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Yongbok era entrato in uno di quei bagni, per poter espellere i liquidi non necessari; nel corso della lunga ed estenuante giornata aveva potuto bere almeno due litri d'acqua per quanta sete gli era venuta a forza di camminare sotto ai raggi che lo ardevano lento. Avevano gironzolato un po' qua e in là, senza una meta precisa, ma il sole si era mostrato fin da subito bello alto in cielo, e la stagione estiva che era ormai giunta da un pezzo qui in Granada, rendeva l'aria ancor più pesante. Era una grande città che viveva di tursimo, dove nei giorni più caldi ed afosi si poteva persino arrivare a raggiungere fino ai 45 gradi.
Insomma, se quello fosse stato il caso, si sarebbe ben rintanato nelle ombre della loro abitazione, e avrebbe atteso la macabra sera, dove una lieve brezza si sarebbe occupato di accogliere la popolazione.

Uscì, per potersi lavare le mani, ma una volta lì davanti, si trovò il moro, il quale era sparito da ormai una decina di minuti dal loro tavolo. Quest'ultimo teneva il cellulare stretto tra le mani, sembrava come se qualcosa lo stesse inconsciamente turbando; si era ritrovato in uno stato di insolita agitazione ma che ben presto sparì in un istante non appena udì il suono di una notifica. - Che fai? - domandò curioso, chiudendo il rubinetto.

- Era il segretario Kim, mi stava comunicando alcune cose sugli affari della mia antipatica sorellastra. -
Lo aveva chiamato cinque minuti fa, raccontando del fatto che la ragazza si era di nuovo fidanzata con l'ennesimo giovane che aveva conosciuto in un locale a Daegu.

- Hai una sorellastra? -

- Quante altre volte devo ricordartelo? - chiese a sua volta, alzando le sopracciglia scure e ben curate. - È che mi fa strano, sono abituato a te come figlio unico. - rispose semplicemente.

- Capito, capito. -

- E ora perché mi stai guardando così? - fu quel che disse, notando lo strano ma al contempo indecifrabile sguardo che gli stava lanciando il moro. I suoi eleganti e felini occhi come al solito lo stavano scrutando indiscreto, e le cui iridi al momento oscillavano dalla testolina bruna, alla porta scura di uno dei due bagni.

E dunque, Hyunjin, come c'era da aspettarsi, si ritrovò a trascinarsi il castano dentro ad uno di esso, e quest'ultimo inevitabilmente non poté fare a meno di comprendere quanto sarebbe successo a breve. Non sapeva però se lasciarsi coinvolgere, o fermarlo prima che fosse troppo tardi, o peggio ancora, prima che venissero beccati da qualcun altro.

Il moro, una volta chiusa a chiave la porta, si catapultò sul collo nudo e magro del ragazzo, portandovi d'istinto, le carnose labbra a baciargli la pelle color miele, come i suoi occhi d'altronde, e le cui perle lo guardarono con una lieve malizia che si faceva sempre più spazio dentro ad esse.
Il giovane con le lentiggini non si scomodò a fermarlo, lasciando che quei piccoli segni, che quei denti, che quella bagnata lingua, e quei boccioli di fiore rosso, marchiassero in modo possessivo il proprio accaldato corpo, mentre le sue mani afferravano con violenza i fili mori dell'altro.

Yongbok fremeva sotto al volgare e memorabile tocco di Hyunjin; sospirava con voce suadente, causando all'altro soltanto una voglia matta di prenderlo e farlo nuovamente suo lì all'istante.
Il bruno voleva sentirlo ancora una volta, voleva che lo desiderasse fino a perdere il controllo, voleva che quelle gelide mani lo avvolgessero lentamente, fino a che non si riscaldassero a contatto con il calore eccessivo del suo corpo.
Hyunjin mordeva, e baciava e ribaciava, senza fermarsi un attimo, quei centimetri di pelle ormai già divenuta rossastra e violacea. Il desiderio di consumare la loro passione si estendeva nelle viscere più profonde, facendo sì che ogni sua preoccupazione al momento svanisse, come il timore che qualcun altro potesse entrare e udire le loro voci che si mischiavano ai sospiri composti di mero piacere.

Le mani del moro si posarono sui fianchi dell'altro, che strinse con fare aggressivo, nel frattempo la bocca sua continuava a lavorare sul collo e in giù.
- Non vorrei rovinare il momento - disse di colpo ansimante, - ma è meglio se ci fermiamo qui. -

- Credo di non poterti accontentare. - replicò semplicemente, prima che le sue affusolate dita finissero a tirare giù i pantaloncini neri del bruno.
- Fai alla svelta allora. - mormorò quest'ultimo, guardando altrove, mentre il ragazzo più alto gli sorrideva divertito.

- Guardami. - afferrò le sue guance con una mano sola, e dunque, Yongbok si trovò a rimirare il volto di Hyunjin, dove un piccolo ghigno, dettato dai suoi maliziosi pensieri, si era dipinto su di esso. Nel giro di qualche attimo, la mano del moro si intrufolò all'interno dei boxer rossi, e senza troppe cerimonie andò ad afferrare l'ormai duro membro del compagno, la cui morbida voce si spezzò a causa di un gemito strozzato.

Fu un inizio abbastanza lento, il moro continuava a stuzzicarlo di tanto in tanto, mentre le sue lunghe dita scivolavano dall'alto al basso, cercando di dare piacere al ragazzo bruno.
Ma questi alquanto volgari gesti bastarono per mandare in crisi Yongbok, il quale si ritrovò a mordersi la mano e a tapparsela pur di non lasciarsi scappare suoni apparentemente osceni.

Hyunjin, invece, accelerò e aumentò l'intensità dei movimenti, facendo sì che l'altro, sedotto e perso da quei tocchi di pura maligna e passione, raggiungesse il culmine venendo nelle sue mani.

- Cazzo - gli sfuggì al bruno, - e ora esci di qua. - concluse per poi buttare immediatamente fuori il moro.
Si sarebbe dato una veloce ripulita e sarebbe uscito dal bagno come se qualche attimo fa non fosse successo nulla di alquanto osceno tra quei due.

- Io e te finiamo sempre nei bagni. - disse divertito, ripensando anche a quanto era potuto succedere nella loro scuola.

- Bene, ora tornatene dagli altri. -

- Ti aspetto al tavolo allora. - replicò, invece un Hyunjin sorridente, chiudendo il rubinetto dell'acqua, per poi uscire definitivamente dal bagno degli uomini.

Dopodiché, con tutta la tranquillità del mondo, raggiunse gli altri due ragazzi, i quali si erano messi a chiacchierare del più e del meno da ormai un quarto d'ora.

- Ma che stavate facendo lì dentro? - domandò Changbin, fissando l'amico sedersi, e sistemarsi la maglia bianca.

- Nulla di che, mi aveva chiamato il segretario Kim qualche minuto fa - disse semplicemente, - e Yongbok mi ha solo tenuto compagnia. -



















author's pov

la vita mi va di merda, ed io che scrivo ste puttanate pls, ma quanto si può essere trash 😭🖐🏼

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora