32. Due donne

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Rosie era da sempre stata molto acuta. Era una di quelle persone che parlava poco e niente, stava per le sue e si metteva ad osservare tutto quello che le succedeva attorno con viscerale attenzione. Era, infatti, sempre la prima a notare dettagli che magari al resto del gruppo sfuggivano. Si accorgeva quando qualcuno di noi saltava un pasto, quando eravamo particolarmente stressati e cercavamo in ogni modo di nasconderlo agli altri per non recare preoccupazioni, si segnava quante influenze ci venissero nella bella stagione o quante volte soffrivamo il mal di testa. E, ovviamente, controllava con scrupolo anche il mio ciclo mestruale.

Mi capitava spesso di dimenticare il giorno in cui mi era venuto il mese prima, perché molto spesso avevo vissuto dei periodi assurdi e scordavo parecchie cose. In quel caso, mi bastava chiedere aiuto a Rosie e lei tirava fuori la sua tabella superorganizzata con i giorni scritti in bella vista. Molto spesso non serviva nemmeno che l'avvisassi del suo arrivo, lei lo notava già da sé quando cominciavo a contorcermi per i crampi.

In parole molto povere, tutti noi eravamo perduti senza la vigilanza costante della nostra amica. Ricordava a Cognac di controllare ogni mese la carta per vedere a che punto fossero i suoi risparmi, si preoccupava di avvisare Riley quando scordava il compleanno di qualche parente, ripeteva spesso a Lucas di non mangiare i latticini di cui era fortemente intollerante...

Era tipo una mamma, solo più giovane e più gotica.

Infatti, il discorso che aprì quella mattina in camera nostra, una volta che Meg era uscita per andare alle lezioni, non mi colse affatto di sorpresa.

«Ho comprato il test di gravidanza.» mi disse con sguardo serio, prima di cercare delle calze da indossare per mettersi le scarpe.

Alzai lo sguardo dai jeans che faticavano ad abbottonarsi, accigliandomi notevolmente e facendo una smorfia contrariata. «Ti sei ricordata che le mestruazioni sono ancora in ritardo.» dissi, lasciandomi cadere sul letto con uno sbuffo.

La ragazza annuì, schiarendosi poi la voce. «Tu li hai sempre regolari. Mai in anticipo, mai in ritardo, mai qualcosa di anomalo. Perché non ti sei preoccupata? Hai anche dimenticato la pillola, io avrei comprato il test già giorni fa!» disse, sospirando preoccupata.

Mi grattai il capo con velocità, balzando in piedi e indossando le scarpe. «Perché probabilmente ho vissuto una situazione di forte stress. Devo ricordarti cosa mi ha fatto Colton? Oh, non credo. Il corpo reagisce in modi diversi a seconda delle situazioni, credo che sei tu a preoccuparti troppo.»

Mi rivolse uno sguardo interrogatorio, per poi scuotere il capo con decisione. «Mi sarei preoccupata meno se avessi ricordato di prendere quella pillola. Ti costa molto fare un dannato test? Sono solo due minuti. Lo conservo nel tuo cassetto e quando ritieni che il tuo ritardo sia altamente preoccupante, allora magari lo farai.» disse seria.

Annuii, prendendo la giacca e sorridendo tranquilla. «Sì, ci penserò. Magari potrei farlo dopo il ringraziamento, così da passare la festa senza preoccupazioni.»

«Il ringraziamento è tra un mese esatto!» esclamò sconvolta, spalancando gli occhi, «avresti due mesi di ritardo e un problema enorme da gestire. Fallo dopo il dannato Halloween, se proprio vuoi passarti una festività in santa pace. È assurdo che tu voglia aspettare solo questi giorni per...»

«C'è ancora la questione di Colton da risolvere e sapere che sono incinta non faciliterà le cose né a me, né a Riley.» tagliai corto, prendendo lo zaino e mettendolo sulla spalla.

Rosie mi venne dietro, assottigliando lo sguardo con aria minacciosa. «Oh, perché invece vivere da persona inconsapevole e continuare a fare delle cose che potrebbero fare del male al bambino è utile, non è così? Se non fai questo dannato test entro la fine del mese, parlerò con Riley!» mi minacciò, senza remore o voglia di tirarsi indietro.

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