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Yongbok, oramai, s'era innamorato perdutamente delle strette, antiche e romantiche vie di Granada, di queste tacide vie, le quali, ogni volta in cui i suoi piedi si posavano sulla strada, parevano solo parlarti e raccontarti della loro intensa storia; di un passato dove i mori ne avevano fatto di queste terre, un dominio arabo.
Yongbok, portava le sue iridi scure sulle case, su queste modeste ma tenere e piacenti case, caratterizzate principalmente da un colore caldo e vivace come il maestoso sole; la fulgida gemma, i cui tremolanti raggi battevano sempre più prepotentemente sulla cittadina spagnola.
Yongbok, si lasciava adurale e tentare da un alquanto gradevole odore di cibo, odore che ad un passo in più che faceva, sembrava accoglierlo lietamente tra le proprie braccia, regalandogli, dunque, un abbraccio in grado di rapirlo all'istante e portarlo via con sé.

Il rumoroso brontolare della pancia, fu quanto lo distolse dal riprendere a contemplare le meraviglie del luogo, a rimirare e rimirare la mirifica arte che l'umanità aveva man mano costruito e lasciato nell'arco degli anni e secoli.

- Tengo hambre. - quelle parole uscirono spontanee dalla sua bocca, e giacché i suoi piedi lo avevano portato dinanzi ad una trattoria, gli altri tre giovani coreani si ritrovarono a scambiarsi uno sguardo di sola complicità.
- Vamos! - replicò scherzosamente il biondo.

Il locale nel quale erano appena entrati si mostrava piuttosto semplice, e sicuramente accogliente; era di piccole dimensioni, ma era quanto bastava per ospitare altre quattro persone. - Hi - lì salutò in inglese, una delle cameriere, - can i help you? -
- Uhm, a table for us. - rispose Changbin, mettendo in risalto il suo accento inglese piuttosto pulito; accento che aveva cercato di migliorare ogni volta che i suoi lo avevano obbligato ad andare a fare lezioni extra di lingua straniera.

Lo spagnolo, però, non era tuttora il suo forte.

Seguirono silenziosi la ragazza dai ricci voluminosi, i suoi delicati tratti mostravano quanto fosse ancora bella e giovane, forse un poco più grande di quei quattro. Ma ciononostante si era fin da subito mostrata gentile e con grande professionalità.

Una volta seduto, il bruno, studiò attentamente il posto; un ambiente a dir poco gradevole, sui muri beige di essa non erano appesi altro se non foto di famiglia dei proprietari, insomma, era passato da padre a figlio, da nonni ai nipoti, un luogo che gridava "famiglia", e la notevole importanza di essa. Quest'ultimo si era seduto accanto a Jisung, mentre di fronte aveva Hyunjin, al cui lato invece si era accomodato un Changbin, anche lui piuttosto affamato. - Me gusta mucho. - disse ancora il ragazzo, che il castano aveva definito scoiattolo, a parlare in spagnolo.

- Cosa ordiniamo? - domandò d'un tratto il moro del gruppo, continuando a sfogliare il menù, le cui numerose e leggere pagine mostravano una vasta scelta di pietanze tipiche del posto.

- Io mi prenderò una tortilla del Sacromonte. - rispose il bruno, continuando a fissare l'immagine del piatto che ne avevano inserito all'interno; un'immagine che gli fece immediatamente venire l'acquolina in bocca, sebbene non fosse molto attirato dalle interiora di vitello.
- Sembra davvero pesante e grasso - aggiunse Jisung, - lo prenderò anche io. -

- Io mi prendo il piatto di frutti di mare. - parlò l'altro biondo, e infine fu il turno del moretto di scegliere, i cui occhi erano stati catturati dalla Ollo de San Anton; una pietanza a dir poco ricca, fatta semplicemente da maiale, fagioli, riso e verdure.

Arrivò sempre la cameriera di prima a prendere gli ordini, e dopo aver portato delle focaccine e una bottiglia d'acqua fredda, sparì dietro alla porta, di quella che si supponeva, la cucina. - Dove andremo dopo aver finito di pranzare? - domandò il bruno, prendendo un grande morso.
- Accompagnerò Bin a comprare un nuovo telefono, quindi voi siete liberi di andare dovunque vogliate. - replicò semplicemente.

Il ragazzo con le lentiggini e il biondo accanto si scambiarono uno sguardo, entrambi avevano un paio di idee nel dove recarsi, ma l'unica paura era soltanto quella di perdersi e non ritrovare la via di casa. D'altronde, non avevano alcuna intenzione di starsene ad oziare sul divano, perciò avrebbero quasi sicuramente corso il rischio. Granada, era una città troppo bella e piena di arte per non essere visitata.

E mentre nelle loro teste si fecero spazio alcuni pensieri pressoché contrastanti, il cibo venne servito a tavola, permettendo così ai giovani di gustarsi le prelibatezze in tutta serenità. - Hai detto che ti serve un nuovo cellulare - Jisung si riferì a Changbin, - adesso che ci ripenso un attimo, ne hai buttato uno tra i cespugli proprio giorni fa mentre eravamo in piscina. -

- Ed è proprio per questo motivo, che ho bisogno di comprarne un altro. - disse con fare ovvio.
- Che sprecone. - si lasciò sfuggire.
- Stai buono, e mangia. - replicò invece, cercando di ignorarlo.

Yongbok non parlò molto durante il pranzo, non che non avesse voglia di comunicare, ma proprio perché non sapeva di che parlare. E andava bene così, dato che voleva solo mangiare in pace, e riempire lo stomaco vuoto, causato dal fatto che aveva saltato la colazione quest'oggi. - Sai qualcosa di tuo padre? - gli chiese d'un tratto quest'ultimo.
- Intendi con lo scandalo? -

Annuì, versandosi un bicchiere di acqua naturale.

- La gente continua a parlarne come se non avessero altro da fare nella vita, ma prima o poi smetteranno, dobbiamo solo avere pazienza perché mio padre risolverà tutto come al solito. -

- Comunque, dato che abbiamo già attirato l'attenzione su di noi, c'è anche il rischio che gli impiccioni vadano a scavare più a fondo, volendo quindi distruggere completamente la nostra reputazione. - parlò il biondo accanto ad Hyunjin.

- Be', tutto 'sto dramma è per voi gente ricca, io e Bok siamo più che apposto. - disse Jisung.

- Forse tu sì - replicò ancora il moro, - ma Lee non credo, perché a questo punto la scuola sarà ormai venuta a sapere del fatto che abbiamo tutti e tre partecipato alla corsa illegale, e secondo te 'sta cosa non andrà ad influire negativamente sulla possibilità di entrare in una prestigiosa università? -

- Parla per te Hwang, io non ho alcuna voglia di fare l'università in Corea, quasi quasi me ne starei qua, e ricomincerei la mia vita da capo e come vorrei soltanto. -

- Scegli Granada a tutte le note università di Seul? - domandò incredulo Changbin, mentre l'amico al suo fianco si allontanava per dirigersi nel bagno della trattoria.
- Forse per uno come te sarà anche strano, ma non ho alcuna intenzione di subire sofferenze, stando circondato da persone con una mentalità chiusa e tossica - cominciò, - qui in Granada ho trovato tutta la serenità che in quei anni a scuola nella nostra città, non ho mai trovato, e al solo pensiero di tornare lì ed essere torturato di nuovo dal sistema scolastico corrotto, mi viene una gran voglia di buttarmi giù da un ponte. -

- A dire il vero, capisco quello che intendi, e da un lato concordo con te, ma io voglio entrare in una delle università di Seul per sbatterlo in faccia alla gente che ha sempre deriso e dubitato di me, voglio mostrare a quei merdosi che non sono niente paragonati a me. Poi potrò anche smettere di frequentarlo, l'importante è che mi prendano e lo sappiano gli altri, il mezzo con cui sono entrato non conta. - disse con estrema sincerità.
- In poche parole, anche tu come Hyunjin, vorrai usufruire del tuo adorato e ricco papino. -

- No - ribatté, - io ho i miei metodi, e poi stavo già pensando di chiudere i rapporti con quelli, tanto lo sa tutto il mondo che l'unica cosa importante per loro è soltanto il lavoro, e lo è stato così fin da quando era bambino perciò ci sono abituato. -

- Storiella commovente, ma vado a pisciare. - disse noncurante il bruno prima di alzarsi da tavola. - Oh, io che mi stavo aprendo con voi due, e tu bastardo che te ne scappi in bagno. -

- Io ti sto ascoltando. - lo interruppe il biondo di fronte, continuando a consumare il proprio pasto.

E fu così che un Changbin più spensierato del solito, si mise a sfogarsi con l'altro ragazzo.
Insomma, un avvenimento alquanto insolito.




















author's pov

gays, come dice mia sorella, dato che non reggo più il sistema scolastico italiano, sto solo aspettando il razzista di turno che mi dica: "tornatene nel tuo paese!"

cosicché io possa ritornare nella giungla bangladina dove sono nata 😩🖐🏼

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora