32

3.3K 216 250
                                    




- Quindi questa sarà la nostra nuova casetta d'ora in poi? - il biondo diede una fuggevole occhiata all'interno della struttura; forse si sarebbe aspettato un arredamento un po' più sfarzoso e vintage, ma no, poteva dire che il dentro era piuttosto semplice e con quelle tonalità di colori caldi che lo avvolgevano, conferendo al luogo un aspetto più accogliente e familiare. La casa era composta principalmente da ben due camere da letto, un bagno comune, un ampio soggiorno attaccato a una cucina con tutti gli elettrodomestici più avanzati, e infine un giardino verdeggiante di medie dimensioni dove era presente addirittura una piscina. Era stato scelto dal segretario Kim, insomma un uomo che aveva buon occhio e buon gusto, perciò sarebbe sicuramente stato di gradimento per il moro.

- Non male, dai. - disse Changbin buttandosi esausto sul divano color castagna scuro. Il marrone, difatti, era uno dei colori predominanti nell'abitazione; diverse erano le tonalità di esso presenti all'interno della casa, si poteva passare da un semplice color catrame delle morbide tende, alle grandi porte scure di legno e alle cornici della moltitudine di quadri ottocenteschi, color bistrio.

Nonostante fossero estremamente stanchi a causa del lungo viaggio, fatto sia in aereo che in treno e in taxi, anche perché avevano attraversato un intero continente, ora avrebbero dovuto decidere chi andrà a dormire con chi. La scelta si mostrava pressoché ovvia, ma qualcuno doveva pur comunicarlo a voce alta. - Io condividerò la stanza con Jisung. - parlò infatti Yongbok, avviandosi per dare un'occhiata alle due stanze. - D'accordo. -

- Non prendetevi quella più grande. - si raccomandò Hyunjin, buttandosi accanto all'amico biondo, e prendendosi un cuscinetto color grano tra le bracccia.
- Scusa. - disse d'un tratto il moro, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro.

- E per cosa? - il giovane accanto era rimasto sorpreso ma al contempo confuso; perché di colpo gli stava chiedendo scusa?

- Non volevo che ti cacciassi nei guai a causa mia, so benissimo che i tuoi non la prenderanno per niente bene una volta che lo verranno a sapere, soprattuto ora che tuo padre stava cercando di diventare il direttore dell'ospedale. -

- Che coglione - gli disse, - non devi scusarti scemo, se non lo avessi voluto fare ti avrei detto di no fin da subito, e poi è stato divertente vincere. - replicò onesto, portando lo sguardo divertito sul moro.

Quest'ultimo gli diede una pacca sul collo, regalandogli un mezzo sorriso. Changbin lo avrebbe definito il suo unico migliore amico, si conoscevano ormai da parecchi anni e conoscevano l'uno i segreti dell'altro, e per nulla al mondo avrebbero sacrificato la loro profonda e sincera amicizia.

- Abbiamo già scelto - li interruppe il brunetto, - prenderemo quella vicino al bagno, ci sono pure i letti separati nella nostra camera. -

- Che significa? Quindi noi dovremo avere un letto matrimoniale? - domandò l'altro biondo. - Esattamente. - rispose Jisung, recandosi in cucina.

Gli era venuta una certa fame, sebbene il viaggio gli avesse causato un po' di comune malessere. - Cazzo, mi sembra di volare ancora - disse, aprendo il frigorifero, - c'è un po' di roba qui, qualcuno vuole cucinare insieme a me? -

Il moro e il bruno portarono lo sguardo sui bei muri, evitando qualsiasi tipo di contatto visivo con il ragazzo, il quale invece portò gli occhi al cielo notando la loro antipatica reazione. - D'accordo, ti aiuterò io. - si alzò pigramente Changbin. - Sai almeno cucinare? - gli chiese l'altro.

- No. - replicò sinceramente. - Nemmeno io, quindi dovremo impegnarci seriamente se vogliamo mangiare qualcosa. -

- Ma non possiamo ordinarlo il cibo? - fu il brunetto a parlare. - Perché tu sai come si fa qui in Spagna? - domandò a sua volta Jisung. - No. -

Yongbok si guardò in giro, e non vi trovò la testolina mora all'interno della casa, ma bensì fuori in giardino, dunque curioso, se ne andò via anche lui. Lasciando così, cucinare in tranquillità gli altri due ragazzi, o almeno questi avrebbero provato a cucinare qualcosa pur di sfamarsi. Il brunetto, si aprì la porta scorrevole di vetro, e là raggiunse un Hyunjin piuttosto perso a guardare il vuoto. Oppure stava fissando un qualcosa che era passato inosservato all'altro giovane. Il giardino, sebbene fosse buio, sembrava ben curato a primo impatto; molte erano le piante presenti, dagli alberelli di limoni a quelli di pomodoro, senza tralasciare i numerosi cespugli dei vari fiori colorati. - A cosa stai pensando? - ruppe così il silenzio, mostrandosi stranamente disponibile.

- Ma nulla di che - replicò portando lo sguardo sui piedi nudi, - forse questa vacanza mi serviva davvero, laggiù in Corea certe volte a causa di mio padre e non solo mi sembrava di soffocare, e ne combinavo una dopo l'altra pur di attirare l'attenzione di tutti su di me. -

- Capito, infatti non è male la Spagna. -

- Te invece, immagino ti sentirai obbligato a stare qui solo per aver partecipato alla corsa. - disse, voltandosi verso l'altro.
- Ed è qua che ti sbagli, sono diciamo contento di questa pausa perché ne avevo seriamente bisogno dopo quei maledetti esami di merda. - sorrise sereno.

- Non mi sorridere così, ti prego. - sussurrò Hyunjin passandosi la lingua sul labbro inferiore, lasciando che il leggero vento estivo scompigliasse i suoi fili neri, mentre le sue iridi scure erano fisse a contemplare il forbito corpo del giovane castano dinanzi. - Stai zitto. - replicò ridendo Yongbok.

Nessuno dei due era ancora consapevole dell'effetto che si facevano sull'un l'altro, ma in quella piacevole e calda notte, quasi soffocante, era successo qualcosa; quando i due erano presi nell'annegare nei mari più profondi ed oscuri, e a sorridersi ingenuamente come se non vi fosse più un domani, il moro riuscì soltanto a confermare, senza un briciolo di dubbio, di essere inevitabilmente attratto fisicamente da Yongbok. Non si spiegava nemmeno lui com'era finito in questo stato: sarà stato per le sberle prese dal castano, si diceva ironicamente. Ma il corpo di quest'ultimo lo aveva in qualche modo stregato come mai nessuno era riuscito prima d'ora; avrebbe quasi detto di esserne ormai dipendente, sì, perché era purtroppo la sua amata droga.

Il brunetto, quindi, si ritrovò ad avanzare verso un Hyunjin alquanto seducente e desiderabile, il quale, invece, portò quasi subito le fredde mani sul morbido volto dell'altro giovane per colmare la lieve distanza tra i loro accaldati corpi. Le sue carnose labbra, nel giro di un breve istante, si avvicinarono fuggevoli a quelle di Yongbok, ma non le baciò subito, anzi a un soffio da esse gli regalò un alquanto sensuale sorriso, prima di buttarsi avidamente sulla bocca del castano. Quest'ultimo non aspettò altro che riassaporare quei dolci boccioli di malizia, che lo avrebbero conquistato ancora una volta durante la tenebrosa notte.

Le loro bagnate lingue schioccavano ad ogni tocco di passione, i loro denti mordevano quanto potevano, e le loro labbra non fecero altro che muoversi armonicamente sotto al chiarore di una luna piena che faceva da testimone. E nel mentre quelle mani vagavano senza una meta precisa.

Il desiderio sessuale diveniva sempre più elevato, come la voglia di consumare nuovamente la loro passione d'altronde. - Tu - ansimò il ragazzo più alto tra un bacio un altro, - cosa mi hai fatto per stregarmi così? -

Sul volto di Yongbok si formò come al solito un lieve sorriso. - E perché non riusciamo a smettere di sorriderci così? - domandò invece quest'ultimo.

- Non lo so - sussurrò, - però se continuiamo così non riuscirò proprio a trattenermi, Yongbok. -

Quei sorrisi; quei alquanto poco casti e poco puri sorrisi parlavano già da sé, parlavano soltanto del loro incessante desiderare con ardore di spogliarsi di tutto una volta ancora, per potersi unire, e dunque, completarsi a vicenda.

- È pronta la cena! -





ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora