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Mancavano precisamente poche ore all'inizio della pericolosa corsa, e Yongbok si trovava ancora tra le quattro mura del grigio ospedale a fare compagnia al proprio caro amico. Era ormai il tardo pomeriggio, e a breve sarebbe scesa la macabra e gelida sera, prendendo così, il posto del vivace sole.
- Non avresti dovuto accettare. - brontolò, non riuscendo un momento a smettere di preoccuparsi per il castano.
- Tranquillo, non morirò. - fu quel che replicò semplicemente, appoggiando la testa sul grembo di Hui Chan.

Certo tra qualche ora si sarebbe dovuto recare in una pista a lui completamente ignota; chi lo sapeva cosa vi avrebbe trovato una volta lì, nemmeno era certo se ne sarebbe uscito illeso o avrebbe detto: addirittura vivo.

- Ti faccio male? - domandò sempre il castano, alzando il capo di un poco. Il corvino scosse la testa, perciò l'altro si mise comodo comodo e se ne stette lì tranquillo per parecchi attimi di serenità; al momento avrebbe evitato di pensare a quanto lo attendeva, voleva soltanto svuotare la mente e godersi questi ultimi minuti.
- Sai una cosa divertente - lo interruppe dai suoi pensieri, - tempo fa, proprio all'inizio credevo di provare sentimenti per te che andassero ben oltre una semplice amicizia. -

Yongbok lo ascoltò con gli occhi chiusi, mentre si lasciava cullare dolcemente da quelle soavi e lenti carezze; le dita del corvino lo stavano massaggiando teneramente e il brunetto non poté fare a meno di sentirsi in pace con il mondo. - Lo avevo creduto anche io a dirti la verità - replicò sincero, - però andando avanti ho capito di aver confuso l'amicizia per quel che potremo chiamare con il nome di amore. -

- È quanto ho compreso anch'io in quest'ultimo periodo, e ne sono contento perché la tua amicizia è una delle cose più belle che mi siano mai capitate in vita. - sospirò tristemente, ripensando a quanto fosse stato bullizzato pesantemente in questi anni scolastici, e se non fosse arrivato il suo eroe, nonché suo unico e speciale amico non avrebbe osato immaginare dove sarebbe finito ora.
Sarei ancora vivo? Si chiedeva incerto.

- Stai tranquillo, Hui Chan, ti prometto solo che non ti abbandonerò per nulla al mondo. - lo rassicurò, posando la propria mano sul ginocchio ricoperto dal candido lenzuolo dell'altro, e disegnandovi dei cerchi immaginari su di esso.

Ma Yongbok non credeva nelle promesse, eppure ne aveva appena fatta una al suo grande amico, che significato aveva dato, a quel gesto così gentile e sincero?

Fu, però, il bussare alla porta a catturare l'attenzione dei due amici, i quali incuriositi si staccarano quasi subito, e dunque il brunetto si ritrovò ad aprirla alla persona là fuori.

- Minho - si stupì di esserselo trovato dinanzi, qui in ospedale, - sei qui per vedere Hui Chan? -

Il nominato annuì, avanzando dentro con il cesto di frutta che aveva portato con sé per il nuovo compagno di classe. - Ho sentito dell'accaduto, perciò sono venuto a trovarti - gli disse con un espressione piuttosto seria in volto, - e ho anche sentito che è stato uno della combriccola di Hwang a farti male, se non sbaglio Dongchul. -

Hui Chan forzò un lieve sorriso. - Grazie per essere venuto, lo trovo davvero carino da parte tua. -

Quest'ultimo fece cenno all'altro corvino di sedersi sulla seggiola accanto al proprio letto.

- Allora come stai ora? -

- Non mi lamento dai, nonostante la notte non riesca a dormire, però la prossima settimana potrò finalmente andarmene via. - rispose.

- Dovete stare alla larga da Hwang e i suoi scagnozzi, sono più pericolosi di quanto possiate immaginare. - cercò di avvertirli, portando le mani dentro alla tasca della felpa color mandarino.
- Ne siamo consapevoli - sospirò, - a te cosa hanno fatto invece? -

ANGER, HYUNLIX Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora