SCACCHIERA

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Un parassita deve essere eliminato prima che compia la sua azione, ma il danno è già stato fatto.

E Jonas è morto.

Le conseguenze dei peccati non si riversano mai sul peccatore, ma su chi gli sta attorno. È un effetto di risonanza e, così come per la vendetta e il piacere che riescono a combaciare, il male non prenderà mai una direzione unilaterale.

Tanti anni prima...

Apro gli occhi: delle coperte mi avvolgono davanti ad un fuoco.
«Perdonami il disordine, non dovevo ospitare nessuno». Scatto seduta, i capelli neri mi cadono sulle spalle, sparpagliandosi chissà come. Un uomo mi fissa con le mani giunte, lontane dal mio corpo. La vibrazione della sua voce accogliente ancora nelle orecchie. Può avere la mia età, stimo non notando nessun segno particolare sul volto.

«Tranquilla» si affretta a dire, mostrando i palmi. Le dita s'inclinano per indicare fuori dalla finestra, la neve che cade. «Ti ho trovata fuori, al freddo».

«E mi hai portato nella tua dimora?»
Lui si acciglia un attimo. «Sì. Volevi morire?»

Se è davvero lui, non mi farebbe niente. Khrò me l'ha garantito, ma io non sono indifesa. Non lo sono mai stata e non lo posso essere. «Mi chiamo Freya». Freya. Non appena lo dico mi suona strano.
Elania, la principessa, non esiste più. Non deve esistere più.
«Io sono Jonas Wicker. Tu hai un cognome?»
Jonas. Khrò aveva ragione. «I cognomi non servono».
Jonas annuisce. «Da dove vieni?»
Io sono fuggita da un palazzo, ma questo posto non è niente del genere. Non posso dire la verità, rischierei troppo. «Sono scappata dalla mia famiglia, una lunga storia». È la verità, ma non tutta.
«Padrone, semmai. «Sei scappata per la libertà?»
«No. Famiglia» rispondo, di nuovo. «Ho detto che è una lunga storia».
«E io non ho nulla da fare» incalza sorridente.
Lo scruto. «Non mi crederesti».
La legna scoppiettante del camino riempie la stanza. «Timeeria?»
Rimango immobile, paralizzata. «Cosa te lo fa pensare?»
Jonas fa spallucce. «Accento, portamento...» si ferma, scrutando i miei abiti e la pelle non rovinata da nessun tipo di lavoro. «Ma a Timeeria ci sono solo ricchi, come te».

Ricchi. No, ci sono solo traditori e bugiardi.

Mi alzo dal divano e gli volto le spalle. Se Khrò aveva ragione, qui sarò al sicuro. Non voglio ricominciare a vivere nella menzogna senza nessuna necessità. «Sono una Wyllin».

«Wyllin?» il tono della voce acuto. «Ma loro sono...»

Non riesco a fermare il ricordo del dolore che mi hanno provocato, né l'energia che vuole uscire da me. I legni delle finestre sbattono e si chiudono, il lampadario ondeggia. «Dei mostri» concludo io. Gli unici veri mostri si rifugiano nel mio passato, nel passato di Elania. Lei è la succube del gioco perverso di mio fratello. Non più io. «Sono la principessa di Timeeria».


DARK CROWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora