49

2.4K 163 288
                                    




Sopraggiunse la mite sera tra le verdeggianti ed estremamente silenziose campagne nei pressi di Yeoju. E una alquanto inusuale inquietudine fu quanto sembrò dominare il vicinato. Forse erano quelle casupole piuttosto rovinate da un passato terremoto a conferire al luogo un aspetto ancor più macabro, oppure quell'assordante silenzio di cui gli abitanti stavano godendo al momento. Il brunetto, invece, se lo ricordava come un posto pressoché allegro, tant'è che lo aveva sempre descritto semplicemente con il colore giallo; acceso, caloroso e vivace come il quartiere nel quale aveva abitato per un paio di anni assieme alla zia.
Signori con un ampio sorriso abbozzato sul volto, fanciulli che vagavano spensierati mentre le loro grida uscivano forti dal petto, e premurose anziane che rimanevano nelle proprie abitazioni a fare compagnia alle famiglie.

- Solo io ho stranamente paura di qualcosa di cui non conosco nemmeno l'esistenza? - fu quel che bisbigliò Jisung, mentre un leggero brivido gli percorreva velocemente la schiena ricoperta da una semplice e candida canottiera. - Pure io. - si aggiunse persino il grigio, tirando su i piedi nudi sul piccolo divano d'un marroncino.

- Tranquilli, non moriremo mica. - cercò invece di rassicurarli Yongbok, mentre i suoi attenti occhi stavano cominciando ad intravedere sagome nerastre dovunque per lo stretto corridoio che portava alla cucina.

Sua zia era uscita un attimo per recarsi in città a prendere del latte al supermercato, ma l'orologio segnava ormai le undici e mezza di notte. La donna non era ancora tornata a casa e il nipote stava seriamente iniziando a preoccuparsi sia per lei che per il loro crudele ed inaspettato destino.
- Insomma siete davvero ridicoli, di cosa dovremo avere paura? - parlò d'un tratto Hyunjin, cercando di convincere se stesso che non vi era nulla da temere.
In fondo si trovavano soltanto in mezzo a delle sperdute campagne dove probabilmente qualche serial killer sarebbe venuto ad ucciderli uno ad uno.

- Ora vi racconterò una bella storiella. - il bruno, accomodatosi sulla scomoda seggiola di legno, prese in mano la lanterna per illuminare al meglio la stanzetta. La corrente se n'era andata via circa una mezz'oretta fa, ma d'altronde era una cosa tipica del luogo.

- Sembra l'inizio di un film horror, non credete? - disse il biondo, stringendo tra le braccia il cuscinetto.

- Vero, comunque tempo fa mia zia mi raccontò che l'ahjumma che abitava in una delle case accanto a noi era stata posseduta da un demone nel bel mezzo della notte mentre lei si trovava dentro al bosco a passeggiare tranquillamente con i capelli sciolti. -

- E tu ti aspetti che noi ci crediamo? - sputò un moro innervosito.

Yongbok rise semplicemente, era talmente evidente il terrore negli occhi di quei tre giovani, ma ahimè la parte spaventosa della storia era se non altro il fatto che fosse vera. - Io ve l'ho raccontato, poi siete liberi di crederci o meno. - il tono della sua rauca voce sembrò appiattirsi ulteriormente.

- Serio? - domandò con un filo di voce Changbin, - e tu ciononostante ci hai voluto portare qui a morire? -

- Non muori mica, al massimo verrai posseduto da un terrificante demone e poi verranno quelli per esorcizzare. - rispose con nonchalance.

Calò nuovamente un assurdo silenzio tra i quattro ragazzi, ma l'unica cosa udibile fu solamente l'incessante fruscio del vento che faceva muovere le tende color grano.
Jisung non si sentiva per niente al sicuro perciò con un poco di coraggio si diresse verso la finestra e la chiuse bene. Aveva bisogno di proteggersi nel caso fosse stato attaccato ma in fondo neppure sapeva cosa avrebbe dovuto fare pur di non ritrovarsi un demone davanti.
O meglio queste alquanto tremende creature nemmeno erano visibili all'occhio umano.

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora