O3

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Quella mattina d'aprile, un vento gelido alitò sulla figura snella di Yongbok, il quale in tutta tranquillità si stava recando a scuola in sella alla propria bici grigia.
Sarebbe stato il suo secondo giorno di scuola, ieri sera era stato sveglio fino alle una di notte a pensare a cosa scrivere nella lettera di scuse per quel bullo maledetto; Hwang Hyunjin.
All'inizio non era riuscito a scrivere nemmeno una parola, non era proprio riuscito a riempere quel foglio bianco di carta perché era tutt'altro che dispiaciuto per averlo colpito in faccia, infatti il moro se lo meritava chiaramente. Ma alla fine aveva deciso di arrendersi, facendo utilizzo di parole dettate dal suo cervello per potersi tirare fuori da questa situazione, anche perché non voleva che sua madre si preoccupasse così tanto. La donna, infatti, pareva più in pensiero del figlio stesso.

- Yongbok! - Soggiunse una voce maschile alle spalle del biondino. Fermò la bici, e girò la testa verso colui che lo aveva appena chiamato.

- Oh, Hui Chan, buongiorno. - Lo salutò, vedendo raggiungerlo. - Non pensavo abitassi da queste parti. - Disse il ragazzo con gli occhiali, tirandoli su e sorridendo. - La mia casa è proprio lì in fondo all'incrocio. -

- Ou, la mia è lì - la indicò, - andiamo a scuola insieme? -

Yongbok annuì, scendendo dalla bici per poi trasportarsela con sé.
- Alla fine che è successo con... Hyunjin? - Gli chiese, - spero di non averti causato troppi problemi.
- Volevano espellermi, ma alla fine mi sono solo dovuto scusare e ho dovuto scrivere una dannata lettera di scuse a quel merdoso. -
- Ah... mi dispiace. - Si scusò e il biondo lo fissò in silenzio per qualche istante.

Hui Chan era un ragazzo dai capelli scuri come la notte con la fronte completamente ricoperta da quei fili neri, portava sempre degli occhiali che nascondevano i suoi grandi occhi anch'essi scuri. Era un poco più basso e minuto di Yongbok, ma sembrava un ragazzo forte dentro.

- Non chiedere scusa, chissà cosa avrai passato per colpa di quel bastardo. - Disse serio, fissando la strada dinanzi ai propri occhi. - Woah, sei davvero coraggioso Yongbok. - Lo complimentò, - nessuno mai prima d'ora lo aveva colpito come te. -

- Quello che gli ho dato ieri, era solo un pugno, non sarò così gentile la prossima volta. - Sorrise.

Chiacchierando della scuola e ridendo, giunsero di fronte al cancello della Gwangjin. Il biondo accostò la propria bici e si diresse verso la loro classe assieme al compagno. - Solitamente a che ora arriva Hyunjin? -

- Viene in moto... uhm arriva proprio dieci minuti prima del suono della campanella. -
- Okay, tu vai pure, io ti raggiungo tra poco. -
- Fa'attenzione... -
- Sta' tranquillo, non mi farà nulla. - Lo rassicurò per poi andarsene via in cerca del ragazzo moro.

La Gwangjin high-school era immensa, trovare il figlio del presidente sarebbe stata un'impresa abbastanza ardua ma come Hui Chan aveva detto, il moro veniva in moto perciò doveva per forza passare per il mini parcheggio riservato ad alcuni studenti "speciali".

Yongbok difatti si recò lì, e si mise ad aspettare il suo arrivo di fronte ad un albero dalle foglie scure. Non sapeva con certezza come sarebbe andata a finire tra quei due, ma se l'altro avesse usato le mani, il biondo sicuramente non si sarebbe trattenuto.

Improvvisamente, mentre stava pensando al possibile finale, sentì in lontananza il forte rumore di un motore; probabilmente stava arrivando qualche altro ragazzo oppure... Hyunjin stesso.

E infatti eccolo lì; giacca di pelle nera, casco e moto sicuramente costosa del medesimo colore. Yongbok roteò gli occhi, osservando la figura dell'altro levarsi il casco con estrema lentezza e scuotere leggermente i capelli neri.
- Oppa! - gridarono alcune ragazzine in fondo alla strada. Il moro sorrise e si passò una mano tra i fili scuri.
- Esibizionista. - Sussurrò tra sé e sé.

- Ya, Hwang. Vieni a prendere la tua lettera di scuse. - Disse alzando di un poco la voce per farsi sentire dall'altro. - Ragazze ci vediamo dopo. - Le salutò continuando a sorridere.

Ma quant'è patetico, pensò dentro di sé, con il volto dipinto da un'espressione disgustata.

- Che vuoi? - Domandò annoiato una volta che quelle tre ragazze sparirono. - Ti ho portato la lettera di scuse - rispose, - però è solo di una paginetta scarsa. -

Gli strappò via dalle mani il foglio di carta e si mise a leggerla attentamente, nei suoi occhi però fin da subito si poté chiaramente leggere della rabbia. - Stai scherzando vero? - Domandò ridendo, - cos'è questo schifo? Non sai nemmeno scrivere una lettera? Perché ci sono tutti questi errori ortografici? - Lo stropicciò per poi lanciarlo addosso al ragazzo biondo.
Hyunjin, umiliato e offeso, tirò per il colletto il ragazzo più basso e lo fissò intensamente per vari minuti mentre d'altra parte, Yongbok a stento riuscì a trattenere una risata. - Non so, vuoi continuare a guardarmi così? - Gli chiese il biondo con un sorrisetto sul volto e a quel punto il moro lo lasciò andare.

''A Hwang Hyunjin, mi dispace davvero. Quello che o fatto e sbagliato. '' Yongbok lo guardò un attimo in modo indifferente con il solito ghigno per poi girare i tacchi per poter ritornare in classe.

- Ya, dove pensi di andare? Vuoi essere espulso? - Quasi urlò, minacciandolo. - La lettera te l'ho scritta quindi non vedo dove sia il problema. - Disse tranquillamente, girandosi verso l'altro. - Non l'hai ancora capito chi è mio padre─ -

- Tuo padre è il presidente, ma tu... non sei nessuno per me. - Concluse serio.

- Brutto bastardo, te la farò pagare. - Disse, stringendo i pugni. - Okay, Hwang. - Sorrise per poi andarsene via, questa volta, veramente.

- Ya! Quello schifoso... - Tirò un calcio al muretto, ancora più arrabbiato di prima; quest'oggi il biondo gli aveva seriamente dato su i nervi.

- Hyunjin-ah che ci fai ancora qui, e chi stai insultando, dobbiamo picchiare qualcuno per far capire qual è il loro posto? - Fu il suo amico Changbin a parlare. - Non oggi... - Rispose semplicemente prendendo il proprio zaino.

- Prima o poi finirai in ospedale, Yongbok. -

D'altro canto, Yongbok era decisamente soddisfatto delle proprie azioni, non avrebbe mai chiesto scusa se non fosse stato egli stesso a sbagliare; aveva dei principi e tali principi gli avrebbe rispettati nonostante ci sarebbero state persone come Hwang a rovinargli la giornata o ad intralciare il suo cammino. Perché questo era Yongbok; una persona umile che combatteva per la giustizia, difatti il suo sogno più grande era quello di entrare in una delle stazioni di polizia di Seoul.

- Com'è andata? - Gli domandò subito Hui Chan fin troppo curioso, una volta dentro alla classe. - Bene. - Rispose mostrando un piccolo sorriso, ripensando al viso di Hyunjin e alla propria mini vittoria.

Non avrebbe lasciato uno come Hwang Hyunjin avere la meglio su sé stesso.
Perché non importa chi sia tuo padre, alla fine del giorno ci sei solo tu con il tuo nome e per me... non sei nessuno, Hyunjin.




ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora