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- Allora ragazzi - catturò l'attenzione di quei spavaldi giovani seduti sul divanetto nero di pelle, - lui, è Lee Yongbok. -

La stanza di medie dimensioni nella quale erano entrati, si trovava vicino al porto dove tempo fa c'era stata una corsa spericolata in moto. Le pareti, un poco rovinate, del muro erano caratterizzate da un intonaco di questo beige che si mischiava ad un grigio cemento; piuttosto indefinito e poco armonico nel complesso. All'interno erano presenti varie poltrone sempre di un nero pece messe qua in là per offrire alle persone un posto dove sedersi comodamente, e ad unire il tutto vi era un tavolino trasparente di vetro dove i giovani stavano tranquillamente sgranocchiando qualcosa e bevendo alcolici di vario genere.
Era un luogo dove l'odore del fumo delle sigarette sia accese che spente, e le bottiglie di alcol prevaleva su tutto; un posto pressoché malandato dato dove era situato, ma in qualche modo era abitabile per i ragazzi.

La sonora musica, invece, che rimbombava nelle quattro mura di questa sperduta abitazione, era data dalla morbida ma sensuale voce di anders, con la sua canzone December.

Yongbok alzò la mano come a volerli salutare, quando i suoi occhi furono subito rapiti da un certo biondino, che se la stava spassando con una bottiglietta di alcol in bocca. - Jisung? -

- Yongbok. - replicò, ridendo come uno sciocco.

- Non avrei mai creduto di rivederti qua - si lasciò fuggire, andando ad adagiarsi accanto a lui, - cosa ci fai qua, non dirmi che hai preso parte di questa combriccola? -

- Esatto amico mio, stavo dormendo tranquillamente sul divano di un parchetto, e poi è arrivato quest'altro arrogante biondino, che mi ha portato via con sé senza dire nulla. - rise come un cretino.
- Divano? - parlò Changbin, - stavi accanto alla spazzatura, tu razza di disgustoso senzatetto. -

- Ow, così mi offendi. -

- Perché hai portato Lee con te? - fu sempre Changbin a domandarlo all'amico moro; sembrava proprio essersi innervosito ulteriormente notando la presenza del brunetto.

- Prenderà il posto di Dongchul. - replicò semplicemente, mettendosi di fronte al nuovo membro del loro gruppetto di motociclisti.

Yongbok regalò un sorrisino al biondino dall'altra parte della stanza: - Cerchiamo di andare d'accordo almeno per questa volta, non sono molto esperto e non vorrei rischiare di travolgerti violentemente con la moto. -
- Tranquillo, non succederà. - sputò con il suo solito tono acido.

- Stiamo calmini - parlò colui che si poteva reputare il capo, - tra qualche giorno ci sarà la gara, quindi dobbiamo soltanto dare il meglio perché il premio equivale esattamente a un milione di dollari. -

- Wow, sono tantissimi soldi. - Jisung rimase seriamente sorpreso dall'elevata cifra; insomma con quei soldi si sarebbe potuto permettere una casa, un'auto e tutto quello che non aveva mai posseduto in vita sua. - Non capisco - sospirò invece il brunetto, - tu e quel biondo avete dei genitori più che benestanti, a cosa vi servono 'sti soldi? -

- A nulla, vogliamo solo vincere. - rispose il moro, prendendo un sorso della bevanda alcolica.

- Che risposta patetica. - ribatté Yongbok ridendo, e appoggiando la testa sul divano, con gli occhi sempre fissi sul corpo, ricoperto da una leggera maglia bianca, di Hyunjin.

- Già non sopporto l'idea di vederlo al Hebi Palace - cominciò Changbin, - figuriamoci alla gara. -

- Tranquillo, mia madre se ne vuole andare via da quel palazzo per voi ricconi, il Presidente dovrebbe solo darle il permesso, ma non credo voglia tenerla lontana dalle sue grinfie. -

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora