PEDONE
Rimango in allerta per diverse ore dopo l'uscita di Diana. Ogni rumore mi alza le palpebre quando non mi accorgo di averle abbassate, proiettandomi davanti sette sbarre di metallo freddo.
Mi hanno portato da mangiare solo una volta in un giorno che sono qui, e adesso il mio stomaco sta per liquefarsi. Vorrei tenermi in piedi per far scorrere il sangue nel corpo: non riesco ad afferrarmi a nulla. Sono stanco di tutto.
Nuoto nell'oscurità con lo sguardo. Ormai il sole è calato da un pezzo, non riuscirei a dire l'ora esatta. Anche il mio ultimo passatempo è andato. Senza farlo apposta, la mente mi sussurra immagini che non vorrei vedere e mi fa pensare cose che desidererei non accadessero mai.
In tre mesi, Eiden mi ha raccontato e spiegato diversi movimenti della corte, in base a cosa agiscono le corone e i passaggi dei troni sotto diverse mani. Ma questo non avevo modo di saperlo.
E non capisco più cosa sia giusto o cosa sia sbagliato, perché troppe cose mi si fondono sulla pelle: la sensazione di un nuovo potere, la certezza che questo mondo è irrecuperabile, l'ingiustizia operata da chi ha possibilità di cambiare in meglio le cose.
Bisogna essere malvagi per possedere il mondo?
Passi sulle scale. Le vibrazioni arrivano subito ai timpani, tirando una corda che mi fa salire il cuore in gola. Mi rendo conto di sperare ancora.
«Non illuderti, caro» la voce scivola prima che la persona si presenti. È un maschio, nessuno che io conosca. Credo. Qualcosa mi pizzica i ricordi, anche se non riesco a collegare. «Non sono tua sorella, né tua madre» scende le ultime scale, l'ombra si dipinge sul terreno polveroso.
E poi compare in contrasto. Intuisco sia lui da poche cose, basta l'energia affine a quella di Althea per riconoscerlo. «Mylai» mi graffio le corde vocali. L'ultima volta ho parlato a Diana. Anche se ho Eiden e Clara accanto, non ho avuto voglia di aprire bocca.
«Complimenti» ridacchia. «Oh, vedo che hai compagnia».
«Viscido» lo insulta Eiden, ma lui lo ignora.
Vorrei ribattere qualcosa, tuttavia ci ripenso. Se ho imparato dalle lezioni, è che con queste persone non si deve mai parlare troppo. Faccio l'indifferente e penso a tutto ciò che qui sotto potrebbe farmi. Uccidermi, manipolarmi con i suoi famosi fantasmi. Minacciarmi.
«Alla fine sei arrivato dove desideravi, eh? Forse non esattamente nel luogo...» lascia intendere che mia madre mi ha intrappolato nella prigione, dopo che ho desiderato vederla per così tanto tempo. «È pur sempre qualcosa, se ripensi a dov'eri prima. Chissà come sta tua nonna dopo l'incidente. È viva, è morta... Te lo sei mai chiesto? L'hai lasciata sola».
«Era un bambino!» fa Clara, battendo sul metallo. «Siete ridicoli».
Serro i denti. Clara ha ragione, ma sembra che Mylai abbia preso i miei pensieri per leggerli ad alta voce. «Tu non sai niente».
«Tua zia sta bene?» le chiede, quasi con allegria. Mantiene le distanze dalle aste che ci separano. Sposta le braccia dietro la schiena. «E io so più di quanto ne sappia tu» sibila basso, con divertimento celato. Nessuno di loro ha empatia. Qualcosa è andato storto durante la creazione dei Wyllin. «E finché non accadrà ciò che dovrà succedere, ne saprai davvero poco. Spero che comprenderai le azioni che devi compiere, quando sarà il momento».
Le sue parole mi confondono. «Arriva al punto» scuoto la testa, sospirando. Ne ho abbastanza di questa versione plagiata di Althea, dei suoi giri infiniti.
«Elania ti libererà, stanne certo» tira su col naso e prende un secondo di pausa. «E anche se ti farà integrare a corte, tu non dovrai farne parte davvero».
Vuole costringere me al suo destino da scarto.
Mylai sta per riaprire bocca, ma altri passi si sentono rimbalzare tra le pareti del sotterraneo. Dalla finestra in alto entra uno spiffero di aria che mi gela le ossa.
Una figura sinuosa e alta si focalizza alla mia vista. Le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e una camminata calma: non è un avversario di Mylai. L'ho capito dal primo passo sullo scalino, troppo lento per avere fretta di vedermi.
«Conte Vaelian!» lo saluta mio zio, inclinando la testa. Credo che le segrete potrebbero essere avvolte dal fuoco degli inferi in men che non si dica, con loro due vicini.
«Tu» ringhia Eiden. Sento che percuote le sbarre con violenza, e la polvere cade dal tetto. «Tu devi essere punito da Keyos in persona per ciò che fai».
«Caro principe! Non mi sarei mai aspettato di ritrovarti qui...» lascia la frase in aria, ripensandoci su. «Anzi, sì. Ma ad avere il controllo sono sempre io» dice, avvicinandosi alla sua cella.
«A cosa dobbiamo la tua visita? Mia madre ti ha lasciato qualcosa da dirci? Sono curioso» dice Mylai. Mi accorgo che l'unica cosa che ci lega tutti è Althea. I peli mi si rizzano sulle braccia.
Vaelian sgambetta. «Niente che tu già non sappia. Volevo parlare ai due di un'altra questione».
«Se sei uscito dal consiglio con mia madre, credo già che avrete deciso cosa fare di me».
«Oh!» apre la bocca in un sorriso tronfio, vuoto. «Sì, sì. Ma quello arriverà domani. Ti volevo dire che fareste meglio a tacere riguardo certe cose. Sapete, la sicurezza di tutti è importante qui dentro».
«Brevemente, hai paura e non vuoi essere scavalcato» ribatte Eiden, pungente.
«Dovresti averla tu, la paura. Sai cosa potrebbe accadere... un matrimonio annullato non farebbe felice tuo padre, non trovi?» Sospira, congiungendo le mani e sbattendo il tacco a terra. «Dovremmo stare tutti dalla stessa parte».
«Quindi collabora anche il principino?» chiede entusiasta Mylai, come scivolando già sul premio con la sua viscidità. Lui vede due troni, non uno, se riuscisse a far vincere Althea. Escados e Timeeria.
Vaelian si volta verso di me, ammiccando. «A quanto pare».
«Io posso parlare» dico, per non fargliela vincere immediatamente.
«Non lo farai» ribatte secco Vaelian, e so già che ha ragione. Non posso rischiare Eiden.
«Non lo farai perché non devi dimenticare il tuo ruolo qui, caro» riprende Mylai. «Sei sempre un adepto di Althea».
«Althea aveva previsto questo?» sbotto. «Il suo principe rinchiuso in una cella?»
«Ti ho già detto che so molto più di ciò che credi, e la tua insolenza mi ha stancato». Mi guarda pieno di odio, come se gli avessi tolto la ragione di vita da sotto il naso senza neanche saperlo. Apre le mani verso la terra, poi le fa risalire fino all'altezza del petto ed espira. L'aria diventa ancora più fredda di prima, e se la pelle mi si accapponava solo sulle braccia, adesso anche le ossa vorrebbero uscire fuori da me.
È troppo tardi quando capisco quello che sta facendo, e non sono preparato.
«Smettila!» urla Eiden.
«Cosa sta facendo?» Clara ansima, preoccupata.
Al centro della stanza, attorno a Vaelian e Mylai, si formano degli agglomerati semitrasparenti blu e fluttuanti. I piedi sono sfocati, ma più il mio sguardo sale, più le ombre prendono forma.
Fantasmi.
Qualcuno piange, il suono perfora diverse dimensioni e si sente lontano, altri ringhiano con tono basso e cercano di sforare il tetto salendo.
Ho paura di guardarli bene in viso perché non sono pronto a rivederli, così mi volto di scatto.
Ma Jonas, mio padre, è dentro la cella, immobile e impiccato. Dagli occhi sgorgano lacrime nere e viscose, e dondola e dondola insieme agli altri dietro di lui, il viso spento.
I ringhi mi fanno tremare il petto. Accuccio la testa tra le ginocchia per bloccare il flusso di tutto che mi sta martellando. Non basta.
«Fai quello che ti dico, o se ne aggiungeranno altri». È la frase più diretta che sento dire a Mylai.
Quando più tardi rialzo gli occhi, Mylai e Vaelian non ci sono più.
Tutti gli altri sì.
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DARK CROWN
FantasyDiana Wyllin è destinata ad assassinare la propria madre e regina Elania per salire al trono di Timeeria. Un regno oppresso dai Reali che hanno rubato la magia al popolo ormai al limite della sopportazione. Diventare regina, però, non è il suo voler...