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- È buonissima - mugolò estasiato, - uno dei migliori devo dire. -

Il giovane rimase a guardarlo spensierato e un po' divertito per vari istanti; lo studiò attentamente, dai suoi lisci fili color biondo canarino che coprivano la sua fronte lievemente abbronzata, alle sue labbra rosa e screpolate alquanto particolari. Ormai poteva dire di essersi memorizzato ogni sua espressione che compariva quando contento addentava un pezzo di panino all'uovo, oppure al pollo.

- Che c'è? Perché mi stai fissando così? - domandò Jisung sempre continuando a masticare. - Avevo detto un panino, ma questo è già il tuo sesto. Quanti ancora hai intenzione di divorarti? -

- Quanti altri ancora hai intenzione di comprarmi? -

Entrambi i ragazzi sorrisero scioccamente; il castano alzò le braccia in aria per potersi stiracchiare per bene, a forza di stare seduto su quella sedia bianca di plastica, il suo fondoschiena stava cominciando a fare piuttosto male.
- Ho una domanda. - disse serio. - Spara. -

- Mi sembri un piccolo mocciosetto, quindi quanti anni hai? - chiese cercando di aprire la bottiglietta d'acqua naturale.

- Siamo dello stesso anno. - rispose semplicemente, non dando troppe informazioni su sé stesso. - Che scuola frequenti quindi? -

- È così importante? -

- No, scusa, non volevo sembrare così invadente. - non era chiaramente sua intenzione, ma ci teneva a sapere giusto qualcosina in più sul ragazzo difronte a sé. - Tu sei della Gwangjin? - chiese fissando la divisa di Yongbok, il quale annuì e basta alla domanda fatta.

- La verità è che ho abbandonato gli studi alle medie, non me ne vergogno, però... - disse, - non sopporto il modo in cui le persone mi guardano una volta che li dico non posso permettermi di studiare. -

- Tranquillo, io non sono uno che giudica così alla leggera le persone - lo rassicurò giocando con la bottiglia, - ad essere onesti poco mi importa di ciò che fa la gente, io penso solo a me stesso standomene per i fatti miei, solo in questo modo riesco ad essere sereno. -

- Mi sembra giusto. - finì il suo ultimo panino.

Yongbok tirò fuori un po' ansioso il proprio cellulare, controllando se avesse qualche notifica o meglio qualche messaggio da parte della signora Lee.
Ma nulla, l'ultimo infatti risaleva esattamente ad una settimana fa. - Che succede? - gli chiese, notando un po' di agitazione nei suoi occhi.

- No, niente di che, aspettavo un messaggio. -

- Fidanzatina? - domandò sorridendo divertito. - Macché, in realtà mia madre avrebbe dovuto chiamarmi durante la pausa pranzo ma ora di ore ne son passate. -

- Capisco, sei preouccupato per lei... io sono sempre stato solo fin da bambino perciò non mi sono mai dovuto preouccupare di queste cose. -

- Non hai fratelli? - domandò curioso.
- Mai avuti, sono cresciuto nell'orfanotrofio di un piccolo villaggio, poi invece sono scappato all'età di undici anni, vivendo un po' nella miseria. Triste storia, vero? - sforzò un sorriso, - ciononostante non mi lamento sai, poteva sempre andare peggio e poi sono ancora vivo quindi... è già tanto. -

- Dai su, non morirai così giovane. - gli disse un po' scherzando. - Sì sì, sono fortissimo quindi ce la farò. -

- E poi quello strano sarei io, ti sei appena aperto ad uno sconosciuto che probabilmente non rivedrai mai più. - disse ridendo.

- Facciamo finta di niente. -

- Ci alziamo? - chiese infine, prendendo lo zaino sulla spalla. - D'accordo. -

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora