PEDONE
Fanno finta che non mi abbiano neanche visto ed è meglio così.
Mi siedo sul bordo costellato di muschio della fontana. È in disparte, non al centro come in tutte le altre architetture, così ho un buco dove non farmi giudicare da occhiate fulminee. Eiden e l'altro ragazzo di cui non so il nome sono più in là, in piedi sul sentiero che porta qui: magari il principe ha voluto farmi un favore, bloccando il percorso. L'edera sembra inghiottire le loro sagome o sono io che non capisco più nulla.
Respiri mozzati a metà, corti perché il petto si blocca. Mi sento oppresso al chiuso e all'aria aperta, non ho più un posto dove stare bene - è solo Timeeria, penso. Il dominio di mia madre.
Ridacchio l'amarezza e finisco col tossire. «Sto bene, sto bene» rassicuro Clara appena mostra segni di preoccupazione. Metto le mani a coppa e le riempio d'acqua per lavare la bocca ancora e ancora.
«Non mi sembra» dice contrariata, gli accenti sono gocce di rabbia.
So che è solo in parte verso di me, ma preferirei ingoiare il vomito piuttosto che parlarne. «Ti dico di sì, Clara» insisto.
Tira su col naso. «Come vuoi» il tono della voce si fa basso mentre allunga lo sguardo verso i gruppetti della gilda che si stanno riunendo per giocare. ««Stai così bene da andare lì?»
Mi diverte pensare che voglia provocarmi. «Perché no?» rispondo. Non ho più nausee, tasto lo stomaco e mi sembra a posto. «Penso di aver dato abbastanza spettacolo per stasera, rimanere in disparte sarebbe...»
«Da te» conclude Clara ridendo e poggiando l'indice sotto al naso.
Slancio un colpetto sulla spalla e forse perché non se l'aspettava perde l'equilibrio, oscillando sul bordo scivoloso della fontana. La spingo fuori per non farla cadere dentro l'acqua e rischio di buttarmici dentro, così salto giù insieme a lei finendole addosso. «Te lo meritavi» dico, abbracciandola.
«Tu meriteresti di peggio» ribatte rude ricambiando l'abbraccio. «Raggiungiamo Eiden, dài».
«Sì» faccio, simulando un'altra spinta quando si volta nel sentiero. Sento borbottare un «cretino», ma accelera il passo ugualmente. «Ti spaventi?»
«Certamente uno straccio non fa paura» risponde sarcastico Eiden, poco più avanti di Clara. Salto sulle ultime pietre nell'erba e arrivo sotto l'arco d'edera. «Dovrai dormire più di qualche ora».
«Grazie per il suggerimento non richiesto» mi imprimo un sorriso finto che però dura poco. «Faccio davvero così schifo?»
«Allora» s'intromette il ragazzo della mensa. «Prima eri rosa, adesso sei un po' verde. Hai presente il diadema di Elania? Stai facendo la stessa cosa» ride.
«Ma è vera, quella cosa?» chiede Clara finemente.
Sbuffo. «È una leggenda».
«Leggenda?» riprende lui, guardandomi. «Sei il figlio, vero?»
Esito a rispondere. «Sì ma... Non sono mai stato a Timeeria».
«È stato solo sotto le mie ali» aggiunge Eiden facendo l'occhiolino. «Comunque si chiama Loirais».
«Jeremy» mi porto la mano al petto.
«Vedi che non è una leggenda» dice, estraendo dal taschino del pantalone una sigaretta. Si volta verso la fiamma attaccata al palo e la accende. «Il diadema è vivo».
«Come può essere viva una pietra?» Pare che a Timeeria non riescano a capire dove fermarsi. Osservo le spirali di fumo uscire dall'estremità della sigaretta e mi domando se la colpa non sia di quella.
«Keyos» risponde, solenne, abbassando la testa. «Il suo dono. Prima era rosso, poi con il tempo è diventata com'è ora. Dicono sia viola, chi tra di noi è stato a Hosgrave. E pulsa». Degli schiamazzi si levano dal tavolo di gioco e qualcuno va via sbottando. «La gente che non sa perdere è fastidiosa» dice, la sigaretta si accende di un rosso intenso mentre aspira. Lascia che il fumo esca dalle narici con tranquillità e sembra quasi che venga annebbiato dall'interno.
Ma sono io a sentirmi annebbiato e non tranquillo. Quanti di loro sanno più cose di me sulla mia famiglia? «Continua».
«Misura il tempo, più diventa scuro e meno ne rimane».
«Tempo di?» esorta Clara.
Lui fa spallucce come se fosse così ovvio che mi verrebbe da prendere quell'affare fumoso e spegnerglielo tra i capelli. Tra la confusione di chi gioca e scoperte su scoperte, rischio di evaporare e mischiarmi alle nuvolette in mezzo a noi. «Il tempo che rimane alla fine della monarchia. È una clessidra di libertà, quando diventerà nero un nuovo sole splenderà su Timeeria».
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DARK CROWN
FantasyDiana Wyllin è destinata ad assassinare la propria madre e regina Elania per salire al trono di Timeeria. Un regno oppresso dai Reali che hanno rubato la magia al popolo ormai al limite della sopportazione. Diventare regina, però, non è il suo voler...