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CAVALLO

La torre della biblioteca è vuota. La struttura, vecchia.

Nessuno viene mai qua, eppure ogni volta che ci entro riesce a placarmi nell'anima. Forse l'anima entra in contatto con quella dei libri, e loro mi accolgono perché nessun altro tiene loro compagnia.

«Sei impazzita con lady Carph?»

«Ho semplicemente chiesto».

«Del tuo passato. Davanti al circolo».

Innanzi alla corte Victoria sta sempre un passo dietro di me. Se non ci riconoscono, come ieri sera, allora si concede di infrangere il codice.

Ora mi supera di un passo.

Si sarà infastidita del fatto che le ho nascosto le mie vere intenzioni, lo capisco. Salgo sulle scale intagliate nel muro, senza ringhiera, e mi si apre davanti un corridoio come sospeso nell'aria, le estremità sono collegate alle scale e immagino che queste lo tengano. «Mi avresti bloccata, se ti avessi detto qualcosa prima» dico, parlando con i libri che sfoglio. I dorsi sono ingialliti, di alcuni ne rimangono solo pezzi con l'incollatura profumata.

Avverto le braccia conserte di Victoria alle mie spalle. Può superarmi di un passo, ma non si può sovrapporre agli scaffali, quindi l'ho lasciata indietro. «Me lo avresti detto, se ipoteticamente non ti avessi bloccata?»

«Forse no».

«Che cosa hai fatto?»

Scorro l'indice su un libro: Genealogia della dinastia. Soffio sui polpastrelli granulosi di polvere con il fiato corto e un rumore terrorizzato nello stomaco. Ormai l'ho fatto, ed è un bene. Ho troppe volte deluso Victoria, so già che non riuscirà a capire e darà di matto. Purtroppo tengo alla nostra amicizia, e finisco per spiattellare tutto. «Jeremy è vivo».

Non alzo lo sguardo per osservare la sua reazione, invece apro il libro e scorro. Leggo dei nomi che mi si cancellano subito dalla mente, perché in realtà sto pensando ad altro. Jeremy è vivo ed è mio fratello, Mylai è a corte grazie a me. Deglutisco il nodo di distrazione, leggendo dei primi monarchi, Nyx e Fato e dei loro successori.

Il silenzio è troppo, perciò istintivamente lancio un'occhiata verso Victoria. «È uno scherzo?» dice infine. Il mio sguardo indugia sull'iride che, lento, inizia a colorarsi. Si sta innervosendo. Lei se ne accorge e lo copre con la mano.

Scuoto la testa per non parlare.

«Come l'hai saputo?»

Uryl sacrificò Astreo nell'isola del flusso, sotto le stelle a coda nel giorno dell'Ascesi, diventando re effettivo e mantenendo intatto l'ordine divino. Le stelle si illuminarono intensamente, aumentando il potere Wyllin

«Come l'hai saputo?» ripete.

La ignoro e continuo a leggere con il volto in fiamme.

Elania, scomparsa per nove anni, ritornò accompagnata dalla figlia Diana e deturpò il trono, allontanando Althea Wyllin da Palazzo ed esiliando Mylai Wyllin.

Il sovrano Uryl fu assassinato dalla sorella, attuale regina, destabilizzando l'ordine naturale delle cose. Poggiato il diadema in capo, la pietra rossa si colorò di viola.

«Diana. Come l'hai saputo?»

«Non c'è scritto niente!» urlo, chiudendo di scatto il libro. La mia voce rimbomba nelle pareti e Victoria indietreggia. Il brusio nelle orecchie diminuisce dopo l'urlo e mi lascia nel silenzio della mia vergogna per essere esplosa in faccia a Victoria. «Mylai». Poso il libro sopra gli altri, non inserendolo in verticale. Il brusio è passato, ma sento i lobi caldi. «Ho incontrato Mylai» sussurro, una pressione interna mi fa muovere a disagio.

