Il mercato

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PEDONE

Passa qualche giorno dal nostro arrivo alla Gilda dei Veli senza rendercene conto, tra allenamenti con gli Esperti e le libertà di Althea. Vengo a scoprire che settimanalmente ci viene data una somma in denaro, pagata sia dai contribuenti che mantengono in vita la gilda che dai lavoretti che ci assumiamo. Alcuni di questi prevedono di andare a teatro per spiare certi individui e stilare le attività delle loro giornate: è divertente finché non sappiamo degli assassinii, e i soldi diventano sporchi di sangue.

Clara si sta ambientando meglio di tutti noi: credo che voglia scalare rapidamente i gradi per infiltrarsi nei meccanismi delle gilde. A volte mi stupisco della sua determinazione, ma la comprendo, nonostante senza poteri sia più rischioso. Soprattutto con Althea nelle circostanze. Se la incontro nei corridoi mi si irrigidiscono gli addominali, al contrario, su Clara affiora un sorriso che cala giù appena la sorpassa. Eiden prova a non incrociarle lo sguardo.

Siamo tutti senza capacità contro di lei.

«Vai al mercato, oggi» mi dice Althea stamattina. «Compra della seta». Mi mette in mano delle monete e continua dritto.

Chiedo di venire a entrambi, e poco tempo dopo siamo già scesi nello stradone, imboccando una strada stretta laterale piena di tavoli imbanditi di pietre preziose, abiti, cibo, armi e tutto ciò che i commercianti trasportano con loro. Intravedo anche degli animali ingabbiati.

Le persone sono schiacciate l'una sulle altre, e fermandosi a osservare le bancarelle intasano la via coperta dagli edifici ai lati che proiettano ombra. Del fumo di cottura di cibo si leva in fondo, il vento lo trasporta artigliandosi nell'olfatto.

«Io qui dentro non ci entro» bofonchia Clara, contrariata dalla confusione. «Non ci entro» ripete, più convinta.

«Come no? Non ti piace il mercato?» chiede deluso Eiden, dando le spalle alla folla e arretrando al suo interno, facendo segno con le mani di seguirlo. «C'è di tutto».

«Non dirai sul serio, no?» dico a Clara, con una punta di fastidio sul naso contratto. Non mi lasciare solo con Eiden, le faccio con gli occhi. Lei non lo traduce. «Abbiamo lezione il pomeriggio».

Clara incrocia le braccia sul petto. «È follia, guarda!»

«Va bene. Sai dove risalire?» Non è difficile, ovvio che lo sa, voglio farle sentire il mio disappunto.

«Sì. Ci vediamo dentro» dice, voltandosi e salutando con la mano.

«Ci ha abbandonati davvero» fa sorpreso Eiden. Non se l'aspettava da Clara perché si dimostra sempre attiva, ma lei odia essere chiusa in degli spazi. Quando sono stato spinto nella folla ubriaca, a Resterea, credo mi guardasse terrorizzata.

«Non potevamo costringerla, anche se mi dispiace».

«Il mercato è bello» commenta lui.

«Lo so» sostengo. «Lo guarderemo noi».

Rotea gli occhi. «Oh no».

«No?» lo colpisco con un gomito. «Allora seguila. Io devo essere lo schiavo di Althea, non voi. Principe».

Accoglie la stoccata schioccando le labbra. «Povero principe di Timeeria» ribatte con falso dispiacere, allungando un braccio per far spostare le persone. «Come fa a non piacerle?» le pupille sembrano espandersi dentro l'iride indorato. «Vorrei viverci, in mezzo al mercato».

«Schiacciato sotto i piedi delle persone?»

«Proprio così» annuisce con forza. «Dobbiamo trovare la seta, quindi» fa lui, puntando gli occhi al cibo fritto. Allunga il passo per avvicinarsi al cucinino, studia l'esposizione e poi fa cadere due monete nel piattino, afferrando qualcosa.

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora