Liquido rosso

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RE

Appena noto quello sguardo mi sento schiacciare sulla gola. Odio e ostilità condensati nell'aria. Lui non vede una persona, vede l'avversario. Glielo posso leggere nell'assenza di espressione sul volto, che gli sono indifferente. Forse è stata la gilda a insegnargliela. Ma non avrà più importanza: lo devo uccidere nel Torneo.

Mi volto. «Jeremy» dico, come se con una parola potessi spiegare tutto. Ma non si può, perché la legge è legge e soprattutto a Timeeria sotto lo sguardo della regina.

Sbatte le palpebre. Sugli occhi gli si formano delle perle liquide pronte a scalargli sulle guance, e non fa nulla per fermarle. È totalmente paralizzato, le ginocchia tremano sotto il peso del corpo.

Perché sappiamo entrambi com'è fatto Mykah. «Cosa ci fai qui?» domando, senza celare il mio disgusto. È peggio di una serpe, allevato da Althea stessa, ma non riesco a capire cosa stia facendo. «Stai giocando?»

«È così che dovrebbe essere presa la vita, come un gioco» ribatte con il suo solito modo che mi mette a disagio, come se nulla avesse un valore quando per me ogni cosa ha un significato. Automaticamente mi tocco il petto dove pende il mio ciondolo. «Avevo detto a Jeremy dei miei piani in sospeso... Bene, ho pensato di smuoverli un po'» sorride, ondeggiando la testa con spensieratezza.

Ho combattuto contro assassini e cavalieri che tentavano di ostentare una certa sicurezza, eppure nei loro movimenti vedevo sempre l'esitazione, la paura di non poter superare quel momento. Mykah mi dà i brividi perché a lui non sembra importagliene di tutto ciò, e mi domando se sia stata Althea a influenzarlo in tale modo, creatura perfetta delle sue idee.

Pezzi inanimati di una scacchiera.

«Eiden» la voce di Jeremy fuoriesce dall'oceano dei suoi pensieri. Starà pensando che se la sarebbe dovuta aspettare, dalla gilda di Althea, che è colpa sua, e starà pensando così tanto che l'unica cosa da fare è stare fermo, allontanandosi dalla realtà.

Clara osserva entrambi, me e Mykah, senza capire cosa questo voglia dire. Non accettando. Lui è la lama della gilda, è probabile che sarà lui il prossimo capo, e io mi ci devo battere.

«Eccovi i cavalli» annuncia un servo. Afferro la cinghia con una mano e la lancia con l'altra, lasciando una striscia sulla sabbia mentre me la porto vicino. Vorrei sentire quell'impulso originario, l'energia della guerra che Keyos mi infonde prima di combattere nel mio regno, ma qui non sento nulla. La lancia mi sembra vuota, e il tendone un teatrino per coloro dietro di me. Le loro voci si fanno via via più sottili quanto il tempo si avvicina all'apertura delle tende.

«Così dovrò veramente battermi con te» sottolinea Mykah con ironia. «Attento, spero che non ti affascini tanto da farti pena, poi».

M'infuoco. «Non credo ci sarà questo problema».

Una scrollata di spalle accompagnata da una smorfietta fiera. Non riesco a credere sia davvero così.

«Il campo è sgombro, potete entrare» ci dicono.

Clara prende l'elmo che le passano, ma al posto della protezione metallica sembra stia prendendo la corona di fiori da porre sulla tomba dei morti, con quella faccia. Mi verrebbe da ridere, se ci riuscissi. Prima di mettermelo, mi lascia un bacio umido sulla guancia, dopodiché la visiera mi copre parte della visuale periferica.

Apro il palmo della mano a Jeremy, lui fa lo stesso e rimaniamo così per qualche secondo che diventa eterno, almeno, nella mia immaginazione. L'uomo di latta e il principino innocente. Mi ritrovo a pensare che sarebbe una bella storia, ma pericolosa.

Mi allontano, sfiorando la tenda che mi divide dal destino. Non vorrei essere nei loro panni. Credo sia meglio essere la vittima, perché chi rimane soffre la perdita.

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora