16. Portami a casa

149 11 214
                                    

- Spazio autrice

Perché all'inizio? Perché questo è un capitolo molto particolare. Al suo interno si trova una scena molto forte, che tuttora mi rende insicura. Per favore, se siete sensibili passate oltre. Non voglio farvi stare male.
Ci leggiamo tra i commenti. Provate a sorridere ❤️
-Rose





Il mattino seguente, il risveglio di Megan era stato terribile come avevo previsto. Si era svegliata con un terribile mal di testa, talmente forte che ci mise più di dieci minuti per aprire gli occhi decentemente. Inoltre, durante la notte, si era svegliata in preda alla nausea e avevamo dovuto metterle un secchio vicino per evitare che vomitasse sul pavimento.

Rosie era uscita presto, andando a lezione di medicina. Io avevo deciso di rimanere con lei a farle compagnia, tanto in quelle condizioni non avrebbe comunque potuto andare in classe. A stento era in grado di stare in piedi da sola.

Decisi di dare una sistemata alla camera, mettere i vestiti da lavare nel cesto e rifare i letti. Di solito pulivamo la camera tutte insieme, ma considerando che Rosie si era svegliata tardi per le lezioni e Meg non era nella sua forma migliore, avrei fatto lo sforzo di togliere anche la loro roba di torno.

Mi preoccupai di farle preparare una tisana rigenerante, Cognac mi aveva promesso che l'avrebbe portata di persona. Avevo bisogno di parlare seriamente con lei, in modo che episodi del genere non fossero più tornati.

«Meg,» le dissi, sedendomi al suo fianco e sistemandole la coperta sulle gambe. «stai bene?»

La ragazza adagiò meglio il capo sul cuscino, facendo una smorfia che tutto dimostrava tranne che un benessere. Era normale sentirsi in quel modo, aveva assunto una droga abbastanza pesante. Era già fortunata ad essere viva. «Diciamo che ringrazio il cielo di essere qui.» ammise, abbassando lo sguardo e arrossendo in viso. «Grazie per avermi portata in camera.»

Le presi la mano, accarezzandone il dorso. «Figurati. Sai cosa ti ha dato Colton?»

Scosse la testa, tirando su con il naso. «No, ricordo solo che era una pillola bianca, nulla di più. Cheryl non mi aveva detto che sarebbe stata così potente, anzi, se devo essere onesta non volevo nemmeno provarla. Ma Colton ha cominciato di parlare di campione gratuito per la prima volta, di una prova che una matricola doveva per forza affrontare e... mi sono fatta prendere la mano. Sono così imbarazzata.» si portò le mani sul viso, nascondendolo.

Le accarezzai i capelli, facendo un profondo respiro. «Era Ossicodone. Un potente farmaco che di solito viene dato ai malati oncologici, per fermare i dolori. Ma, se lo assumi con l'alcool come hai fatto tu, si trasforma in uno stupefacente. È una volta più forte dell'eroina e tre della cocaina. Hai ingerito del veleno puro.» spiegai, guardandola seria, «capisco che per te è difficile farti degli amici. Comprendo anche che, per una matricola, frequentare una ragazza del terzo anno è il top. Ma non Cheryl. Quella ragazza è completamente consumata dalle droghe, si è anche prostituita pur di avere mezzo grammo. Non è una persona con cui dovresti stare.»

Megan annuì, passandosi la lingua tra le labbra. «Capisco cosa intendi. Solo che... sembrava una ragazza alla mano. Molto cordiale, simpatica, divertente...» mormorò, confusa, «la frequentavo da un po' ma non mi hai chiesto di drogarmi con lei. Non sapevo nemmeno che lo facesse!»

«Probabilmente quella sera era in astinenza e, pur di sballarsi, ha preferito che lo facessi anche tu. È un brutto giro, uscirne sembra impossibile ed è importante che tu ne stia fuori. In quattro anni che sono qui, ho visto tantissima gente morire per quella merda. Compresa una mia compagna di corso.» raccontai, deglutendo appena al ricordo di Kimberly in preda agli spasmi per via dell'overdose. Erano le nove e quindici del mattino, il professore stava spiegando i punti chiave della criminologia e lei cominciò a tremare. Pensando che fossero delle convulsioni, cominciammo ad avvertire i dottori dell'infermeria, ma quando arrivarono non c'era più niente da fare. Kim era morta, soffocata dalla sua stessa schiuma che le fuoriusciva dalla bocca. Ore dopo scoprimmo che aveva avuto un overdose da eroina.

HeartbeatsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora