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- Allora ci si vede domani. - salutò sorridente il giovane dai capelli bruni, prima di tirare una pacca amichevole sulla testa di Hui Chan, il quale con un lieve sorriso disegnato sullo stanco volto girò l'angolo per potersi finalmente recare a casa, e potersi rintanare nelle quattro mura della sua adorata stanza.

E così, a poco a poco, l'amico corvino scomparve dalla vista di Yongbok, il cui sguardo finì prontamente sul display del telefono che segnavano le quattro del pomeriggio. Essendo estate, la temperatura era salita in un modo eccessivo nella nota città coreana; una moltitudine di persone, di fatto, si era recato all'estero per godersi una rilassante e meritata vacanza, altri erano diretti verso una città ancora più grande come Seul e infine coloro come Yongbok che erano rimasti qui ad abbattersi a causa della scuola.

Quest'ultimo e Hui Chan, come una decina di studenti d'altronde, erano stati costretti a rimanere alla Gwangjin per un paio di giorni poiché i professori necessitassero di alcuni voti. Per tanto, i due, si erano ritrovati per pura sfortuna a fare un esame di letteratura e di scienze. Decisamente ingiusto nei loro confronti, ma in fondo rare erano le cose giuste in questa struttura.

A casa, la situazione era rimasta come prima, insomma sua madre che andava a lavorare ad una delle aziende del Presidente e tornava spesse volte tardi. Però qualcosa era effettivamente cambiato; la signora Lee si era trovato un compagno, lo stesso uomo che lui e Jisung avevano visto quella notte assieme alla donna. L'uomo, Bae Dong Man, si era rivelato essere un diligente psicologo.
Certo, inizialmente al brunetto non aveva esattamente fatto piacere, ma se sua madre era così felice in una relazione, lui lo sarebbe stato per lei.

- Yongbok! - soggiunse la voce del vivace biondino all'interno del piccolo locale situato in una via piuttosto stretta e poco frequentata. Posti del genere, posti preossoché malandati erano solitamente affollati durante la notte, mentre nel pomeriggio erano se non altro semi vuoti.

Era una stradina abitata da persone caratterizzate da un atteggiamento riservato e freddo.

Il nominato avanzò di alcuni passi fino a raggiungere l'insegna con la scritta rossa neon in cinese, per poi infine dirigersi verso il tavolo dove Jisung, Changbin e Hyunjin lo stavano aspettando da un bel po' di minuti.

- Perché ci hai messo così tanto? - sputò subito il moro, non appena il brunetto si adagiò di fronte a lui.
- Scusa se mi tocca fare degli esami in quella schifosa scuola. - ribatté esasperato, posando lo zaino per terra.

- Non capisco - li interruppe d'un tratto un biondino confuso, - perché a te tocca fare l'esame mentre a questi due no? - portò l'indice ad indicare Changbin e Hyunjin.

Il grigio rise soltanto. - Io e Jin-ah siamo studenti VIP per tanto non siamo obbligati, infatti i professori si dovranno accontentare di quei votacci che hanno di noi e appunto si impegneranno nel promuoverci. -

- Insomma brutta merda per gente povera come noi. - aggiunse il brunetto sospirando.

Si dava mentalmente dello sciocco per aver un minimo creduto al fatto che avrebbe in qualche modo potuto cambiare la tragica e corrotta situazione, sebbene il proprietario della scuola fosse il padre di colui aveva fin da subito identificato come suo nemico.
Il signor Lee, un uomo meraviglioso, invece, aveva insegnato al proprio figlio a come comportarsi adeguatamente, ad essere una persona educata e gentile, a rispettare gli altri e che la giustizia sarebbe sempre stata dalla parte delle persone buone e corrette.

"Sii gentile con gli altri, e la tua gentilezza verrà ripagata."

Ma da quando Hwang Hyunjin, il bravaccio studente che aveva solamente visto come un arrogante bullo, aveva messo piede dentro alla sua monotona vita, era cambiato anche lui in una persona diversa. Il moro aveva tirato fuori il lato violento ed arrogante di Yongbok, come quest'ultimo d'altronde era riuscito, in un modo o nell'altro, a tirare fuori un lato stranamante sensibile di Hyunjin. Certo erano rare le volte in cui il moro si era mostrato fragile, ma ogni corazza, ogni muro ed ogni immagine celava un'essere umano in grado di provare i sentimenti più temuti e nascosti.

- Come state amici miei? - domandò d'un tratto Jisung sorseggiando la sua bevanda fresca.

- Amico a chi? Comunque io proprio di merda, sto conscendo la mia nuova fidanzata, e giuro che è una delle persone più noiose che io abbia mai conosciuto in vita mia. Non ha una personalità, piange per ogni minima cosa, e in più il suo migliore amico, il quale secondo me ha una cotta per lei, mi guarda come se mi volesse sbranare da un momento all'altro. - disse Changbin, scorrendo l'instagram della ragazza.

- E lasciala, sembra un classico kdrama dove tu sei il protagonista mentre l'amico il second lead. - ribatté divertito il brunetto, appoggiandosi allo schienale.

- Non è così semplice come credi. -

- E invece lo è, ma voi ricconi e bambocci viziati vi credete essere chissà cosa ma alla fine non avete nemmeno le palle per affrontare una semplice discussione con i vostri genitori, vero Hwang? -

Le iridi scure di Yongbok finirono dritte sulla scomposta ed attraente figura del moro, le cui mani si trovavano dentro alle tasche dei morbidi pantaloncini grigiastro. Quest'ultimo era lì seduto silenziosamente a contemplare la bellezza del volto di colui che era in grado di accendere in lui un ardente fuoco ogni qualvolta i loro corpi entravano in contatto.
- Divertente. - bisbigliò semplicemente Hyunjin con tono beffardo.

Il brunetto, d'altro canto ghignò, prima di portare il piede all'interno delle muscolose cosce lievemente scoperte del giovane di fronte. Dunque, cogliendo di sorpresa il moro, il quale invece lasciò che quel inappropriato gesto gli causasse una strana sensazione nel basso ventre. E il giovane con le lentiggini, ancora più divertito dalla situazione e dall'espressione di stupore in faccia dell'altro, premette ulteriormente sulla virilità di Hyunjin, facendo sì che questi portasse una mano tra i fili scuri lievemente bagnaticci mentre sul suo leggiadro volto si dipingeva un mezzo sorriso. - Cazzo... - sussurrò con un filo di voce, e le sue affusolate dita finirono a massaggiare le sue labbra un poco rossastre e screpolate.

I sagaci occhi del bruno rimasero fermi sul moretto poiché non volesse in alcun modo interrompere quel attimo di pura follia. A nascondere i loro gesti alquanto volgari c'era la tovaglia del tavolo, anch'essa di una tonalità di un rosso acceso, e dunque, i due giovani piuttosto eccitati e presi si ritrovarono a rintanarsi nel loro piccolo mondo.

Nonostante non fosse il luogo adatto.

- Ecco la limonata fredda. - il cameriere, nonché il proprietario del locale, posò la bevanda fresca sul tavolo.

Yongbok lo ringraziò, e fece per togliere il piede ma Hyunjin, invece, lo afferrò prontamente con una mano e lo tenne lì dov'era, finendo con l'abbozzare un sorriso alquanto seducente nel mentre appoggiava con lentezza i gomiti sul tavolo.

- Stavo pensando, e se andassimo da qualche altra parte in vacanza per un paio di giorni? - chiese d'un tratto Jisung.
- Forse tu non hai capito, ma non siamo amici, perciò non ne vedo il motivo. -

- Non mi sembra una cattiva idea - disse stranamente il moro, - qualche idea? -

- Possiamo andare da mia zia in campagna, ci sono delle grasse e simpatiche mucche e anche delle belle galline che ti corrono dietro se provi a toccare uno dei pulcini. Ha una fattoria e lì accanto c'è pure la casetta. - propose ironicamente il brunetto.

- A me piace. - replicò subito il biondino, applaudendo.

- Scordatevi di me, non vengo con voi per passare dei giorni in mezzo allo sterco, e le galline le trovi pure qui da noi in città, soprattutto alla nostra scuola. -

- D'accordo Bin, mi sa che allora ti lasceremo qui dalla tua nuova fidanzatina di cui ora non ricordo più il nome. - aggiunse Hyunjin tirandogli una pacca sulla spalla.
- Io domani finisco con gli ultimi esami quindi possiamo benissimo partire dopodomani. -

- Perfetto! Ora dobbiamo solo festeggiare con del soju carissimi miei. - disse estremamente entusiasta Jisung, ordinando un paio di bottigliette.

- Una domandina veloce - parlò di colpo il moro, - quante stanze ci sono nella casa di tua zia? -

Il brunetto non capiva perché questa improvvisa domanda. - Perché? -

- Ce ne sono almeno tre? -

- Sì, perché? - era giusto un poco confuso.

- Così, era solo per sapere. - sorrise in modo innocuo.

Yongbok roteò gli occhi e si lasciò scappare una risata, prima di finire del tutto la propria bevanda, e prendere un bicchierino di soju in mano.

- Alla nostra nuova vacanza. -





ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora