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Un altro noioso giorno di scuola alla Gwangjin, come al solito Yongbok si ritrovò a camminare tra quei lunghi corridoi dell'edificio. Studenti ovunque; i secchioni della scuola in un lato, quelli sportivi dall'altro, le cosiddette 'oche' nel loro mondo, i ricchi figli di papà che mettevano in mostra i loro averi, e infine i comuni mortali come lui che non vedevano l'ora di uscire da questa prigione o meglio inferno.

La prima lezione, coreano, cominciò con l'entrare della loro professoressa nonché coordinatrice della classe stessa. - Buondì ragazzi, per oggi vi avevo lasciato le due poesie da memorizzare, analizzare e infine dovevate scrivere un commento - disse leggendo sul proprio diario, - allora cominciamo con 'Vento blu' di Yun Dong Ju. -

Chiamò una persona dall'elenco alla cattedra; la ragazza cominciò a ripetere la poesia con la giusta musicalità e intonazione.
Nel frattempo il castano si ritrovò a leggere la seconda poesia assegnata; l'autore era anonimo ma le parole gli erano in un certo senso familiare.
Solitamente non era interessato alle poesie, né ai libri e nemmeno dava un certo peso alle parole. Sua madre invece era quella più interessata alla letteratura; in casa avevano scaffali pieni di libri di poesie, soprattutto quelli di autori occidentali. I quali erano per lo più inglesi, italiani, francesi e ungheresi.

Probabilmente lo aveva letto per sbaglio in uno di quei libri pesanti e pieni di polvere della signora Lee.

- Allora Soojin, sentiamo il tuo commento sulla seconda poesia. - udì la voce dell'insegnante, così portando lo sguardo sul compagno; in poche parole il pagliaccio della classe. - Credo... che sia abbastanza semplice da comprendere, il ritmo e le rime sono anche queste semplici ed è scorrevole. - disse un po' indeciso sempre con quel sorrisetto fastidioso in volto. - Cosa ne pensi? Che emozioni ti ha trasmesso leggendolo? -

- Non lo so, non ho provato nulla. -

- Per la prossima volta fai i compiti assegnati o sarò costretta a prendere seri provvedimenti. - gli disse mandandolo a posto, - qualcun altro vuole dirmi la sua opinione? -

- Io. - raramente interveniva in classe eppure aveva alzato la mano.
- Dai Yongbok. - lo incoraggiò il suo amico fiero.

- In quanto poesia occidentale, ci dovevamo aspettare che la donna, appunto protagonista della poesia, venisse rappresentata in modo angelico come erano soliti a fare i poeti di quell'epoca. Ne descrivevano la loro incredibile bellezza e parlavano di come il loro amore fosse un qualcosa di straziante, erano frustrati perché non erano corrisposti dall'amata. Qua invece troviamo la donna sotto ad una luce completamente diversa, infatti viene descritta con aggettivi per lo più negativi, un esempio ne è l'alito cattivo. - si fermò un attimo, - personalmente ho preferito di gran lunga questa perché mi è sembrato più realistico, rende la donna più mortale e non sembra un qualcosa di irraggiungibile ma qualcosa che nonostante i tanti difetti si possa amare in ugual modo. -

- Sono stupita in modo positivo Yongbok - sorrise la donna, - bravo davvero, continua così. -

Il castano era soddisfatto della propria risposta; insomma la sua intenzione non era quella di dilungarsi troppo ma almeno aveva fatto una buona impressione sulla sua insegnante e forse anche sui suoi compagni. Malgrado ci fossero tuttora coloro che non lo sopportavano per niente ma al ragazzo poco importava. Sicuramente non veniva a scuola per farsi compiacere dai suoi coetanei.

- Ya, come hai fatto, Bok? - gli chiese a bassa voce l'amico con gli occhiali.
- Be' che dire, ho un cervello sexy. - rispose, mordendosi il labbro inferiore.

In seguito la campanella suonò e i ragazzi furono finalmente liberi di andare a pranzare. I due amici si recarono come al solito sull'ampio terrazzo della scuola; là avrebbero avuto il loro silenzio e tranquillità.

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora