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- E sai la cosa ancora più patetica? - disse, continuando a ridere, mentre il suo forbito corpo si era ormai arreso completamente all'alcol, - presa la bottiglietta d'acqua sul mio banco, ne buttai un po' per terra, facendo credere alla maestra e agli altri bambini che quella sostanza liquida non fosse piscio. -

- Ma quindi ti sei pisciato addosso sulla sedia mentre stava spiegando? - domandò piuttosto incredulo il biondo, prendendo un altro sorso della bottiglia.
- Sì, quella non mi faceva andare in bagno, e io, un innocuo bambino, mi sono accomodato al mio banco e l'ho fatta lì senza farmi troppi problemi. -

- Tu mi stupisci sempre di più Bok. - rise colui, che ormai poteva definire un semplice amico. Avevano passato una vivace, anche se poco movimentata, serata assieme, ridendo ubriachi com'erano e facendo battute alquanto sconce e stupide; insomma due classici maschiacci a cui piaceva scherzare come ragazzini immaturi ed ingenui.
- Domanda da un milione di dollari - parlò Jisung, alzandosi di colpo dalla sedia, facendo che essa cadesse bruscamente per terra e producesse un sonoro rumore, - tette o culo? -

- Cazzo! - gridò soltanto lui lanciando delle patatine in aria, e lanciandole addosso all'altro ragazzo.

Il biondo rise fino a scoppiare, e purtroppo per lui, fino ad andare a sbattere violentemente la testa contro il frigo aperto, e là rimase appoggiato per vari istanti con la mano che si toccava leggermente la parte addolorata. E questo, mentre il bruno poco prudente, si ritrovò a salire sul bancone pieno di briciole e bottiglie vuote, mettendosi dunque a ballare come un disagiato.
- Dick - disse cantando, - dick, dick. -

- Ma che canzone è mai questa? - gli chiese, sdraiandosi completamente sul pavimento freddo, ma fortunatamente pulito, della cucina. Poiché fosse uno di quei classici giorni estremamente caldi, era contento che almeno per terra si stesse bene.

- Non lo so, una ragazza in autobus stava scorrendo la sua fyp di tik tok e c'era questo ragazzo mulatto che stava ballando così. - replicò, imitando quanto aveva potuto vedere, muovendo i fianchi e le braccia allo stesso tempo. - Ah. -

- Jisu, sei eterosessuale? - domandò dal nulla, portando lo sguardo poco lucido sull'amico. - Sì, mi piacciono le belle ragazze, possibilmente basse e minute. -

Ma d'improvviso il portone principale della casa si chiuse nuovamente, e dopodiché la figura di un Changbin e Hyunjin piuttosto annoiati e delusi apparse davanti agli altri due, i quali se la stavano godendo come non mai. - Che cazzo stai facendo lassù? - gli chiese subito il moro, entrando in cucina, e lanciando le scarpe in aria.
- Come mai siete già a casa? -

- È venuta la polizia - rispose semplicemente Changbin, prima di buttarsi sul divano, - in ogni caso era una noia mortale, sono contento di essere qui. - mormorò, appoggiando la testa e infine chiudendo le palpebre.

- Qua da noi, c'è alcol a volontà. - indicò Jisung, aprendo il frigorifero pieno di bibite di vario genere. Il moro ne fu più che sollevato, e coi piedi stanchi per aver camminato fino a quella grande piazza, si diresse per prendersi un'intera bottiglia di birra da scolarsi. Portò un fuggevole sguardo sulla figura del giovane bruno, il quale invece, rimase lì immobile a fissare un punto indefinito della grande stanza.
Lo vedeva chiaramente nei suoi occhi e nel suo atteggiamento, che l'altro fosse ormai troppo ubriaco per capirci qualcosa; prima si era lamentato, e gli aveva detto di lasciarlo dormire in pace e ora sempre questo si era bevuto ben parecchi bicchieri. - Scendi da lì. - ordinò soltanto perché gli stava dando fastidio.

- O cosa? - sputò arrogante, - mi porterai giù con la forza? - rise come un cretino.

Okay mi arrendo, si disse infine, appoggiando le braccia nude sul bancone. - Facciamo qualcosa di divertente? - chiese improvvisamente Jisung alzandosi in piedi, - giochiamo ad obbligo e verità! -

- Anche no, finirà sicuramente con io che mi bacio Hyunjin - replicò, andandosi a sedere accanto alle spalle del nominato, il quale stupito dal suo essere così esagerato, rimase a guardarlo mentre l'alcol cominciava a scendere giù, - vuoi baciarmi? - chiese sempre lui avvicinando il volto suo a quello del moretto.
- Sei proprio ubriaco. - gli disse.
- Tanto ci siamo baciati anche quando ero sobrio. - specificò con un mezzo sorriso, portando gli occhi sul biondino sdraiato sul divano.

Changbin si voltò verso i tre, e con una espressione indecifrabile sul volto parlò all'amico: - cosa sta blaterando? -

- Tranquillo, me lo sono pure scopato. - aggiunse ghignando.

- Come se io, e quel biondino non avessimo sentito quei osceni rumori provenire dalla stanzetta al porto. - ribatté concludendo, prima di sparire dalla cucina; era esausto e deluso dall'alquanto noiosa festa, e quasi sicuramente avrebbe voluto risparmiarsi di subire questa scena alquanto patetica.

- Yongbok, chiudi quella boccaccia. - gli disse portando gli occhi al cielo, e posando la bottiglia ormai vuota sul bancone.

- D'accordo - sospirò, - credo che andrò a dormire. - disse grattandosi il mento, - vuoi venire con me? -

- Sei serio? - domandò incredulo, spalancando leggermente gli occhi.

Il bruno annuì e basta, prima di buttarsi prontamente sulle morbide labbra bagnate dall'alcol di Hyunjin, andando dunque a circondare il collo lievemente abbronzato con le proprie braccia; era un semplice e puro bacio, un semplice contatto, un semplice tocco dettato dalla loro malizia e brama.

- Vengo con te. -



ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora