SCACCHIERA

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SCACCHIERA

Tengo stretta la mano di Diana. Piccoli frammenti di luce, simili a polvere, scaturiscono dalla nostra pelle fino a scomporsi in una spirale luminosa che svanisce lentamente, attraversando quella dimensione che per tanto tempo mi aveva accolta.

Il naso strofina contro una foglia cadente dal vaso del davanzale, svegliandomi. Mi alzo dal letto per andare a svegliare i bambini mentre Jonas continua a sonnecchiare indisturbato. «Tuo figlio ne prenderà da te».

Mi risponde con un verso grottesco.

Arrivo nella piccola stanza e trovo Diana già seduta sul letto. «Mamma» dice. «Jeremy non vuole svegliarsi».

Il suo sguardo mi pietrifica ogni volta. Ha un occhio azzurro come il mio, ma l'altro è striato grigio perla. Nessuno nel regno li possiede, e può significare solo una cosa.

«Ci penso io, vai a vestirti» rispondo baciandole la testa corvina. Tale madre, tale figlia.

Dal letto vicino si leva un mugolio. «Ho sentito».

Scopro le lenzuola sopra Jeremy. Gli arruffo il ciuffo. «Segui tua sorella, ghiro. Oggi è un giorno di festa per il nonno Maegel, dobbiamo andare».

«Uffa» lamenta, scendendo controvoglia dal materasso.

Questa mattina il sole fa capolino fra le nubi - mi accorgo quando usciamo e attraversiamo la piazza centrale di Resterea, addentrandoci nelle stradine private pavimentate in pietra. Sono strade riservate a gente come Maegel. Le abitazioni qui non sono come le catapecchie della parte povera della città, ma per gente modesta che lavorando si è portata avanti: è questo che il nonno dei miei figli vuole festeggiare. Finalmente, dopo così tanto tempo è riuscito a entrare nella corte di Escados. Non avrei mai creduto che una famiglia potesse fare una cosa del genere: condividere i propri beni con gioia, senza inganni. Mi sbagliavo.

«Maegel ha cucinato da solo, oggi» dice nonna Catrine quando apre la porta. «Ho paura di mangiare» fa maliziosa, lasciando entrare i bambini che corrono.

La tavola è imbandita per bene con fiori ed edera rampicante ai piedi. Catrine adora le decorazioni, si diverte spesso ad abbellire gli angoli più remoti della casa.
«Finalmente» applaude Diana, respirando a pieni polmoni la carne cotta. È così felice che mi si stringe il cuore. Ha sei anni, a breve i suoi poteri si manifesteranno.
I miei si sono presentati quasi subito, in quella corte. Ma non è un posto per bambini.

Cerco di liquidare questi pensieri, più ci provo e più vorticano nei meandri della mente.

«Aspettate!» esclama Maegel, alzandosi da tavola. «La corte ha un regalo per te, Jonas».

«Nonno, ho fame...» borbotta Jeremy, trattenendosi lo stomaco. Gli carezzo il braccio, dandogli un colpetto. Lui sbuffa silenziosamente mentre ci concentriamo a osservare la scatolina appesa al chiodo nel muro che Maegel sfila, sul coperchio è incisa una rosa.

«È la tradizione» continua, come se fosse ovvio. Il nuovo re di Escados, Albert Pyros, ha formato la rosa dei consiglieri di cui Maegel fa parte. «Mio padre era il vecchio consigliere, e adesso la promessa passa a te, come a me anni fa era stata regalata dalla corte».

«Quindi papà sarà il futuro consigliere?» chiede Diana, saltellando sulla sedia

Le pizzico il naso e sorrido. «Il figlio del re è piccolo come voi, chissà...»

Jonas prende la scatolina con la sua solita delicatezza e toglie il coperchio. «C'è un bigliettino» dice, prendendo lo stelo con l'altra mano. Poggia il naso sui petali e inspira.

DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora