Luoghi proibiti

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CAVALLO

Sbuchiamo sulla riva di un fiume che contorna la città, è quello che separa Oswyn da Gravium. Lo vedo sempre dalla mia finestra, ma non perché è tanto vicino a Palazzo. Vedo il modo in cui l'illuminazione si arresta a Oswyn, dopodiché la città povera è costellata da fuocherelli qua e là, e a sottolineare l'abisso c'è il fiume.

E so che questa che sento attorno a me è puzza, ma nel mio naso odora di nuovo. «Credo che il canale fosse una fognatura».

«Scaricava a Gravium?»

«Ovviamente». Nessuno nella mia dinastia si è mai distinto per empatia. Forse mia madre tenendomi a Hosgrave vuole privarmi di empatia, cosicché tutto rimanga uguale e nessuno si mobiliterà mai per sistemare le città povere. «Fammi visitare qualcosa» dico, allora.

Eiden ride, porgendomi la mano per scendere sul terreno molle oltre il pavimento del canale, i muscoli delle cosce tesi per lo sforzo. «Dovrei ricordarti che sono di un altro regno?» La sua voce calda e vibrata si propaga dietro di me, nella galleria, ripetendo troppe volte la stessa frase che mi mette a disagio.

«Ci so scendere anche da sola» faccio. Salto oltre lo scalino e affondo la punta delle scarpe nel fango, sbilanciando l'equilibrio all'indietro per non cadere di faccia. E funziona, il che mi sorprende e non lo do a vedere.

«Complimenti».

Inclino la testa un minimo come mi hanno insegnato a fare, poi la rivolgo al cielo. All'assenza di luce anche le stelle più piccole si vedono meglio, le forme che creano nell'infinità di quel buio. È assurdo pensare che tutto questo lo abbia costruito il nostro dio, Keyos. Lo stesso che ha deciso di accettare il patto Wyllin e annientare la volontà di un regno intero. «Andiamo» tronco, un tremito fra disgusto e meraviglia che mi si muove sotto la pelle.

Risaliamo silenziosi sul sentiero terroso. A differenza di Oswyn, qui non esiste la strada battuta a quanto pare. Nel libro di geografia questo non c'era scritto. Almeno il terreno non è molle come prima, e non voglio immaginare cosa accada nelle piene del fiume. Purtroppo evitare il pensiero diventa inevitabile quando le prime catapecchie cominciano a infittirsi davanti a noi, insieme ai primi deboli lucernari.

«Deve essere terribile» commenta delicato Eiden. Vorrei osservare la sua espressione, eppure non riesco a distogliere lo sguardo dalla miseria e più mi focalizzo, più avverto le budella strizzarsi.

«Lo è» rispondo.

Attraversiamo una casa con le mura basse infracidate o bucate, l'edera è cresciuta su metà della struttura e probabilmente anche dentro, un'altra più avanti ha il tetto storto pronto a crollare all'interno. A sinistra vediamo finestre spaccate e case ormai abbandonate, la gente per strada riparata da pochi stracci.

«Anche tua madre è cresciuta a corte?» chiede.

«Non gliel'ho mai chiesto» rispondo, rendendomene conto.

«Secondo me sì, ma lei sarà scappata qualche volta». Riesco a leggere oltre le sue parole, solo che non so cosa dire. Anche se Elania avesse visto le condizioni delle sue città, intrappolarmi per tenermi allo scuro non è una buona ragione. Protezione? Io ho i poteri, loro no.

Ma non voglio parlare di politiche, così viro il discorso. «Mi stai dando della codarda?»

«O forse che è lei quella pazza» ribatte.

Mi si accenna un sorriso involontario. «Attento, è la regina...»

«Lasciamo le regole dentro il passaggio» propone, voltando mezzo busto per guardare dietro. Io non ho conosciuto regole, ma solo follia. E se non è follia, allora è odio. «Oggi siamo Oswyniani che si aggirano in luoghi proibiti».

Prendo un respiro lungo, lasciando fuori quello che ho appena visto. Più avanti le case non sono tutte messe così male, e questo mi fa stare leggermente meglio. Se tutto va bene, io sarò la futura regina e toccherà a me sistemare i disastri. «Perfetto» dico, stando al suo gioco. «E cosa ti ha portato qui?»

Silenzio. Mi mordo il labbro, pentendomi di aver toccato una corda dolorante. «Mio padre» risponde piano, infilandosi le mani nelle tasche. «Mi ha cacciato come immondizia per una maldicenza, così ho dovuto abbandonare mia sorella nelle sue mani. Ho paura per lei».

«Allora» riavvolgo lentamente il filo, sentendo in lontananza fischi e risate. «Gravium può distrarti con le sue meravigliose taverne».

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora