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- Cosa dovrei mettermi per una cazzo di corsa in moto per pazzi? - Domandò Yongbok, mettendo sotto sopra tutti i vestiti che possedeva; era esausto a causa di quel moro che pareva essere proprio un diavolo.

- Non lo so amico - rispose, - è la prima volta anche per me. - sospirò pesantemente buttandosi sul letto del biondo.

- Siamo fottuti, ne vale la pena rischiare la vita? - si chiese tirando fuori una felpa color nera, - e se non ci presentassimo? -

- E poi cosa facciamo a scuola, ci facciamo ammazzare da loro? Comunque non ho ancora capito cosa è successo tra te e Hyunjin. - Fece spallucce; insomma non voleva obbligarlo a parlare, ma odiava essere sempre l'ultimo a sapere le cose.

- Praticamente il presidente ha proposto a mia madre di andare a lavorare con lui, se accettiamo andremo a vivere al Hebi Palace. - Sparò tirando fuori un paio di pantaloni neri.

- Cosa?! Sei serio? -

- Ti sembro uno che scherza su queste cose? - Ribatté, - non piace nemmeno a me, ma cosa possiamo farci. Tu stesso hai detto che gente come noi non ha alcun potere in questa società. -

- Potevi dirmelo anziché startene a soffrire da solo - bisbigliò, - io voglio poterti aiutare come tu hai fatto con me quel giorno a scuola. -

- Ya non pensiamoci ora, abbiamo ben altro di cui preoccuparci in questo momento. - disse cominciando a levarsi la canotta bianca. - Hai ragione. -

Yongbok alla fine optò per una semplice felpa nera, non avendo nemmeno la più pallida idea di come vestirsi, sotto invece si infilò pantaloni del medesimo colore. Aveva una giacchetta di pelle, ma decise di prestarla all'amico; gli stava bene e in qualche modo vederlo sorridere lo rese davvero felice.
- Ho paura di morire - disse Hui Chan giocherellando con le maniche, - ho sentito dire che queste corse sono estremamente pericolose e molta gente ci è morta. -

- Non moriremo - disse, - te lo prometto.

- Se non riesci a mantenere la promessa... be' ci si vede in paradiso oppure all'inferno, amico mio. - posò la sua mano sulla spalla di Yongbok.

- Andiamo dai. -

E fu così che i due ragazzi si avviarono verso il porto, ignari di ciò che li stava attendendo. Il biondo aveva detto alla madre che sarebbe stato al karaoke assieme al ragazzo con gli occhiali; ovviamente la donna ci aveva creduto subito. In fondo perché avrebbe dovuto mentire? Non stava mica andando a morire.

Sperava caldamente di uscirne vivo, e lo stesso il ragazzo con gli occhiali.

Non presero l'autobus ma bensì un taxi che li avrebbe portati lì vicino, non direttamente sul posto in quanto fosse un'attività illegale perciò era meglio non farsi beccare. Per tutto il tragitto Yongbok se ne stette a fissare il paesaggio fuori dalla finestra, domandandosi se fosse il caso di scappare o no. Se si fosse fatto male, sicuramente Hyunjin ne avrebbe pagato le conseguenze.

- Ahjusshi, può fermarsi qua. - Disse, prendendo i soldi dalla tasca dei pantaloni. Non aveva portato né telefono né portafoglio.

Una volta usciti dal mezzo, si incamminarono per giungere a destinazione ma non ci volle molto per arrivarci.

Infatti, eccoli qui, in mezzo ai delinquenti che amavano le corse spericolate. Incutevano quasi tutti timore, quello era certo, sia i ragazzi che le ragazze a vedersi. Probabilmente erano tutti dai diciassette anni in su, e sembravano parecchio entusiasti di affrontare la gara. Alcuni stavano a fare a botte, altri a chiacchierare e bere normalmente, qualcuno che provava a fare pazzie con la moto oppure chi stava cominciando a spogliarsi.

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora