PEDONE
Qualcosa muore dentro di me dopo che gli urlo di stare attento.
Perché è il mio sangue a raggelarsi, mentre quello di Eiden scorre a fiotti dalla sua armatura. Tocca la lancia che lo ha trafitto da lato a lato, poi cade.
E le mie giunture sembrano galleggiare tra vuote articolazioni, il mondo si ammutolisce e perde i colori, si ghiaccia.
Le ossa mi portano vicino al corpo di Eiden e me ne accorgo solo dopo, quando mi piego su di lui e gli prendo la testa. Le mani, bagnate dalle lacrime, gli tolgono la polvere dai capelli.
Sembra tutto grigio, la bocca piena di cenere.
Se mi guardo attorno non vedo niente. Facce bianche, immobili e irriconoscibili. I rumori fanno parte di un'altra dimensione che non mi appartiene, una dimensione dove Mykah ha ucciso lui. La persona con la quale mi sentivo più al sicuro.
Il mento mi trema, gocciolando sul rosso: il colore della morte, sangue e acqua. Gli occhi sembrano fondersi escludendo tutto il resto, tranne Mykah.
Non altri, è lui che riesco a vedere. L'assassino.
«Tu» singhiozzo, non sentendo la mia voce strangolata dal lamento che mi vibra nelle orecchie. È dovuto fuggire e adesso non potrà mai più tornare nel suo regno. Nel nostro regno. Aveva detto che avrebbe vinto, era l'unica cosa che gli rimanesse per recuperare una vita. Voleva farlo.
Allungo il braccio sotto il collo di Eiden, pesante, e lo abbraccio, scuotendolo. Potrebbe essere svenuto? Svegliati.
Ma non lo fa, e mi sembra di muovere una bambola di pezza che troppe ne ha passate e non vuole più rivedere il mondo. Le mani cadono ai lati, e la testa si inclina. Keyos. Lui ci credeva ma non l'ha salvato.
Nel campo visivo non annebbiato, troppo vicino, si avvicinano dei piedi metallici. Mykah allunga la mano. «Suvvia» sento. «È imbarazzante».
No, urlo. Credo.
Stringo il corpo di Eiden al mio, e le dita si premono sulle vene del collo.
Solo che sento battere. Batte.
Il sangue raggrumato nelle mie, di vene, ricomincia a scorrere lentamente mentre prendere dei respiri più veloci aumenta la chiarezza delle cose.
I colori rientrano nei miei occhi, vedo delle guardie scendere dagli spalti e avvicinarsi all'arena. Non posso permetterlo, perché loro non lo curerebbero. Loro non farebbero nulla di ciò che farei io, se ne fossi capace. Eiden non è altro che un partecipante macellato dall'avversario.
«Smettetela» dico, urlo. Piango. Batto una mano a terra per farmi sentire dai muli della regina che mi ignorano, e alzo una nuvoletta polverosa. Mia madre che è lì in alto insieme a Diana, e io sono qui con Eiden fra le braccia. Dovevamo raggiungerla insieme, la mia famiglia.
Magari possiamo? Dopotutto, il cuore di Eiden batte ancora. Lo immagino, ora, aggrapparsi alla sua fede. Dovrei farlo anche io. Crederci.
Il corpo mi pizzica sulla superficie, i palmi mi prudono e l'aria comincia a starmi stretta, a opprimere il mio corpo dentro un luogo nel quale non voglio rimanere.
La mano ancora sul terreno, ribatto più forte.
L'onda d'urto si propaga a partire dalle dita. Tutto quello che sentivo, dentro, si diffonde fuori. Quella morte si spezza in due, e capisco che si trattava di altro, una frattura che lascia spazio ai germogli. Metamorfosi, nuove vie. Una sorta di boato nascosto scaturisce dalla mio corpo, lo avverto solo io, una potenza sotterranea.
La nuvoletta si ferma a mezz'aria, leggera e incastrata nel tempo. Sollevo lo sguardo sulle guardie, anche loro così lente da sembrare statiche.
Sono stato io.
La mia attenzione torna su Eiden e un'idea folle mi fulmina tutti i nervi. Ho bloccato le guardie. Cos'altro posso fare?
La gola mi si riempie di speranza e m'immergo in questa, toccando con dita oniriche quella parte spezzata, quella di undici anni fa, da mia madre. La parte spezzata da mia sorella. Dalla morte dei miei nonni, di mio padre. Dall'abbandono. Dai segreti mai rivelati.
La parte che mi ha sempre spezzato la vita, lasciandomi al di fuori del mondo.
Mi appoggio su di Eiden.
Le particelle di quest'aria che mi avvolge si stringono l'un l'altra, quasi imprigionandoci in una bolla invisibile. L'atmosfera si comprime, facendomi fischiare le orecchie e bollendo il sangue, si stringe e smette di soffiarmi addosso. Smette di scorrere sulle nostre pelli e di andare avanti verso il domani.
Se alzo lo sguardo, il cielo non c'è più.
E il respiro sembra l'unica cosa viva.
Poi, una pressione mi spinge indietro e devo tenermi al corpo di Eiden. Mi accorgo che non lo fa solo con me, ma anche con il suo sangue.
Torna indietro e lo spinge da dov'è venuto.
Affondo i palmi sull'armatura mentre mi sembra di potermi innalzare dal terreno e volare, attratto da un'altra forza superiore a me. No. Mi rigenero dall'interno, espellendo tutto quello che ho sempre odiato di me.
Il vortice a ritroso ripulisce il terreno sporco dall'assassinio, il sangue scarlatto scorre all'indietro, entrandogli nel petto e nel circolo, i granelli di sabbia si riattaccano a terra. Sento la mia voce, i passi di Mykah, ma attorno a me tutto si confonde.
Il vuoto tra le costole di Eiden si rimargina, la pelle si intreccia lisciando il petto e l'armatura si livella.
Il suo torace si rialza, inalando l'aria nuova che Mykah gli aveva tolto.
Tutto smette di trovare il suo opposto, la leggerezza dietro i miei occhi scompare.
L'aria compressa si allenta e si allarga, è come se un soffio partisse verso il cielo che, se prima era diventato parte della mia dimensione, ora si scurisce fino a diventare nero e aspirare il mio potere.
Il mio potere.
Un lampo serpeggia nel nero e una nuvola si addensa sopra le nostre teste, attorcigliandosi su se stessa, indurendosi.
Non è una nuvola. Il lampo sembra aver crepato quel cielo, aprendolo.
Delle voci si alzano dai nobili spettatori che avevo dimenticato, e capisco che quello che sta succedendo non è colpa mia. Le guardie, che stavano venendo da me, mi guardano per un attimo finché non si accorgono del caos sopra di loro.
La non-nuvola scende dal cielo tremante e crolla come una goccia per avvolgerci.
La regina Elania si alza dal posto, la vedo agitare le braccia. Lei mi ha visto.
Poi si solleva un muro di sabbia.
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DARK CROWN
FantasyDiana Wyllin è destinata ad assassinare la propria madre e regina Elania per salire al trono di Timeeria. Un regno oppresso dai Reali che hanno rubato la magia al popolo ormai al limite della sopportazione. Diventare regina, però, non è il suo voler...