Scandalo

46 6 3
                                    

ALFIERE

Mykah sgattaiola fuori dalle porte, l'ultimo spiraglio prima che si chiudano mi lascia intravedere Diana sbattergli sul petto. È cominciata.

Ed è adesso che scoppia il caos.

Gli invitati mi urtano a destra e a manca, mi scorrono addosso per raggiungere l'uscita bloccata mentre io rimango fermo. «Tu?» mi indica un cortigiano vestito in malo modo, i polpacci troppo grassi rischiano di sfilacciare le calze tirate al ginocchio.

«Io?» Esco il pugnale da sotto la camicia, senza troppi giri di parole. Accarezzo il manico in pelle con l'indice, mantenendo la calma. «Nessuno vi aprirà» faccio, pizzicandomi con la punta. Il cortigiano si allontana a piccoli passi senza darmi la schiena, poi schizza via anche lui e inizia a battere i pugni sulla porta, unendosi alle altre mille scimmie come lui.

L'intelligenza non è per tutti. Se lo fossero stati, avrebbero con loro delle armi. Abitare a Oswyn inibisce l'intelletto, credo. Lontano dalla criminalità il pericolo non esiste, perché se sei ricco è dentro casa che devi stare attento.

I veli nel soffitto sono ancora immobili.

L'aria comincia ad appestarsi di puzzo di sudore e agitazione, alcune guardie si posizionano al centro della sala come se potessero fare qualcosa. Per chi, poi? Stupide creature vuote, più inutili delle finte acconciature delle duchesse. Qualcuno osa mischiarsi alla folla raggrumata provando a non far litigare i nobili fra di loro: insetti folli con un principio di cannibalismo. Starei ore a guardare questi esemplari, mi divertono, ma non credo sia così per la regina. Elania rimane nel trono, intenta a soppesare la situazione. Sembra immobile, vista da qui, ma io noto i movimenti nervosi delle labbra, il collo rigido. Se usasse i poteri per immobilizzarli come vorrebbe fare, rischierebbe troppo. Il mostro diventerebbe lei, anche se tentasse di salvarli dalle loro stesse mani.

Si è creata un'immagine che non può più lavasi via. E forse non vuole neanche farlo, se è coraggiosa.

Mentre la osservo, un velo si libra cadente nell'aria, afflosciandosi sul pavimento. Eccoci. Un piano che senza di me non avrebbe attecchito, perché Diana non ne è ancora capace. Non sono l'unico ad accorgersene: il rumore cala di netto, l'attenzione rivolta in alto.

I nastri appesi iniziano ad allungarsi fino a toccare con le loro teste, altri cadono sul pavimento scivolando fino a legare i piedi di chi trovano. Piano piano anche il bussare alle porte si attenua, i nastri si sono adeguati alle mura, afferrando le mani di chi prima insisteva per uscire.

Il tessuto si tende, tirando una donna dal piede. Questa sbatte a terra, graffiando contro pavimento. Grida, cerca disperatamente un appiglio e prende un velo che le si attorciglia fino al gomito, ora legata alle estremità. Si ferma al centro, ansimante. La seta si restringe facendola schizzare a mezz'aria, sospesa da terra come un'altalena umana. So che Althea ha sempre punito i suoi figli così, legandoli e torturandoli.

I nastri rimasti a sfiorare i capelli stravaganti dei cortigiani serpeggiano nei loro colli, occludendo bocca e coprendo i loro occhi. Ormai hanno avuto un assaggio di cosa potrebbe succedere, conoscono il loro destino e quelli più intelligenti smettono di strapparseli di dosso. Gli altri, a mio malincuore, vengono stretti contro il muro e alzati al limite dell'impiccagione.

Lei ha dato il suo spettacolo iniziale. Althea sbuca da dietro una colonna, raggiante di aver ancora una volta provato quanto scadente sia la sicurezza di Hosgrave. Mi aveva già detto il suo programma, ma rimanere ad assistere è tutt'altra cosa. Abbiamo pianificato insieme il piano dopo la soffiata di Victoria, e vederlo concretizzarsi mi soddisfa.

«Elania!» urla, allegra. Un velo saetta verso la base del trono, afferrando la caviglia della regina. Le guardie che sono rimaste con lei - molte altre cercano di strappare i veli con le lance - si fanno avanti, ma la regina le blocca. «Di' loro che è inutile liberarsi dalla mia presa. Per ogni telo strappato se ne creano due» sorride e fa l'inchino di cortesia alla guardia che getta lontano la sua lancia, arreso. Lo stridio del metallo sul pavimento mi rizza i peli delle braccia.

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora