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Jisung, non poté fare a meno di chiedersi perché un uomo ricco come il presidente Hwang avesse deciso di far fare loro un lungo viaggio su un aero economico; sarebbero atterrati nel Qatar, e da là ne avrebbero preso un altro per poter giungere a Siviglia nella tarda sera di quel giorno, ed essa nemmeno era la loro destinazione. In seguito, difatti, avrebbero trovato, in un modo o nell'altro, il mezzo per arrivare nell'allegra città di Granada.
- Che tirchio tuo padre. - sputò acido il biondo, accomodandosi meglio sul posto accanto al finestrino.

- E non lamentarti - ribatté, - che da quando hai conosciuto me, ti sono capitate solo cose belle. -

Non lo avrebbe negato; prima gli avevano potuto offrire una nuova moto, dopo, insieme avevano vinto la grossa somma di denaro, e ora invece una tranquilla e rilassante vacanza gratis nelle terre europee. Sì, non avrebbe proprio dovuto lamentarsi.

Il moro era seduto accanto a Changbin nei sedili centrali di un bordeaux, e la sua testa era appoggiata sul pezzo di stoffa nivea attaccata ad essa. Jisung si era preso il posto migliore, quello accanto al finestrino dal quale avrebbe potuto tranquillamente ammirare una città notturna alquanto meravigliosa. Certo, non era una visuale mozzafiato quanto le rumorose e piene città americane, ma ne valeva la pena lasciarsi scappare un "wow". E per il biondo, il quale non era mai salito su un aereo, era quasi da ritenersi addirittura una delle esperienze più emozionanti della sua vita.

E Yongbok?

Quest'ultimo si trovava al fianco di Jisung, e purtroppo non sapeva che nome dare alle forti emozioni che stava provando al momento; sì, era piuttosto entusiasta all'idea di visitare una città europea, ma era successo tutto talmente in fretta che ancora non si era capacitato del fatto che stesse lasciando la Corea del Sud. Non era mai uscito dal suo paese, figuriamoci dall'intero continente asiatico.
Ancora faceva fatica a credere che stesse lasciando sua madre da sola, da quando l'altro genitore era venuto a mancare, i due non si erano mai separati prima d'ora, insomma non che si stesse lamentando della cosa. Egli aveva sempre tenuto un certo desiderio di allontanarsi dal luogo e ricominciare altrove, e magari senza la costante presenza della donna.

Sarebbe stato decisamente un nuovo ma duro inizio per quei quattro giovani coreani, soprattutto quando la lingua spagnola sembrava essere il maggiore ostacolo per loro. - Cosa stai guardando? - gli domandò il biondo, portando gli occhi sul libro, o meglio sul mini dizionario di spagnolo che il segretario aveva dato ad ognuno dei ragazzi.

- Sto cercando di imparare la lingua. - replicò, cominciando a sfogliare le pagine di carta bianca.
- Uhm che noia, le lingue straniere non sono mai state il mio forte. -

- Hola, yo me llamo Yongbok. - pronunciò con fatica, e con un lieve accento coreano che non lo aveva abbandonato un attimo.

Sul volto di Hyunjin si formò un mezzo sorriso inizialmente, ma dopodiché si mise a ridere come un cretino, rischiando di svegliare i passeggeri, i quali fino a qualche istante fa stavano tranquillamente dormendo dietro a loro. - Sei troppo imbarazzante, Lee. - disse, portando le iridi scure sulla figura del ragazzo dai lisci fili bruni.

- Almeno ci sto provando. - sussurrò, riprendendo a leggere le varie espressioni usate nel parlato.

- Menomale che tuo padre ci ha fatto fare sia il corso avanzato di inglese, che russo, e spagnolo. - aggiunse Changbin, strofinandosi leggermente gli occhi a causa del sonno.

- Già siamo sicuramente più avvantaggiati di questi due. - parlò, indicando il biondo e il bruno.
- Ma cosa guardi? - sputò Yongbok, coprendosi il volto con il dizionario.

- Il tuo orrendo viso. - replicò lasciandosi sfuggire una risata.

Il viaggio si mostrava lungo e piuttosto stancante, e dunque cercarono in qualche modo lo stesso di addormentarsi o meglio riposare gli occhi. A breve sarebbero atterrati nella capitale del Qatar, e lì avrebbero atteso il nuovo aereo che li avrebbe portati dritti nelle terre spagnole. Erano presenti almeno una centinaia di passeggeri sul mezzo, chi in famiglia, chi con la propria dolce metà, e infine chi da solo.

Il brunetto provò a chiudere gli occhi, ma era l'incessante e alquanto fastidioso pianto di un bambino nei sedili in fondo a tenerlo sveglio. Ebbene, l'istinto era quello di prenderlo tra le braccia e buttarlo finalmente giù dall'aereo. Ma non gli sembrava il caso di rischiare così tanto.

- Non hai sonno? - mormorò un Hyunjin con gli occhi leggermente chiusi. - Ce l'ho, ma grazie a quel moccioso là dietro non riesco ad addormentarmi. - brontolò, cercando di trovare una posizione comoda.

E mentre questi giovani coreani, chi si muoveva in continuazione sul sedile, e chi invece stava già dormendo come un ghiro, cercavano di rilassarsi. L'aereo si faceva sempre più spazio tra le onde in movimento di quel cielo notturno.

[ . . .]

- Hola, donde esta la estación de tren mas cercana? - domandò Hyunjin ad un passante, il quale gentilmente gli riferì che dovevano proseguire per la piazza, girare a sinistra e continuare fino a che non trovavano i vari taxi parcheggiati nelle vicinanze della grande stazione.

- Muchas gracias. -

- Ma guarda 'sto qua come si pavoneggia e fa pure il sapientone. - lo prese in giro il brunetto, aprendosi una bottiglietta d'acqua naturale fresca.

- Io almeno servo a qualcosa. - replicò, facendo cenno al resto del gruppetto di seguirlo, e attraversare le strisce.

Qua a Siviglia era ormai notte fonda, ma ciononostante le numerose e strette vie erano tuttora popolate dalla calorosa e vivace gente del posto. Giovani, e adulti, che si divertivano, e godevano della brezza di quella serata piuttosto estiva. Erano tutti stati fin da subito avvolti da un'atmosfera di letizia e serenità, quasi quasi i loro stanchi piedi si sarebbero fermati lì per qualche istante di pace. Era un qualcosa che non era stato possibile trovare nella loro città coreana, abitato per lo più da persone caratterizzate da un comportamento mite e severo.

- Quindi prendiamo il treno? - chiese un Changbin sorpreso una volta che entrarono dentro alla grande stazione. - Ma scusa, cosa pensavi allora? -

- Non lo so, ma non ci sono mai salito su un treno prima d'ora. - disse sincero, guardandosi in giro. Dentro c'erano varie caffetterie in qua e in là, qualche piccolo ristorante e anche negozi di abbigliamento e profumiere.

- Andiamo, è la locomotiva più romantica che ci possa essere, come hai fatto a non salirci mai su in quasi diciannove anni di vita. - aggiunse serio Yongbok.

- Ma che ne so io. -

- Io vado a fare i biglietti - annunciò d'un tratto il moro, - voi non provate a muovervi da qui. - si raccomandò prima di sparire dietro all'angolo.

Il brunetto accese il proprio cellulare per scattare qualche foto del luogo, non sapeva nemmeno se ci sarebbe mai più ritornato in vita sua, e in più voleva mostrare queste fotografie a sua madre. Ma prima che potesse premere il tasto, l'oggetto venne preso dalle veloci mani di Jisung, il quale sorridente si mise a scattarsi qualche selfie.

- Vieni qua Bok - gli disse, facendo cenno di avvicinarsi, - vieni anche tu, scorbutico Changbin. -

Il giovane castano si mise accanto al biondo, mentre l'altro nominato se ne stette immobile al suo posto con il solito broncio. Non era decisamente contento di essere qui con quest'altri due ragazzi, e forse avrebbe quasi preferito tornarsene in Corea, ma ormai era troppo tardi per esserne penitente, anche perché non aveva proprio altra scelta. Il signor Hwang era stato ben chiaro con le sue parole.
Il quel esatto momento, però, arrivò Hyunjin e trascinandosi l'amico dietro, scattarono il selfie che avrebbe segnato così l'inizio della loro emozionante vacanza in Spagna.

- Andiamo chicas. - parlò un Jisung piuttosto allegro e tranquillo.

- È chicos, siamo maschi. -
















author's pov

Ayo gays secondo il mio modesto parere, l'aeroporto del Qatar è uno dei più belli, cioè almeno è quello che più mi piaceva da bambina dato che per andare a trovare i miei parenti in sud asia si prendeva quasi sempre il Qatar airways eheh :>

basta niente amo troppo gli aeroporti e le stazioni dei treni <3

e daje questo agosto probabilmente me ne ritorno in sud asia per le vacanze, aiuto sono troppo contenta.

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora