Perché siamo così?

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CAVALLO

Inspira. Espira.

Inspiro, espiro.

Ancora.

Mi tocco i polpastrelli, pulsano, fanno male. Ho uno scoglio in gola che fatica scendere nello stomaco. Ho ingoiato ogni singolo sguardo, inchino, sussurro. So di averlo fatto, eppure non me lo ricordo. I contorni si sono sfocati, non ho sentito più i bordi del mio corpo, e non è stato come tutte le altre volte.

Peggio.

Sono arrivata, ho sentito gli applausi. So di aver sorriso. Solo lampi e poi... Ho corso dietro, l'erba, i piedi nudi, qui.

Rinchiusa in me stessa, nascosta dietro la tomba di mio fratello, nel tempio. Non c'è anima viva da nessuna parte, non sono osservata.

Le mie mani tremano e ho il bisogno di lavarmi di dosso quegli sguardi sporchi, così me le passo sulle braccia, sul corpo e finisco per stringermi e rannicchiarmi come la bambina che sono.

Sono una bambina. Sono una bambina. Una bambina.

***

«Non è male, tutto sommato».

Mi sveglio di soprassalto accanto a Eiden. I capelli appiccicati al viso bagnato mi danno fastidio, ma non li sposto. «Una meraviglia» dico smorta.

«Non volevo spaventarti».

«Non l'hai fatto».

«Hai fatto così» e imita un sobbalzo, stampandosi un risolino su quella faccia da ebete.

«Sì, che cosa vuoi?» faccio brusca.

Eiden alza un sopracciglio. Secondo me non è abituato ai miei modi di fare, nessuna l'avrà mai trattato così. «Niente» risponde.

Lo fisso, poi gli do le spalle restando in silenzio.

«Sai come ti ho trovata?»

Non sa stare zitto un secondo.

«Piangevi».

«E tu hai osato interrompere la principessa di Timeeria nel suo pianto quotidiano?» rido acida.

«Sì, che cosa mi accadrà?»

Mi giro e indico l'enorme tomba. «Giustiziato. Abbiamo già preparato la tua tomba».

Corruga la fronte. «È una tomba? Credevo fosse un altare».

«Tomba... altare, cosa cambia alla fine?»

Eiden tocca l'incisione sul bordo. «Jeremy» sillaba, mentre scorre le dita sulla pietra scavata. «Chi è?»

Sospiro. «Mio fratello».

«Tuo fratello?»

«Già».

«E per quale motivo è messo qui?!»

«Desiderio masochistico di Elania» rispondo, penso basti.

Forse non sa cosa dire, o forse sta metabolizzando l'informazione, ma non risponde subito. Di certo, non sarò io a riprendere il discorso.

Nel tempio regna il silenzio e nient'altro. È strano che non sia venuto Vaelian a cercarmi, o Victoria. Probabilmente era intenzione di mia madre farmi a pezzi, quindi mi sta lasciando il tempo per ricompormi.

«Perché siete così?»

Ecco. Domanda fatale.

Marci, viziati, crudeli. Ipocriti. Lupi famelici senza dignità. Siamo così perché nasciamo così, perché dalla nascita impariamo come morire lentamente e ad asfissiarci l'un l'altro. Siamo abituati a volere, ad avere. E siamo così proprio perché finiamo con avere niente. Da qualche parte ci sarà anche del buono, ma io non lo vedo e non lo posso testimoniare. «Così come?»

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora