3O

3.4K 200 219
                                    

- Cosa diavolo significa questo? - quasi urlò esasperato, l'uomo caratterizzato da quel leggero filo di barba un po' grigiastro e anche un po' nero. Nonostante avesse ormai quasi cinquant'anni, non erano molte le rughe presenti nel suo vissuto volto; come al solito la sua figura era avvolta da un completo elegante anch'esso di un grigio cemento, aspetto che li conferiva un'aria ancor più seria di quanto già lo donasse il suo severo viso. Il lieve rossore sulle goti e gli occhi piuttosto spalancati mostravano quanto fosse preso dall'ira al momento. Si era ritrovato in uno stato di agitazione frustrante, dovuto probabilmente al pezzo di carta che stava stringendo man mano sempre di più; e lo strinse talmente forte da far quasi diventare le nocche bianche.

Batté dolorosamente il palmo della mano sulla scrivania, facendo venire un colpo ai presenti in quell'aula, illuminata lievemente dalla fioca luce proveniente dalle veneziane di un tenero azzurro.

- Abuji. - cercò di parlare, ma venne fin da subito bloccato dalla voce di una donna che udirono in televisione, e lo schermo di essa non vi mostrò altro se non: Hwang Hyunjin, Lee Yongbok, Han Jisung e infine Seo Changbin, che tagliavano il traguardo della pericolosa ed illegale corsa da un milione di dollari.

Il segretario, dopo che la donna ebbe concluso, spense la tv con il telecomando, dando così la parola al presidente. - Cosa stavate pensando di fare, partecipando ad una corsa illegale? - cominciò buttando con violenza il giornale dentro al cestino, - da mio figlio me lo sarei anche aspettato, dato che è un incompetente, un egocentrico sempre in cerca di guai, ma da te Changbin, mi chiedo soltanto come la prenderanno i tuoi genitori una volta che racconterò loro dell'accaduto, e tu Yongbok, dovevi proprio cadere così in basso per deludere tua madre, che lavora giorno e notte pur di sfamare la propria famiglia. -

E falla lavorare meno, avrebbe voluto rispondere, ma evitò poiché ora non fosse nella posizione di ribattere come uno sciocco ragazzino immaturo.

- Signore, si sta dimenticando di me. - parlò di colpo il biondino, del quale il presidente non aveva saputo nemmeno l'esistenza fino a qualche istante fa. Il brunetto gli tirò una forte gomitata; non era decisamente il momento di scherzare con un uomo spaventoso come il signor Hwang, perché quando era arrabbiato era ancor più terrificante di quanto già lo fosse nei giorni piacevoli e sereni.

- Hyunjin, sai almeno che grazie al tuo nuovo scandalo, i miei affari, i miei nuovi partner non vorranno più contribuire economicamente nelle aziende; io mi vergogno di avere un figlio come te, ci perderò la faccia e la dignità a causa tua, e nessuno vorrà più avere un Presidente che non riesce a disciplinare un figlio criminale del genere. - gli disse con il tono acido che usava solitamente in sua presenza.

- Parli tu - rise amaramente, - almeno io non finirò in TV, e neanche sui giornali per aver tradito la mia seconda moglie. -

Il signor Hwang sbiancò per qualche istante, ma cercò di rimanere lucido, portando gli occhi sul proprio bambino, e se non ci fossero stati questi quattro giovani probabilmente il moro avrebbe ricevuto il classico sonoro schiaffo che era solito a guadagnarsi ogni qualvolta provava a rispondere al padre. Ma per questa volta si era salvato da quella dannata mano.

- Non voglio rovinare tutto quel che ho creato a causa vostra, perciò ora troveremo una soluzione, sennò scordatevi di uscire dal mio ufficio. -

- Signor Hwang - lo interruppe d'un tratto il segretario, - io potrei avere una certa idea per questi giovani. - annunciò, tirando fuori alcuni documenti che aveva tenuto dentro ad una cartella marroncino fino a qualche minuto fa.

- Parli pure. - lo incitò, andandosi a sedere; era costantemente stressato a causa delle nuove elezioni e le varie aziende, ci mancavano soltanto gli scandali a rovinargli la reputazione.

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora