Nessun lamento, nessuna lotta

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TORRE

Un topo ha le sue tane dove si può nascondere per ascoltare tutto.

Dove aspettare il momento giusto.

È passato un giorno dalla ribellione della Gilda, dalla morte di mia madre e dalla palese dimostrazione di debolezza di Elania. Farsi uccidere da un ragazzino? Il picco del grottesco.

Nonostante la ferita, è riuscita a sopravvivere. A stento, certo, ma quell'inetta non ne vuole sapere di abbandonare la vita e lasciarmi il posto. Affatto. L'hanno adagiata su un letto morbido, fasciata e curata. Hanno tamponato le emorragie, sono arrivati addirittura i guaritori dal paese. Tutti hanno un prezzo per abbandonare i propri principi: i poteri sono stati restituiti e adesso si cerca la prima occasione per farsi un nome nella corte. Salvare la regina non è cosa da poco, se si risvegliasse.

Non succederà.

Le camere della regina sono piene di tane, per chi sa trovarle. Se ci penso è anche ovvio: dovevano essere controllate per il bene del regno. Infatti, è da ieri che controllo la mia amata sorella mugolare affannosamente sul letto, senza nessuno che le dia sollievo. Le danno solo compagnia, come se le servisse.

Adesso c'è Eiden accanto a lei, perché Vaelian è diventato introvabile.

Il buco nella parete dal quale guardo è abbastanza largo da farmi vedere parte della stanza. Quando si apre la porta, non lo vedo. «Principe Eiden» chiama una voce anonima. «La principessa Diana ha bisogno di voi».

Fremo dal piacere.

Eiden si alza dalla sedia senza pensarci troppo, guarda Elania e le volta le spalle. «Arrivo».

Lui se ne va e la servitrice si avvicina un attimo al viso della sua regina. Quando si muove, lei spalanca gli occhi spaventata ed esce sbattendo la porta, lasciandola sola.

Mi scrocchio le dita e spingo il riquadro nascosto, scivolando attraverso il passaggio. Mykah dietro di me.

«Dobbiamo essere veloci».

«Sì...» rispondo, senza troppa voglia. «Guardala».

Le lenzuola bianche ospitano il corpo incosciente di mia sorella. Sembra quasi una creatura gentile, senza la sua espressione rigida. Mi siedo sul materasso accanto a lei e le sfioro le mani.

«Hai voluto pensare in grande, sorella, ma non ci sei riuscita» sussurro. «La grandezza non è aspirazione per tutti».

«Mylai» si lamenta il ragazzo, guardandosi attorno.

Lo zittisco e mi rivolgo nuovamente a Elania. «Volevi forse far del bene? Non lo sai che il male vince sempre? È così, e tu ne sarai vittima». Rido. «Cosa si prova a passare da carnefice a vittima?»

Vorrei aspettarmi una risposta, purtroppo so che non ce ne sarà mai una.

«Sei sopravvissuta alla battaglia, alla fine distruggere il diadema ti è stato favorevole. Senza Guaritori saresti già morta...» cerco di trovare le parole giuste. «In modo sbagliato. Vedi, un sovrano non può permettersi di morire così: c'è sempre bisogno del rito» le alito nell'orecchio sperando che senta.

Faccio cenno a Mykah di avvicinarsi, e gli porgo il pugnale che custodisco da molto tempo. «Da che esiste il mondo, è sempre la progenie a dover uccidere il creatore, no?» chiedo, retoricamente. «Tua madre ti ha abbandonato, ma Althea ti ha salvato, caro nipote. Sei il figlio legittimo della corona, e questa deve essere portata avanti. Io ti aiuterò. Timeeria non può andare avanti senza un vero erede».

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora