tempo a disposizione per oziare.
Per prendere un qualsiasi libro e leggerlo, come stava facendo ora.

"Uno, Nessuno e Centomila", riportava la copertina flessibile.

Gli piaceva, in fondo - quel libro - tanto quanto gli piaceva accendersi una o due sigarette durante tutta la lettura, quando si metteva lì, quelle notti.

«Cazzo».
Imprecò, quando si accorse che la cenere rovente della sigaretta aveva iniziato a bruciacchiare l'angolo destro della pagina che stava leggendo.

Gli diede qualche colpo, e soffocò subito la fiamma.

Sbuffò infastidito, quando vide quello che rimaneva della sua pagina.
Alzò gli occhi al cielo, e poi spense la cicca, nonostante non fosse ancora terminata, gettandola da qualche parte nel grande terrazzo.

La fissò per qualche secondo, quella bruciatura, e per un attimo pensò che gli assomigliasse più di quanto sembrava.

Si sentiva così alla fine, bruciato.

Si sentiva cenere.

Si sentiva costantemente lo stomaco andare a fuoco, come era andata a fuoco quella pagina.

Soffriva da solo senza che nessuno se ne accorgesse, e bruciava silenziosamente come quella pagina, lasciandosi dentro di sé solamente un cuore di cenere.

«Non si buttano le cicche a terra».
Una voce calda e bassa fece capolino dietro le sue spalle, ma Yoongi non si voltò nemmeno.
Non gli serviva voltarsi, per capire a chi appartenesse quel timbro così soave.

Sembrava cantare, ogni volta che parlava.
Le sue parole sembravano di zucchero.
Non come le sue, che sembravano di carbone.

Yoongi tirò un lungo sospiro, inebriandosi le narici di quella fragranza dolce che emanava la pelle di Taehyung.

Un paio di labbra si chiusero sulle sue, in un bacio talmente veloce, che Yoongi ebbe come l'impressione di averlo scottato.

«Perché sei sveglio?».
Gli chiese il menta, chiudendo il libro con forza.

«Volevo venire in camera tua, ma non c'eri. Non è una novità per me trovarti qui, e infatti non mi sbagliavo».
Confessò il castano, mentre camminava lentamente verso il muretto che separava la terrazza dal vuoto, così da poter ammirare il paesaggio.

«Mi stai consumando, Yoongi».
Sputò fuori, quando si rese conto che ormai anche il minore lo aveva raggiunto, poggiandosi al muretto, alla sua sinistra.

⋆ 𝐁𝐔𝐓𝐓𝐄𝐑𝐅𝐋𝐘 𝐄𝐅𝐅𝐄𝐂𝐓 ☽ 𝘫𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora