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- Signorino Hwang, cosa ha da dirci per quanto riguarda il suo grave scandalo? - parlò subito un insistente giornalista che aveva colto di sorpresa i giovani all'aeroporto di Incheon.
L'aereo diretto da Doha, nel Qatar, era atterrato precisamente una ventina di minuti fa, e una volta fuori si erano disgraziatamente imbattuti in una folla di gente fastidiosa che amava soltanto i pettegolezzi.

E il moro, con lo sguardo ormai abbagliato dai troppi flash, si ritrovò prontamente a prendere il polso di Yongbok, e dunque, scappare insieme a lui senza preavviso.

Così ebbe inizio la loro fuga, mentre i giornalisti, chi con la macchina e chi a piedi si erano messi a seguirli come se fossero veramente delle stelle del mondo dello spettacolo. Ma in fondo erano semplici studenti liceali, i quali, dopo una lunga vacanza in Spagna, avevano fatto ritorno nel paese natale. Di fatto, il rientro in Corea del Sud non fu decisamente da ritenersi uno dei migliori.
Soprattutto per Hyunjin che si era aspettato di tornare in città con la massima sicurezza; possibilmente insieme a delle guardie del corpo.
Ma per la prima volta in assoluto, il Presidente Hwang non ne aveva alcuna colpa, poiché lo stesso figlio aveva deciso di non avvisarlo del suo improvviso rientro. E non sapendone nulla non avrebbe in alcun modo potuto aiutarlo.

- Per quanto ancora dovremo correre? - disse il bruno con il fiatone, guardandosi dietro.

Non erano ancora riusciti a seminare alcuni dei loro avversari, i quali, assetati dal scoprire quanto era successo veramente con quel illegale milione di dollari, non si erano arresi.
Volevano dimostrare che le parole del presidente erano state soltanto delle bugie raccontate con facilità per nascondere la verità dietro alle azioni immature del suo unico figlio: Hwang Hyunjin.

Quest'ultimo girò l'angolo, entrando in una semi buia stradina, sempre con la propria mano che stringeva fortemente quella di Yongbok. Non lo avrebbe lasciato nemmeno se fossero stati catturati. E quasi quasi parvero dei delinquenti in fuga dai poliziotti.

Molte persone di quella folla, invece, volevano portare alla luce i passati scandali del signor Hwang, come l'improvviso divorzio dalla prima moglie, e la alquanto inusuale scomparsa del suo fratello minore. Di quella famiglia, sebbene potente e una delle più ricche del paese, numerose erano purtroppo le verità nascoste. Persino il fatto che il padre del presidente fosse ormai sul punto di morire, era senz'altro sospetto ai loro occhi.

Come mai?

E ora che il figlio era tornato, i loro attenti occhi si erano puntati sulla sua figura in cerca di sincere risposte. Ma quanta verità poteva uscire dalla bocca inesperta di uno studente liceale, la cui avidità era ciò che lo avrebbe portato nella stessa posizione nella società in cui si trovava il padre.

Delle scale si presentarono davanti ai loro occhi, e il moro decise al momento che fosse prudente scendere e trovare riparo almeno fino a quando quei disperati signori non si sarebbero arresi, e quindi li avrebbero lasciati in pace una volta per tutte.
Infatti, là si nascosero, sperando soltanto di non essere beccati, e che se ne andassero via al più presto.

E mentre il brunetto e il moro, si stavano facendo stranamente uccidere dall'ansia, Changbin e Jisung erano fuggiti via dalla parte opposta, riuscendo però a prendere un taxi che li avrebbe direttamente portati all'hotel. Insomma, con la poca fatica, si erano mostrati più furbi e fortunati degli altri due ragazzi.

- Se ne sono andati via? - sussurrò il brunetto, portando lo sguardo dove una chiazza di luce artificiale si mostrava timida. - Credo di sì. -

Yongbok si rilassò un attimo appoggiando la schiena contro il muretto bianco.
- Che ritorno di merda. - gli sfuggì insieme ad un lungo e frustrante sospiro.

Hyunjin portò le sue attenti iridi sul volto scarsamente illuminato del ragazzo accanto a sé, mostrando un lieve sorriso per poterlo rassicurare.
- Almeno siamo ancora insieme. -

- Avrei preferito starmene a casa, che essere qui con te a rischiare di finire sulla bocca di 'ste persone coreane. -

Ma quelle parole non lo ferirono in alcun modo, poiché il brunetto si trovò a ricambiare quel modesto sorriso che il ragazzo più alto gli aveva potuto regalare.
Rimasero per qualche istante di tranquillità a guardarsi con tanta di quella premura; a guardarsi dolcemente ripensando agli emozionanti e meravigliosi ricordi che avevano in Granada. Ripensando a quanto fosse cambiata la loro relazione.
Ripensando a cosa provassero.
Le loro dita si intrecciarono, stringendosi sempre più forte, mentre i loro innocui cuori battevano all'unisono e, invece, i loro sguardi si scioglievano nel mare degli occhi dell'un l'altro.

- Mi mancherai. - sussurrò Hyunjin, posando la testa sulla spalla del giovane seduto accanto a sé. - Smettila di essere così appiccicoso - disse, - parli come se non avessimo più la possibilità di vederci. -

- Sarò occupato d'ora in poi. - il suo sguardo si incupì al pensiero di ciò che lo attendeva una volta a casa.

- Non importa, io troverò il tempo per te, e tu cercherai di fare lo stesso per me. - la sua mano si posò con gentilezza sui morbidi capelli neri di Hyunjin, andando quindi ad accarezzarli soavemente.

Il presidente lo avrebbe fatto lavorare senza sosta ora che non sarebbe stato occupato con la scuola, ma in ogni caso entrambi si sarebbero impegnati pur di riuscirsi a vedere per trascorrere del sereno tempo insieme. Tempo nel quale avrebbero avuto modo di imparare qualcosa in più sull'un l'altro.
Tempo nel quale avrebbero lasciato quei nuovi nascosti sentimenti prendere controllo del loro corpo.

Il ragazzo più alto, con due misere dita, alzò il mento di Yongbok, immergendosi completamente in quelle perle color miele. E non attese altro per azzerare la lieve distanza tra le loro bocche, per regalare al bruno, un dolce e casto bacio che racchiudeva solamente tutte le emozioni che stava provando al momento. Un semplice contatto che significava molto per entrambi.

- Andiamo via? -

- Andiamo via. -



















author's pov

avevo intenzione di pubblicare sto capitolo domani but, -imfvckingay mi stava mandando minacce di morte su insta, so eccolo

AO è la mia storia, ma potrò scrivere quel cazzo che mi pare senza che mi vieni a rompere le palle? 😠 😠

PORCO DI- 😍

dai jk jk, ti voglio bene (no do me a favor, shut the fuck up bitch 😭)

LMFAO 😏

btw se il capitolo è una merda,(e l'ho scritta in una cabbo di ora 😠), prendetevela con -imfvckingay 🤭

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora