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« Eccomi qua. » un Hwang, imbacuccato in un completo ardesia, si piantò davanti alla figura del brunetto che, ormai da un paio di ore, sedeva sulla superficie piana del bordo del piccolo ponte.
« Finalmente, stavo giusto cominciando a sentirmi solo. » un mezzo sorriso sbocciò fra le labbra rosacee di Yongbok. Rincuorato dall'avercelo, finalmente, presso di sé.

Si erano dati appuntamento la sera per trascorrere del piacevole tempo insieme. Ma oggi era, sfortunatamente, il giorno dell'anniversario del padre del moro e la moglie. Pertanto Hyunjin era stato costretto a trascorrere l'intera giornata insieme ai due e, ovviamente, insieme alla immancabile sorellastra. Tanto antipatica e scorbutica.
Una tortura.
Così lui, semplicemente, la disegnava.
Oltretutto era giunta la maggior parte dei parenti del ragazzo; da coloro che abitavano all'estero fino agli zii e ai vari cugini i quali, invece, risiedevano nella Corea. Alcuni di cui, neppure, ricordava l'esistenza.

Lui odiava, in cuor suo, eventi del genere, in particolar modo se in questi ultimi presenziava suo padre ─ meglio noto come il ricco Abeoji ─ in procinto di comandarlo a bacchetta. Cazzo che rottura.
Aveva dovuto salutare un quarto dei, incredibilmente numerosi, invitati. Numero che vacillava dalle centonovantasette alle duecento persone.
Manco fosse uno dei matrimoni che si vede nelle scene dei film del Bollywood.
Ed era solamente il loro anniversario, non avrebbe neppure osato immaginare quante persone sarebbero, nella realtà, venute se fosse stato il gran giorno. Il giorno del matrimonio.

« Allora com'è andata la festa? » domandò il bruno facendogli cenno di venire a sedersi accanto, « Insomma, una merda totale e sono parecchio stanco. »
Farfugliò, così, sistemandosi sulla superficie grigiastra.

« Te cosa mi dici, invece? » chiese a sua volta Hyunjin gettando gli occhi castani sul volto di Yongbok, messo in luce, in modo lieve, dalla tremula luce del lampione.

« Non mi lamento dai, stavo ascoltando musica fino a qualche istante fa. » rispose rimanendo sul vago.

Il bruno aveva trascorso l'intero pomeriggio a lavorare. Sì, era persino riuscito a trovarsi un lavoro part-time presso un minimarket al centro della città. Era stato Hui Chan a sollecitarlo e doveva ammettere che era stata proprio una buona idea. Insomma, erano pochi spiccioli quel che ingranava ma stava cominciando a risparmiare per le spese dell'università non volendo essere un fardello per la madre. La quale, invece, ribadiva sempre che avrebbe potuto contare su di lei in qualsiasi momento sebbene, ultimamente, stessero avendo un po' di problemi coi soldi.
I debiti del padre non erano stati del tutto saldati, pertanto la donna, avendo soltanto un impiego, si trovava in una condizione di precarietà. Non era facile per una vedova.

« Fammi vedere. » il moro disse riferendosi al telefono, il quale, in seguito, l'altro gli porse facendo, dunque, vedere quale canzone stesse ascoltando qualche attimo fa, « È Work out di J. Cole. Non mi dispiace come rapper e le sue canzoni mi entrano subito in testa. »
Il ragazzo basso scoccò un sorriso esordendo.

« Straight up, now tell me. Do you really want to love me forever? Oh. Oh. Oh. Or is it just a hit and run? » provò a cantare Hwang, provocando una grassa risata da Yongbok, il brunetto.

« Straight up, I tell ya. I just really wanna cut when we together. Oh. Oh. Oh. » continuò quest'ultimo, stonando di proposito.
« Cazzo, facciamo proprio schifo a cantare. Siamo delle merde. » continuò ancora il bruno con uno stupido sorriso scolpito sul viso.

Entrambi gli adolescenti sghignazzarono mentre lasciavano, candidamente, le parole di quella canzone entrare dentro alla loro sostanza grigia.

Yongbok, dopodiché, di nascosto, si ritrovò a ficcarsi una mano all'interno della tasca della camicia color liquirizia a maniche corte. Giusto per appurare che avesse ancora con sé la cosa che si era portato dietro.
Eccolo qui, si disse provando a tirarlo fuori.
Ma qualcosa sembrò, palesemente, andare storto. In quell'esatto momento l'oggetto cadde in acqua emettendo un lieve rumore una volta a contatto con la superficie della distesa bluastra.

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora