CAVALLO
Al contrario di tutte le mattine, stavolta sono io a palesarmi nella stanza di Victoria. È già passato un bel pezzo dalla mia chiacchierata con Mylai e inizio a preoccuparmi per la mia dama.
«Diana? Cosa fai qui?» La trovo sotto le coperte, sconvolta dalla mia visita. Probabilmente esisterà una qualche Legge Curtense che sto infrangendo, ma è da matti pensare che valga qualcosa dopo tutte quelle che Elania avrà cancellato per i suoi scopi.
«Non eri ancora arrivata» rispondo, mettendo un finto broncio. Normalmente è lei che al sorgere del sole si fa trovare nei miei appartamenti, e nonostante avessi ritardato lei non era comunque arrivata. Altrimenti si sarebbe fatta trovare lì, a ordinare ciò che scombino indispettita dalla mia assenza. Mi avvicino, notando che da quando sono entrata il suo occhio lilla si è scolorito fino a impallidirsi totalmente, sotto il sopracciglio contratto. Ha l'aria inquieta. «Stai bene?»
«Sì. No?» dice, ribattendosi da sola. «Non sto bene?» Alza le coperte e scende di corsa dal letto per guardarsi allo specchio opaco. La sua stanza in confronto alla mia è piccola e meno curata, immagino quindi quelle degli scesi in grado. Victoria è una dama, non paga gli appartamenti come i cortigiani: forse perché fa parte del personale è più trascurata. «Oh, il mio occhio...» stringe i denti.
«Il tuo occhio ti tradisce sempre» rido, sdraiandomi sul letto. Lei mi urla di scendere perché con i vestiti da giorno non si deve salire. «Perché è così?» riprendo l'argomento mentre si veste, girandosi di spalle, i capelli biondi sciolti e scompigliati.
Esita. «Ieri...» sposta la chioma d'un lato. «Ieri mi hai spaventata, Diana» il tono cambia bruscamente, diventando più duro e percepisco una punta di acredine. Non ci avevo pensato.
Sono scomparsa dal palazzo senza avvertirla.
«Nessuno sapeva dove fossi finita» continua, stringendosi il corpetto. La aiuterei ma la vergogna mi ha piantato sul materasso, riscaldandomi il viso. Ho dimenticato la mia migliore amica per seguire un principe che neanche conoscevo. Ho seguito l'impulso
È quello che sto facendo anche con Mylai?
No. Se avessi seguito l'impulso, forse l'avrei fatto entrare ieri notte senza pensarci. Invece ci ho pensato. Ma forse è sempre impulso.
«Non sapevo che fine avessi fatto. La corte è entrata nel panico, pensando che fossi stata rapita da un cospiratore insieme al principe, e la maggior parte sono scappati» finisce, voltandosi verso di me. Adesso la sua iride è stabile. «Immagino che se sei qui, tutto è tornato alla normalità».
«Perché Vaelian non me l'ha detto?» penso ad alta voce. Ieri notte non ha detto nulla di ciò che è accaduto a Hosgrave.
«Vaelian?»
«Sì, c'era anche lui, lì» mento, serrando la lingua. Meglio evitare di dire a Victoria che Vaelian e io ci siamo riavvicinati, altrimenti sbloccherebbe il flusso per farmi torturare da tutta la corte, per poi esplodere. D'altronde è vero che è partito alla ricerca insieme alle guardie, per cui sto solo omettendo il resto, nonostante vorrei parlarne con qualcuno.
Annuisce, sbuffando un po' di cipria sui pori del viso. Scendo dal letto e ripiego la coperta, velocizzando il da farsi. «Come sta il principe?»
Sudo freddo e blocco per un istante i movimenti, riprendendoli subito dopo per dissimulare. Non guardo ciò che fa. «Ad un certo punto ci siamo divisi, dopo che sono entrate le guardie. Forse è scappato, perché non è tornato a Hosgrave» concludo, velocemente, mantenendo un tono lineare. Nelle corti le menzogne sono all'ordine del giorno, le respiriamo nell'aria, ma non voglio che sia così anche con Victoria. Mi accorgo di torturarmi l'interno del labbro e smetto. La nostra amicizia è diversa proprio perché c'è sincerità e non ci comportiamo come tutti i cortigiani. Se cominciamo a seppellire bugie, un giorno resusciteranno più mortali di prima.
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DARK CROWN
FantasyDiana Wyllin è destinata ad assassinare la propria madre e regina Elania per salire al trono di Timeeria. Un regno oppresso dai Reali che hanno rubato la magia al popolo ormai al limite della sopportazione. Diventare regina, però, non è il suo voler...