«Elania l'ha esiliato, non può essere a Timeeria?» gli occhi si restringono, dubbiosi e seccati. Non esterna troppo perché sa che potrei innervosirmi anch'io, se la vedessi agitarsi. «Diana...»

Mi allontano dallo scaffale fino al corridoio, allargando le pieghe delle gonne. «Non lo so. Mylai ha i poteri, potrebbe fare qualsiasi cosa. Sono passati undici anni, un modo lo avrà trovato».

«Dov'è?»

È come se l'aria della torre diventasse appiccicosa e irrespirabile. Stare in mezzo ai libri non sta funzionando: l'energia di Victoria è più forte. Magari è parte di un suo potere dormiente, quello che sento. Un alone attorno a noi due, isolati dal resto in questo momento. Sostengo il suo sguardo e sembra di essere al sicuro; quello che ho fatto, lontano. «A corte. Gli ho revocato l'esilio».

«Hai fatto cosa?» il suo è un sussurro tagliente, piega il busto e sgrana gli occhi pronunciandolo. Attende una mia risposta che non arriva, mentre cerco le parole giuste che sfuggono appena le afferro, quindi mi si avvicina impuntando i piedi. «Tuo zio è qui?»

«Sì».

Le sue narici rilasciano uno sbuffo d'aria compressa. «Diana. Hai fatto entrare il fratello di tua madre a corte. Io non...» le si annoda la lingua, forse anche la gola. Sapevo che sarebbe successo. Victoria desidera equilibrio nella corte già frustata da Elania. Per lei, dovrei solo aspettare tre anni e avere pazienza, dopodiché tutto si risolverà, ma non è così.

Io voglio che la corte arda per mano mia.

Esco dalla bolla di sicurezza che Victoria mi vorrebbe imporre. Non può farmene pentire. «Tu non capisci cosa vuol dire essere me» sibilo. «La pace non esisterà mai. È la nostra pelle, Victoria, la guerra. Siamo figli di dei che si sono uccisi a vicenda!» rido amaramente, poi smetto.

«E seguire il loro esempio è stupido, no?» Si massaggia le tempie. «Potrò non immedesimarmi, ma so com'è vivere con te, insieme ad altre cento persone. Credi che Mylai nuocerà solo a Elania?» Victoria prende una pausa e alleggerisce la tensione sulle spalle, lo vedo quando le abbassa. «Allora sei stupida anche tu» dice, stanca. «Ancora di più se credi che ti aiuterà».

«Lui mi deve aiutare» ringhio. Mi dà della stupida per delle scelte che farebbero tutti, nella mia posizione. La luce bianca raffredda il già pallido colore della torre e Victoria, nel suo abito porpora, sembra non volersene fare una ragione. «Se non voglio diventare regina, non sarò un intralcio per mio zio» decreto, ferma.

«Solo tuo zio non è un intralcio per tuo zio» ribatte lei, veloce. Serra la mandibola e sbatte gli occhi guardando in alto. Cerca di trattenersi ancora. Cosa vorrebbe dirmi? «Io ti voglio bene, Diana. Cerca di distinguere il bene dal male, altrimenti finirai come Elania».

Si ferma a guardarmi, poi mi supera, il suo odore lascia una scia che mi rimane dentro, poi scende dalle scale senza rivolgermi una parola.

Diventerò come Elania.

Non succederà mai, se riuscirò a uscire fuori dall'inferno.

Ruoto attorno a me stessa, fingendo di librarmi nell'aria in mezzo ai volumi. Mi sembra di sentire la voce di Victoria. Non se l'inferno te lo crei tu.

Ricado giù.

Non riuscendo più a sopportare la freddezza della torre, esco. Mylai avrà le informazioni su mio fratello. Devo aspettare le sue indicazioni. Non poter fare nulla mi opprime.

Ti manca l'ultima cosa da fare, mi dico, raccapezzandomi.

Devo annunciare Mylai, quindi decido di parlare con il consigliere. Vaelian.


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