I mesi erano passati con una velocità impressionante. Tra nausee, voglie improvvise, crisi di nervi di pianto e isteria dovuta agli ormoni, ero arrivata al quinto mese con immensa fatica. Era sempre più difficile riuscire a fare la normali attività, considerando che più il tempo passava e più il ventre si gonfiava come un pallone. Il mio aumentare di peso era stato motivo di gioia per Megan, che ne aveva approfittato per fregarmi gli abiti che non mi andavano più a causa dei chili in più. Inoltre, più la data tanto attesa si avvicinava, più le nostre famiglie mi stavano con il fiato sul collo e mi dicevano cose non molto incoraggianti riguardante il parto.
Avevamo scoperto il sesso, di recente. Un bel maschietto, secondo il nostro ginecologo. Mio padre era davvero contento di sapere che un altro maschio sarebbe arrivato in famiglia, ma ancor di più lo era Miles, ben consapevole che quel piccolo avrebbe portato il suo cognome.
Era un pomeriggio freddoloso di febbraio e ci trovavamo in sala comune in compagnia dei ragazzi. Quella volta, al cerchio si erano uniti anche Josh e Megan, perché avevamo deciso di cominciare a considerare dei probabili nomi da dare al bambino. Cognac teneva il libro dei nomi tra le mani, con espressione concentrata leggeva a voce alta e ascoltava i nostri commenti con la dovuta attenzione. Ne aveva già nominati venti, sotto la nostra faccia un po' reticente e leggermente schifata. Secondo lui eravamo persone dal gusto difficile.
«Allora,» disse, facendo un profondo respiro, «Vediamo... Noah?» disse, alzando lo sguardo verso di noi.
Io e Riley ci lanciammo uno sguardo, poi scossi il capo con evidente disappunto. «Bello, certo, ma... troppo comune, non so se mi spiego. Vorrei qualcosa di dolce ma al tempo stesso di deciso. Un nome difficile da ricordare per la poca diffusione, ma allo stesso tempo facile perché è particolare.» spiegai, con occhi sognanti.
Lucas alzò un sopracciglio, guardandomi con espressione confusa. «Scusa, ma vuoi qualcosa di praticamente impossibile. Fai prima a creartelo da sola.» rispose mangiucchiando una caramella a forma di coccodrillo.
Zac rise, osservando il mio pallone gonfiato con evidente interesse. Trovava divertente il fatto che io lo utilizzassi per molteplici cose. Per esempio, ero solita mettere gli snack sulla pancia per evitare di tenerli con le mani. «Che ne dite di Henry? È un nome molto diffuso nelle dinastie reali.» ci guardò, sperando che la sua idea potesse entusiasmarci. Zac era un tipo molto geniale, a volte, ma non ci aveva preso proprio per niente.
«Anche no,» rispose Riley, scuotendo il capo, «siamo americani, non inglesi. Inoltre, è un nome troppo... bleah.» tirò fuori la lingua, con evidente disappunto.
«Andrew?» sparò Josh, battendo la penna sul taccuino dove avrebbe dovuto segnare le nostre preferenze, ma la pagina era rimasta ancora vuota.
Aggrottai la fronte, pensando alla musicalità del nome e a come avrebbe potuto starci su un bambino. No, assolutamente no. Non mi piaceva affatto. «Mi ricorda uno di quei badboy scritti sulle storielle per teenager. Il giocatore di football stronzo che gioca con tutti.»
Sbuffò sonoramente, arrendendosi alla nostra indecisione. «Io ci rinuncio, tentateci voi.» mormorò, incrociando le braccia.
Rosie schioccò la lingua sul palato, sorridendo appena. «Che ne dite di Cole? Poco usato, nome corto, particolare e super bello!» esclamò, entusiasta.
A quel punto, il viso di Riley assunse un'espressione di puro disgusto. Scosse la testa freneticamente e simulò un conato di vomito. «È talmente brutto che mi sono già dimenticato quale fosse. Dai, sul serio non riusciamo a trovare un nome adatto per questo bambino?» sospirò, passandosi una mano sul viso.
Sbuffai, prendendo una patatina dal pacchetto. «Secondo me il nome deve essere qualcosa di naturale. Non so, potremmo sceglierlo al momento della nascita.» dissi, voltandomi verso Riley che rifletteva alle mie parole.

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Heartbeats
RomanceLa vita di Jasmine Olsen è perfetta. Una famiglia numerosa, un college di prestigio e un migliore amico a cui raccontare tutte le sue disavventure. Riley Jones è la sua spalla. Conosce tutto di lei, la comprende, la stima e la sostiene nei momenti d...