Mi svegliai abbastanza presto, nonostante fossi ancora in casa mia e potessi prendermi il lusso di dormire un po' di più. Era l'alba del ventotto novembre e faceva un caldo assurdo. Gli uccellini cinguettavano allegri, donandomi la loro melodia rilassante mentre io stavo sul letto a fissare il soffitto. Era incredibile di come le cose stessero cambiando, mutando in modi irreversibili le vite di ognuno di noi. Credevo fortemente che i cambiamenti fossero necessari per permetterci di crescere, per scoprire quella parte di noi che non credevamo di possedere.
Si sbaglia, si matura, si evolve.
Io avevo sbagliato. Riley l'aveva fatto. E tutti quelli intorno a noi sbagliavano costantemente, imparavano dalle loro cadute e si rialzavano con un lezione in più da aggiungere nel bagaglio dei fallimenti. Era nella nostra indole, eravamo nati per sbagliare e rinascere per un ciclo infinito. I miei errori mi avevano inevitabilmente segnata, portandomi a perdere ciò che più tenevo al mondo. Quelli di Riley, invece, lo avevano portato a una rottura interna che l'aveva cambiato. Forse era quello il motivo per cui mi teneva distante, spaventato da un altro contatto che avrebbe potuto portarlo alla distruzione.
Ma cosa, effettivamente, poteva realmente distruggerci?
Inciampavamo, ci facevamo del male e leccavamo quelle ferite infettate dai nostri stessi fallimenti. Non era forse rinascita?
Stavo crescendo. Eccome se lo stavo facendo. Me ne ero resa conto quando cominciai a mettere delle priorità assolute davanti a me stessa, quando iniziai a vedere mio figlio come l'unica creatura in cui dovevo porre tutta me stessa.
E, grazie a ciò che cresceva dentro di me, imparai a capire il vero significato dell'amore. Quel sentimento incondizionato, quella consapevolezza di sapere che prima o poi arriverà al mondo chi dovrà dipendere da ogni tua decisione. E la triste verità di sapere che prima o poi, ciò che ti appartiene spiccherà il volo.
Non sapevo affatto cosa significasse essere madre, ma sapevo che avrei imparato. Perché dalle esperienze ti rimane sempre qualcosa, dalle situazioni avvenute per caso devi adattarti e imparare a gestirle. Allora, a quel punto, avrei imparato qualcosa insieme a lui.
Mio figlio avrebbe appreso da me come stare al mondo, io come fare per essere una madre ogni giorno.
Ci saremmo migliorati entrambi, dandoci sostegno e forza e scoprendo due mondi diversi in simbiosi. Mi accarezzai il ventre, il frutto di una vita che sarebbe cresciuta dentro di me, avrebbe mangiato ciò che io avrei mangiato, avrebbe sentito ciò che io avrei sentito e avrebbe percepito le mie stesse emozioni. Sarei stata madre ed era una delle cose più belle che Riley potesse mai donarmi.
Mi alzai, poggiando i piedi scalzi sul pavimento poco freddo per via del caldo. Mi spostai davanti alla finestra e osservai il sole nascere timido, dietro quella coltre di nubi chiare. Ci osservava, nascondendosi appena e donandoci un piccolo spiraglio di luce abbagliante. Nasceva e, con lui, delle nuove possibilità si rivelavano a noi con i colori della rinascita. Un'occasione in più per fallire, un'occasione in più per imparare.
Il mio sguardo si posò sulla sua finestra, la stessa che avevo ammirato per anni nel silenzio della notte, l'unico mezzo di comunicazione che ci era concesso durante le nostre punizioni. E non mi stupii affatto di trovarlo lì, seduto sul davanzale. Fumava, lo sguardo basso verso il vuoto e l'espressione di chi avesse passato una notte intera a rimuginare su ciò che lo tormentava. Silenzi che avevano l'intenzione di dividerci, ma che al tempo stesso ci connettevano in modi assurdi. La prova che, entrambi, nonostante il desiderio di una lontananza corporea, eravamo uniti dallo spirito, dal cuore. Certi legami non potevi spiegarli, accadevano e basta. Potevano durare anche un millesimo di secondo, giusto il tempo di uno sguardo o di un sorriso fugace, ma rimanevano dentro la pelle per la nostra intera esistenza. Non era questione di filo rosso, né di scelte del destino. Era qualcosa di non esplicabile, qualcosa che succedeva perché doveva andare così. Bastava veramente poco per lasciare un tatuaggio nell'epidermide e non aveva alcuna importanza se quella persona la conoscevi da una vita o non sapevi nemmeno il suo nome.

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Heartbeats
RomanceLa vita di Jasmine Olsen è perfetta. Una famiglia numerosa, un college di prestigio e un migliore amico a cui raccontare tutte le sue disavventure. Riley Jones è la sua spalla. Conosce tutto di lei, la comprende, la stima e la sostiene nei momenti d...